La sinistra siciliana si è accorta che la Regione siciliana è senza soldi e sta provando a fare pagare agli studenti i mezzi di trasporto per recarsi a scuola. Ma dimentica – che brutta cosa la perdita della memoria, soprattutto in politica! – che è la prima responsabile di quanto sta accadendo. Ma andiamo ai fatti. Cominciamo con il primo comunicato riportato dall’ANSA: “La scelta del Governo regionale di limitare la gratuità dei trasporti ai soli studenti siciliani con Isee entro i 10 mila euro, è grave ed incomprensibile, in contrasto con la legge regionale sul diritto allo studio che non prevede alcun limite di reddito”. Lo dicono il deputato del PD Carmelo Miceli, componente della Commissione antimafia e giustizia alla Camera, e il deputato regionale Michele Catanzaro. “Le conseguenze di questa decisione – aggiungono Miceli e Catanzaro – ricadono non solo sui Comuni che stanno provando con le loro risorse limitate ad aiutare tanti studenti esclusi dal beneficio, ma anche sulle famiglie, penalizzando ancora di più i giovani delle isole minori che sono costretti a utilizzare i mezzi pubblici e che si ritroveranno ad affrontare una maggiore spesa mensile di circa 200 euro”. Sul caso Miceli e Catanzaro hanno annunciato interrogazioni urgenti. “È necessario che il Governo regionale ritiri immediatamente i provvedimenti emanati e garantisca a tutti gli studenti siciliani il diritto allo studio”.
Secondo comunicato: Claudio Fava, parlamentare regionale della sinistra non-PD, presidente della Commissione Antimafia del Parlamento siciliano e candidato alla presidenza della Regione: “La scelta del governo regionale sui rimborsi per le spese di
trasporto degli studenti è inaccettabile, incomprensibile e probabilmente illegittima, perché introdurre una soglia di reddito per
accedere ai benefici significa violare lo spirito della legge e colpire il diritto allo studio per centinaia di ragazzi e ragazze, scaricando sui Comuni spese essenziali, addirittura operando una scelta retroattiva che si abbatterà su enti locali già al collasso. Ancora più grave la situazione che si verrà a creare per le famiglie degli studenti delle isole minori che non hanno alternativa all’utilizzo del mezzo collettivo per raggiungere le scuole. Assistiamo attoniti a misure che non hanno una logica se non quella di raschiare il fondo del barile della spesa pubblica mentre risorse economiche imponenti si sprecano in iniziative che non garantiscono nessun ritorno sociale o economico alla Sicilia ma solo un premio a questo o quel deputato di una maggioranza raccogliticcia. Chiediamo che il governo Musumeci ritorni rapidamente sui propri passi, ritirando le disposizioni emanate e rimpinguando i capitoli di spesa per garantire un reale ed effettivo diritto allo studio.”
Il secondo comunicato – quello di Claudio Fava – è molto più centrato, perché affronta anche il tema dei soldi sprecati che potrebbero essere utilizzati per gli studenti e per altri settori sociali abbandonati. Classico l’esempio dell’assessorato regionale alle Attività produttive, che aveva un senso quando la Regione non era in sostanziale default non dichiarato, ma che non ha alcun senso oggi, dal momento che le poche cose importanti che fa potrebbero essere fatte dall’assessorato all’Economia, eliminando il resto delle attività che oggi sono solo sprechi. Però anche Fava dimentica – come i due esponenti del PD – perché la Regione siciliana, oggi, è senza soldi. Gli esponenti del PD e Fava dimenticano cos’hanno combinato il Governo Renzi e il Governo Crocetta nel 2014; dimenticano cos’è successo nel 2015, quando il Parlamento siciliano a maggioranza di centrosinistra ha cancellato dal Bilancio regionale crediti per oltre 5 miliardi di euro che la Regione vantava nei riguardi dello Stato; dimenticano il secondo Patto scellerato Renzi-Crocetta del 2016. E’ questo il motivo per il quale quasi tutti i Comuni siciliani sono in dissesto, come ricorda il Movimento Siciliani Liberi. La nostra non è una difesa del Governo di Nello Musumeci, un Governo che, dopo quello che ha combinato questa Estate con la dissennata gestione dei boschi della nostra Isola (quasi 80 mila ettari di boschi incendiati!), dovrebbe andare a casa di corsa per manifesta incapacità. Però non ci sembra corretto scaricare sull’attale Governo siciliano responsabilità politiche che sono soprattutto del PD. Gli onorevoli Carmelo Miceli e Michele Catanzaro, piuttosto che presentare interrogazioni a Roma e in Sicilia, dovrebbero interrogare se stessi e i loro compagni di partito…