Ricordate l’alluvione del 2018 in Sicilia? Noi de I Nuovi Vespri abbiamo scritto tanti articoli, come potete leggere qui, o ancora qui. Ricordate l’impegno del Governo regionale di Nello Musumeci? Rimborso agli agricoltori dell’80% dei danni subiti. Perché l’alluvione di tre anni fa, è noto, causò danni gravissimi al territorio in generale e a tante aziende agricole della nostra Isola in particolare. Ebbene, a che punto siamo con i rimborsi dopo tre anni? A zero. Ma con una novità: un incredibile raggiro ai danni degli agricoltori. A raccontare come stanno le cose è l’agronomo Corrado Vigo in un post sul suo blog VIGOPENSIERO: “Se le cose non si leggono con i propri occhi non si credono proprio – scrive Vigo – in questa assurda vicenda fatta di promesse non mantenute e soprattutto di danni non risarciti. La Direttiva della Protezione Civile siciliana prevedeva un rimborso danni, alle aziende colpite dalle alluvione del 18/19 ottobre 2018, con un contributo all’80% di quanto indicato in una perizia asseverata, come da modello allegato alla direttiva, e per un importo massimo di € 450.000,00. Nella stessa direttiva, poi, in un ‘italiano imperfetto’ veniva indicato che il risarcimento di quell’80% sarebbe stato decurtato del 50% in caso in cui le aziende agricole fossero state assicurate. Purtroppo l’italiano imperfetto ha ribaltato il comma della direttiva ed allora la riduzione del 50% è stata applicata a tutti: quindi tutti al 50% di quanto indicato nelle perizie asseverate”.
Siamo solo all’inizio. “Arrivano le istruttorie: gli importi delle perizie asseverate vengono inspiegabilmente decurtati dal 50% al 90%… Quindi una ipotetica cifra iniziale di € 100.000,00 di danni diviene mediamente € 30.000,00 con la decurtazione da istruttoria, € 24.000,00 con la riduzione da direttiva dell’80%, ma di € 12.000,00 con la riduzione ‘coatta’ dell’applicazione dell’italiano imperfetto. Ma le perizie asseverate cosa ce le avete fatte a fare se, poi, le avete buttate nel gabinetto? Finalmente dopo ‘soli’ tre anni dall’evento ecco che esce fuori l’elenco definitivo dove, però, nell’allegata disposizione n. 1385/2021 viene aggiunto (postumo rispetto alla direttiva principale) che ‘I contributi concessi saranno pari al 50% dell’importo massimo ammissibile per ciascuna impresa’. Quindi quella ipotetica cifra di € 12.000,00, già ridotta più volte, adesso va ridotta ancora del 50% e diventa € 6.000,00. Così un danno di € 100.000,00 verrebbe risarcito alla ‘splendida’ cifra di € 6.000,00, ma che verrà erogata a presentazione di una fattura di lavori di € 100.000,00 + IVA= € 122.000,00”. Eh già, perché il grande ‘aiuto’ della Regione siciliana viene erogato solo se un’azienda agricola che ha subito un danno da 100 mila euro ha fatto eseguire i lavori ed è in grado di esibire una fattura di 100 mila euro più IVA, pari a 122 mila euro. Invece di ricevere 80 mila euro – come si era impegnato l’attuale Governo regionale nei giorni dell’alluvione – il titolare di un’azienda agricola della nostra Isola che ha speso 122 mila euro riceverà 6 mila euro…
“Ebbene, si sta giocando al gioco dei bussolotti! – scrive sempre Corrado Vigo -. Ma è questo un modo di risarcire le aziende agricole devastate dall’alluvione dell’Ottobre 2018, dove la colpa maggiore è della Amministrazione Pubblica che non ha eseguito da almeno un trentennio la manutenzione nei corsi d’acqua? Solo da vergognarsi! Se i soldi (disponibili) non li volete dare, ditelo prima, invece di venire nei luoghi devastati, come fece il Ministro Di Maio millantando 5 miliardi di euro e poi qui si fa l’elemosina o peggio si rimborsano € 6.000,00 su una fattura sulla quale solo l’IVA è di € 22.000,00! Lo Stato si prende € 22.000,00 di IVA, ma ne rimborsa € 6.000,00 col giochetto del ‘tre oro vince e del tre oro perde’! Un pasticcio fatto da chi non conosce la situazione nel territorio, e non ha vissuto i danni subìti!”.
Commenta Ettore Pottino, presidente di Confagricoltura Sicilia: “E’ una vergogna. Con questo modo di procedere dell’amministrazione regionale gli agricoltori siciliani sono cornuti e gabbati. Se l’amministrazione pubblica non ha la disponibilità finanziaria per mantenere gli impegni che assume con gli imprenditori agricoli eviti di prendere impegni. Anche perché le perizie asseverate sono sono gratuite: sono costi che gli imprenditori agricoli debbono sostenere per scoprire, poi, di essere stati beffati”.
QUI L’ARTICOLO DI CODDADO VIGO SUL BLOG VIGOPENSIERO
Foto tratta da Risoluto
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