La lunga storia della Sicilia e del Meridione è stata vicenda di unità nella diversità per sette secoli, fino al 1860, ed è stata contrassegnata da una precisa identità spirituale e originale che da Ruggero a Federico II, da Carlo III fino a Francesco II di Borbone l’ha connotata. Un’autonomia, una civiltà che, anche nei periodi difficili dei vicereami e delle presenze esterne di forze militari, ha però salvaguardato l’antico Regnum Siciliae (che non aveva solo i confini isolani) e il Regno di Napoli e, prima ancora, il Ducato, poi Principato, di Benevento. Furono le nazioni napoletana e siciliana, che formeranno quello che fu il Regno delle Due Sicilie fino al 20 marzo del 1861, data della caduta dell’ultima Real Piazza Borbonica a Civitella del Tronto nel teramano, subito dopo la resistenza di Gaeta e della cittadella di Messina…
Allora, pacatamente, riportiamoci alle condizioni sociali dell’Antico Regno che precedettero l’unificazione. Scopriremo che il Sud si avviava ad essere, e in molti campi già lo era, un Regno fra i maggiori d’Europa. Ne sono testimonianza le eccellenze intellettuali e morali, accademie e centri di scienza, il lento processo di industrializzazione non indiscriminato ma ragionato in rapporto alle vocazioni e alle specificità del territorio; un sistema burocratico efficiente che si avviava alla razionalizzazione; banche ricche e floride; un sistema fiscale equo e non assolutamente coercitivo; un servizio postale fra i primi d’Europa, opere pubbliche allora all’avanguardia e non solo la pur importante prima tratta ferroviaria della penisola, la Napoli – Portici (1838); una agricoltura florida e un commercio che si sviluppava, specie via mare, in espansione; gioielli d’architettura e d’arte che adornavano (e adornano) l’intero Sud che si aggiungevano – organicamente – all’habitat disegnato mirabilmente nel corso dei secoli e che ancora oggi fanno del Meridione quella gemma che brilla, malgrado violenze, mafia, malaffare, unite all’inconcludenza o peggio alle depredazioni e corruzione che senza interruzioni dall’unificazione, nel ceto politico e in quello economico e finanziario, sgovernano il Sud.
Tommaso Romano Dal Regno delle Due Sicilie al declino del Sud, Thule Edizioni, pag. 23, 24, 25.