Il terremoto che ieri mattina ha svegliato Palermo è stato subito archiviato. E’ successo e basta. Fine. Ma le cose stanno proprio così? Quello di ieri mattina è stato un evento che si è aperto e si è chiuso o ci potrebbe essere dell’altro? Dopo quello che è avvenuto nella notte tra il 26 e il 27 Giugno – fatti che abbiamo osservato quella notte con i nostri occhi, una lunghissima striscia di luce rossa nel cielo, poi diventata gialla – noi abbiamo deciso di seguire con attenzione l’evoluzione di questi strani fenomeni. Venti giorni dopo, nella nostra Isola, è iniziato un caldo che non ha dato tregua, con temperature che, fino al 20 Agosto o giù di lì, hanno oscillato da 34-36 gradi centigradi a 40-42 gradi centigradi. Ci sono stati terribili incendi, frutto anche della dabbenaggine amministrativa e politica di chi ha sottovalutato il fenomeno. Ieri mattina, il terremoto a Palermo e dintorni. Tutto normale? Noi, anche a costo di passare per ‘complottisti’, vogliamo ricordare che i tempi in cui chi parlava di terremoti indotti veniva classificato tra i matti sono finiti.
Qualche anno fa il Servizio geologico degli Stati Uniti ha pubblicato una mappa che mostre le aree a rischio terremoto: non soltanto terremoti naturali (si pensi alla California), ma anche di possibili terremoti indotti dall’uomo. “L’Oklahoma, un tempo un territorio a basso rischio sismico leggiamo in un articolo pubblicato da Focus – ora ha lo stesso rischio della California (nota per i suoi terremoti naturali). E la colpa è dell’attività estrattiva. Le regioni maggiormente interessate sono quelle che comprendono gli stati dell’Oklahoma, del Kansa, del Texas, dell’Arkansas, del Colorado, del New Mexico, dell’Ohio e dell’Alabama. Queste aree sono già state colpite da numerosi terremoti indotti da attività umane, anche se di intensità limitata (mai oltre magnitudo 3 con un’unica eccezione, verificatasi nel 2011, quando un sisma legato ad iniezione di acque reflue ha toccato magnitudo 5,1). Nel pubblicare il loro studio i geologi dell’USGS hanno detto di non sapere quanto potranno essere intensi i futuri sismi indotti dall’uomo, ma hanno fatto notare che in Oklahoma, ad esempio, in tempi molto lontani e quindi non indotti dall’uomo, vi furono sismi anche di Magnitudo 7 e dunque alterare la situazione geologica in atto potrebbe anche arrivare a scatenare sismi molto intensi”. Nell’articolo di Focus si parla anche delle cause di tali terremoti indotti dall’uomo: “La causa principale di tali terremoti è il fracking, ossia la frantumazione artificiale delle rocce sotterranee attraverso potenti iniezioni di acqua, al fine di liberare gas e idrocarburi presenti in alcune rocce. Un altro elemento che induce sismi è l’iniezione di acque reflue nel sottosuolo, acque che vengono utilizzate per la perforazione di pozzi petroliferi e che anziché depurarle vengono iniettate a grandi profondità ben sotto le falde acquifere”.
Del fracking e degli effetti devastanti che questa tecnica può provocare abbiamo parlato con Mimmo Macaluso, un medico con la passione per le immersioni: componente del Dipartimento d’Urgenza e componente della Commissione Emergenza Sanitaria e Calamità Naturali dell’Ordine dei Medici di Agrigento, Macaluso è considerato un grande conoscitore dei fondali del Mediterraneo. Colu lui abbiamo approfondito tanti temi (che trovate qui), compreso il ruolo delle trivelle che vanno a caccia di idrocarburi, magari utilizzando la tecnica del fracking: “Il fracking è una tecnica che ha un effetto devastante sul sottosuolo, in quanto, per fratturare le rocce ed estrarne idrocarburi, ricorre ad iniezione di fluidi ed additivi ad altissima pressione, col rischio di subsidenza del suolo, con la possibilità di innescare terremoti ed inquinamento delle acque sotterranee”.
Il Servizio sismico svizzero dà per scontata l’esistenza di terremoti indotti: “Non tutte le scosse presentano una causa naturale: alcune di esse sono causate dall’uomo. La comunità scientifica parla in questo caso di «sismi indotti» o di «sismicità indotta». I terremoti artificiali e indotti sono fondamentalmente terremoti come tutti gli altri, provocati da un improvviso calo di tensione lungo le fratture presenti nella crosta terrestre. L’energia sismica liberata si propaga sotto forma di onde attraverso la Terra e lungo gli strati terrestri, dando origine a vibrazioni percepite come scosse sismiche. I terremoti indotti non possono essere distinti dai terremoti naturali in base alle loro caratteristiche fisiche. La sismicità indotta viene spesso causata da interventi tecnici di grande portata effettuati nel sottosuolo. I terremoti artificiali sono già stati osservati in Germania o in Inghilterra più di 100 anni fa in connessione con l’estrazione del carbone. Si tratta, con qualche rara eccezione, di terremoti di piccola entità pressoché impercettibili in superficie. I terremoti indotti in tutto il mondo hanno causato talvolta perdite economiche sostanziali, ma solo pochi feriti e ancor meno o nessuna vittima”.
Molto interessante anche una relazione di Patrizia Terzoni, parlamentare del Movimento 5 Stelle: “Dopo la terribile sequenza sismica del terremoto dell’Emilia del 2012, con decine di morti e distruzione diffusa, in un’area interessata da diverse concessioni per l’estrazione e stoccaggio di idrocarburi, queste preoccupazioni sono tornate alla luce e il Ministero dello Sviluppo Economico nominò, assieme alla Regione Emilia Romagna, la Commissione internazionale di esperti ICHESE, per indagare sulle possibili cause antropiche dei sismi. La Commissione, presieduta da uno dei massimi esperti mondiali, il professore inglese Peter Styles, e formata da eminenti geologi, lavorò alacremente ma la relazione finale non usciva. Perché? Ci volle uno scoop del giornalista Edwin Cartlidge, corrispondente di Science dall’Italia, in cui si parlava di pressioni da parte di grandi interessi per non pubblicare il rapporto (qui l’articolo che Il Fatto dedicò alla vicenda: https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04/18/sisma-e-trivelle-il-giornalista-di-science-pressioni-per-non-pubblicare-il-rapporto/955605/). La Regione Emilia Romagna, in piena bagarre, dovette pubblicare la relazione in inglese e in italiano (https://ambiente.regione.emilia-romagna.it/it/geologia/temi/geologia/commissione-ichese/commissione-ichese)”. Ancora: “Cosa aveva di tanto scottante la relazione? Intanto chiariva in un lungo capitolo che la sismicità indotta è un problema reale di cui tenere conto, con casi in tutto il mondo (con una forte sottostima perché prima di essere classificato come indotto servono studi specifici su ogni singola scossa, cosa che avviene raramente). In Italia ISPRA ha individuato alcuni terremoti indotti (http://www.isprambiente.gov.it/files/notizie-ispra/notizia-2014/rapporto-sismicita-indotta-innescata-in-italia/Rapporto_sismicita_indotta_innescata_in_italia.pdf). Il dato più preoccupante fu però nelle conclusioni: non si escludeva un legame tra alcune scosse dell’Emilia e le attività connesse agli idrocarburi. Sono talmente rilevanti alcuni frasi delle conclusioni che le riporto integralmente: 1) ”Comunque, esiste una correlazione statistica tra l’aumento della sismicità prima del 20 maggio 2012 e l’aumento dei parametri di produzione da aprile/maggio 2011. Quindi non può essere escluso che le azioni combinate di estrazione ed iniezione di fluidi in una regione tettonicamente attiva possano aver contribuito, aggiungendo un piccolissimo carico, alla attivazione di un sistema di faglie che aveva già accumulato un sensibile carico tettonico e che stava per raggiungere le condizioni necessarie a produrre un terremoto”. 2)”L’attuale stato delle
conoscenze e l’interpretazione di tutte le informazioni raccolte ed elaborate non permettono di escludere, ma neanche di provare, la possibilità che le azioni inerenti lo sfruttamento di idrocarburi nella concessione di Mirandola possano aver contribuito a “innescare” l’attività sismica del 2012 in Emilia”.
Interessantissimo, infine, un articolo pubblicato da IL SAPERE – Il portale della Conoscenza che riporte alcune dichiarazioni del professor Ignazio Guerra, docente di sismologia del dipartimento di fisica dell’Università della Calabria. “I terremoti artificiali vengono provocati in maniera industriale a scopo di ricerca scientifica e ricerca mineraria. A scopo di ricerca scientifica, una volta abbiamo programmato una esplosione di cariche di dinamite da dieci tonnellate, nel Golfo di Taranto perché al momento dello scoppio programmato, una serie di persone con i sismografi portatili erano posizionate ogni 10-20 km lungo la linea che unisce l’Italia alla Yugoslavia, e questo nel 1973, in modo da registrare le onde sismiche prodotte dai terremoti artificiali. Abbiamo realizzato tanti altri esperimenti di questo genere anche sulla terraferma usando camion imbottiti di dinamite. Si scavano profonde anche 150 metri nel sottosuolo e si riempiono di candelotti di dinamite avvitati l’uno sull’altro, registrando con sismografi l’effetto dell’esplosione”. Il giornalista chiede: chi ha eseguito tali sperimentazioni? Risposta: “Il ‘Gruppo Esplosioni’ di cui io ero stato uno dei padri fondatori, sponsorizzato dal CNR, a scopo di ricerca scientifica. Questa linea di ricerca che ormai è ormai obsoleta, veniva anche detta della ‘sismica a rifrazione profonda’ o D.S.S. che è l’acronimo Deep Seismic Soundings. Nel 1975 siamo andati a fare degli scoppi a sud ed a nord dell’Himalaya, siamo stati anche in Pakistan a fare terremoti artificiali”. E ancora: “I terremoti, che la gente normale vede soltanto come causa di preoccupazione, in realtà, per gli studiosi, sono anche uno strumento di lavoro e sono tanto utili che quando non ci sono li provochiamo artificialmente . Dopo il 1974, chiamammo il Gruppo Esplosioni, ‘Gruppo grandi profili sismici’ e c’eravamo noi dell’Osservatorio Vesuviano, il Laboratorio della geofisica e della litosfera di Milano, l’Università di Trieste, l’Osservatorio di geofisica e sperimentale di Trieste ed eravamo un gruppo di ricerca che chiedeva ed otteneva. Quello che sappiamo oggi sull’Italia deriva anche da questi profili che noi abbiamo esplorato negli anni Settanta ed Ottanta”. Domanda del giornalista: quando si provocano terremoti articifiali la popolazione via avvisata? Risposta: “No! Lo sa chi lo deve sapere. Quando facevamo le prove c’era qualcuno che andava a contrattare con il proprietario del terreno scelto e si chiedeva di fare un buco dal quale caliamo delle cariche di dinamite, in cambio del pagamento del raccolto dell’anno. Ovviamente siccome trasportavamo grosse quantità di esplosivo bisognava anche rispondere a delle regole come informare dell’itinerario, dell’orario. Ma non eravamo tenuti ad avvisare la popolazione“.
Quale scenario ipotizzare per la Sicilia? Nel Mediterraneo ci sono le trivelle (per ora poche, ma non si escludono autorizzazioni, magari nel nome di quella farsa chiamata ‘Transizione ecologica’. E nel Tirreno? Qualche ‘stranezza’ è stata riscontrata. Come dimenticare i fatti di canneto di Caronia? Ecco un passo di un’intervista a Franco Venerando, che ha coordinato l’attività di studio sui strani accadimenti andati in scena a Canneto di Caronia: ““I fenomeni in questione – ci ha raccontato il coordinatore del Gruppo Interistituzionale – come ho già accennato, sono di origine non naturale. Conclusione a cui siamo pervenuti dopo numerose campagne di misure e di accertamento effettuate in volo, sulla terraferma, presso il caseggiato di Canneto, sulla ferrovia, su tutto ciò che trasmette e riceve in un raggio di 5 km centrato su Canneto, nel territorio di Caronia ed in mare. Abbiamo ritenuto plausibile l’ipotesi che la zona sia stata coinvolta da emissioni impulsive elettromagnetiche di grande potenza concentrata, sul cui punto sorgente ci è stato materialmente impedito di proseguire l’indagine scientifica. Una quantità di anomalie riportate in un apposito registro che abbiamo aggiornato costantemente (oltre 400 anomalie e testimonianze registrate), non soltanto nel caseggiato di Canneto, bensì in una vasta area territoriale, ci hanno indotto a puntare l’attenzione sulla plausibile ipotesi dell’origine elettromagnetica, non escludendo la possibilità di sperimentazioni in quella zona”.
Foto tratta da Agenzia Dire