- Oggi partiamo da un’acuta riflessione di Santo Bono, tra i protagonisti del Movimento Terra è Vita, sul grande affare della ‘Transizione ecologica’
- “Poveri noi e poveri quei agricoltori le cui terre ricadono in zone appetibili per i signori del vento e del sole, perché i terreni possono essere espropriati senza alcun consenso nel nome dell’interesse nazionale”
- Giuseppe Li Rosi: il cibo non è un insieme di nutrienti chimici
- Quali interessi si nascondono dietro gli incendi in Sicilia, in Calabria e in Sardegna? Perché la crescita del prezzo del grano – previsione azzeccata da Mario Pagliaro – taglierà le gambe a chi vuole speculare
- E oggi? La pandemia c’è ancora. E siccome, nella gestione della stessa pandemia, la Ue sta sbagliando tutto, c’è la concreta possibilità che, nel giro di qualche anno, l’Unione europea dell’euro al glifosato e alle micotossine affondi: sarebbe una liberazione per tutte le persone libere!
Oggi partiamo da un’acuta riflessione di Santo Bono, tra i protagonisti del Movimento Terra è Vita, sul grande affare della ‘Transizione ecologica’
Il Movimento Terra è Vita ci ha inviato un documento. Leggiamolo insieme: “Di transizione ecologica, Agenda Onu 2030, di ambiente se ne parla ormai tutti i giorni e in tutti gli ambiti, soprattutto si cerca di cambiare rotta, si cerca di attuare un nuovo modello di sviluppo basato sulla sostenibilità sociale, economica e ambientale che diventi un nuovo modo operandi non solo per politici e top manager, ma sia il nuovo, concreto approccio al mondo del lavoro. La tutela dell’ambiente diventa quindi il punto di partenza per un riscatto economico-sociale-culturale di cui gli italiani hanno assolutamente bisogno. L’impatto della pandemia è stato deflagrante, molti posti di lavoro si sono persi, diventano quindi vitali quei 672,5 miliardi di euro che aiuteranno gli Stati membri dell’Unione Europea ad affrontare le ripercussioni della pandemia, in cambio l’Europa chiede, giustamente, che le economie degli Stati supportati intraprendano transizioni green e digitali, diventando più sostenibili e resilienti. E proprio da questa nuova opportunità di riscatto, di rinnovamento che FareAmbiente propone da Settembre una Scuola di Alta Formazione Politica in Transizione Ecologica, dei corsi aperti ai professionisti che hanno voglia di crescere, di contribuire al rilancio della loro Terra nel rispetto delle biodiversità naturali e culturali dei territori. L’Italia in questo senso ne è la culla ma c’è anche poca formazione professionale e concreta in merito, da qui l’idea di indire a Roma (nella sede di FareAmbiente in via Valdaier 36A) sei sessioni a partire dal 25 Settembre fino al 30 ottobre, ciascuna con un tema ben preciso. Per affrontare la grande sfida che è la transizione, tutti devono contribuire: dall’impegnarsi attivamente in prima persona ad ogni livello con idee, progetti, proposte. Ma per fare ciò, è necessario avere sul tema dell’ambiente una cognizione anche della politica, di come funziona lo Stato, le sue leggi, i suoi regolamenti e la sua fiscalità. Bisogna sostanzialmente entrare in quella dimensione politica che poi si occupa attraverso figure ben precise di tutto quello che è la transizione ecologica”.
“Poveri noi e poveri quei agricoltori le cui terre ricadono in zone appetibili per i signori del vento e del sole, perché i terreni possono essere espropriati senza alcun consenso nel nome dell’interesse nazionale”
Tutte belle parole. “Voglio vedere quanti di questi 672,5 miliardi euro verranno utilizzati per le cose che vengono raccontate – scrive Santo Bono, di Terra è Vita – i professionisti dell’agricoltura già sanno benissimo cosa fare. E Noi come al solito poi ci lamentiamo. Poveri noi e poveri quei agricoltori le cui terre ricadono in zone appetibili per i signori del vento e del sole, perché i terreni possono essere espropriati senza alcun consenso nel nome dell’interesse nazionale”. Santo Bono fa riferimento alla pressione di chi vuole realizzare impianti per la produzione di energia fotovoltaica al posto dei terreni agricoli: prendendo in affitto i terreni agricoli o acquistandoli. Guarda caso, questo mega progetto di Transizione ecologica arriva dopo che, da anni, l’Unione europea sta letteralmente massacrando le agricolture mediterranee, ovvero le aziende agricole che operano nell’Europa mediterranea dove, per l’appunto, dovrebbero sorgere gli impianti per la produzione di energia ‘sostenibile’. E’ un caso che quest’anno in Sicilia, in Sardegna e in Calabria siano esplosi tanti incendi? Sul fuoco che in Sicilia ha distrutto migliaia di ettari la Coldiretti si è espressa in modo molto chiaro: “Le ombre del business del fotovoltaico a terra sugli incendi in Sicilia rafforzano l’impegno per la difesa del territorio con la petizione contro i pannelli solari mangia suolo. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare le indiscrezioni sulle indagini in corso sugli incendi in Sicilia dalle quali sembrano emergere pressioni per la cessione dei terreni da destinare ad impianti fotovoltaici. Coldiretti Giovani Impresa ha lanciato negli uffici della Coldiretti in tutta Italia la petizione a tutela del suolo agricolo chiedendo alle istituzioni di investire nelle fonti alternative di energia senza dimenticare il ruolo fondamentale dell’agricoltura e la bellezza unica dei nostri territori, che andrebbero compromessi senza una programmazione territoriale degli impianti fotovoltaici a terra. I giovani agricoltori della Coldiretti propongono che le Regioni e gli enti locali identifichino nelle aree da bonificare, nei terreni abbandonati, nelle zone industriali obsolete e nei tetti delle strutture produttive anche agricole, il luogo idoneo all’installazione del fotovoltaico per la corretta produzione di energia da fonti rinnovabili. Il consumo di suolo agricolo destinato al fotovoltaico a terra – afferma Coldiretti Giovani Impresa – minaccia il futuro alle nuove generazioni di agricoltori”. E ancora: “Come giovani agricoltori, sosteniamo e promuoviamo ogni giorno l’innovazione tecnologica sostenibile, ma destinando i suoli agricoli al fotovoltaico accelereremo la perdita di biodiversità unica del nostro Paese”, dice la leader dei giovani agricoltori di Coldiretti, Veronica Barbati.
Giuseppe Li Rosi: il cibo non è un insieme di nutrienti chimici
Santo Bono non nasconde le sue preoccupazioni: “Nulla sarà più come prima. Sicuramente non la Politica agricola comune (Pac) dopo l’accordo dei Ministri dell’Agricoltura dei ventisette. Trema uno dei pilastri della costruzione comunitaria con una Rivoluzione copernicana nel segno dell’ecologia e dello snellimento. Carissimi Onorevoli, Senatori, Europarlamentari e Consiglieri regionali, VOI che dovreste rappresentarci, sappiate che l’agricoltura non è l’industria, sappiate che noi non produciamo BULLONI e neanche COPERTONI: quello che NOI produciamo si chiama CIBO, che non è una merce e, come dice il mio amico Peppe Li Rosi, il Cibo NON è un insieme di nutrienti chimici. Il cibo è una rete di rapporti tra un gran numero di esseri viventi, umani e non umani, tutti dipendenti gli uni dagli altri e tutti radicati nel terreno e nutriti dalla luce e dal sole. Se la nuova Pac non terrà conto di questi semplici ma fondamentali principi ci sarà la nostra disapprovazione con tutte le conseguenze. Non possiamo rinunciare al patrimonio della nostra biodiversità. Non possiamo accettare ciò che viene imposto dalle lobby affaristiche che dominano all’interno dell’Unione Europea. Noi agricoltori, allevatori e pastori del Movimento Terra è Vita diciamo NO a tutte le politiche che vanno contro i valori etici che tutelano la nostra agricoltura, il nostro lavoro la nostra salute e il futuro dei nostri figli. Noi vogliamo produrre CIBO salubre. Siamo contro la produzione di CIBO tossico. Difenderemo la nostra agricoltura, la SALUTE e il territorio”.
Quali interessi si nascondono dietro gli incendi in Sicilia, in Calabria e in Sardegna? Perché la crescita del prezzo del grano – previsione azzeccata da Mario Pagliaro – taglierà le gambe a chi vuole speculare
Fa riflettere o no il fatto che, mentre gli incendi vanno distruggendo tante aziende zootecniche (com’è avvenuto questa Estate in Sicilia) c’è chi sta lavorando alla produzione di ‘carne artificiale’? “Il cibo non è un insieme di nutrienti chimici”, dice Giuseppe Li Rosi, protagonista di Simenza, ma c’è chi invece lo pensa e sta lavorando proprio per realizzare questo obiettivo. Però, qualche volta, si materializza il detto: “Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”. L’Unione Europea ha lavorato con grande impegno per ‘convincere’ gli agricoltori ad abbandonare i terreni seminativi. Da anni paga gli agricoltori per non coltivare i terreni a grano: “Regione e UE: soldi agli agricoltori siciliani per non coltivare il grano. E così arriva il grano canadese!“. Questa politica agricola folle foraggiata dall’Unione europea è servita, da un lato, per far arrivare in Italia il grano canadese che piace tanto alle industrie della pasta; dall’altro lato è servita per incentivare l’abbandono dei terreni a grano. E c’erano quasi riusciti, i nostri amici massoni della grande Unione europea, se è vero che nel 2016, nel Sud Italia, risultavano abbandonati 600 mila ettari di seminativi. C’erano riusciti riempendo di grano estero l’Italia: il ‘celebre’ grano che arriva con le navi. Tonnellate e tonnellate di grano estero, per lo più canadese, per tenere il prezzo del grano duro del Sud Italia e della Sicilia a 18-20 centesimi al quintale, a fronte di un costo di produzione di 40 euro al quintale. Ma gli agricoltori del Sud Italia e della Sicilia hanno tenuto duro e, complici i cambiamenti climatici degli ultimi anni, la produzione di grano, nel mondo, è diminuita e i prezzi sono cominciati a salire. E l’Unione europea, che nel mondo per fortuna conta quando il due di coppe con la briscola a denari, non ha potuto fare nulla! Oggi il prezzo del grano, nel mondo, è in salita: e andrà su fino a Ottobre. E in questo bisogna dire che le previsioni di Mario Pagliaro, chimico del CNR e appassionato di climatologia, si sono rivelate esatte.
E oggi? La pandemia c’è ancora. E siccome, nella gestione della stessa pandemia, la Ue sta sbagliando tutto, c’è la concreta possibilità che, nel giro di qualche anno, l’Unione europea dell’euro al glifosato e alle micotossine affondi: sarebbe una liberazione per tutte le persone libere!
E oggi? Noi siamo un po’ più ottimisti del nostro amico Santo Bono. Certo, sappiamo che il Sud Italia e la Sicilia hanno contro il Governo di Mario Draghi, che ha già scippato al Sud e alla nostra Isola i fondi del Pnrr per darli al Nord Italia. Per non parlare delle risorse FEARS strappate a Sud e Sicilia – sempre por portarle al Nord – dal Ministro grillino e nordista delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli. E sappiamo anche che il Governo Draghi potrebbe autorizzare, da un giorno all’altro, le ricerche di idrocarburi in terra di Sicilia e nel mare di Sicilia, alla faccia della Transizione ecologica e dei minchioni che ci credono. Sappiamo che il Governo Draghi è capace di questo e di altro. Ma ci sono anche fatti che ci rendono meno pessimisti. Sappiamo che la nuova Pac è un grande imbroglio, come ha denunciato l’europarlamentare siciliano, Ignazio Corrao. E sono sotto gli occhi di tutti – quanto meno di chi ‘mastica’ un po’ di scienza – gli errori commessi dall’Unione europea nella gestione dell’attuale pandemia. E’ inutile girarci attorno: la pandemia è incompatibile con il sistema economica ‘a porte aperte’ dell’Unione europea. Per frenare una pandemia c’è solo un modo: il blocco della libera circolazione delle persone e, in parte, anche il blocco della libera circolazione delle merci. La Ue sta facendo l’esatto contrario. E non ha alcuna intenzione di cambiare strategia. E allora? E allora c’è la possibilità che l’Unione europea dell’euro affondi nel giro di qualche anno: e sarebbe una liberazione per tutte le persone libere.
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