Agricoltura

Incendi in Sicilia, le chiacchiere del Ministro grillino (e nordista) Patuanelli sbarcato a Palermo per fare passerella con i sindaci

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  • Lo abbiamo scritto più volte e lo ribadiamo: per la Sicilia un Ministro delle Politiche agricole come Patuanelli è meglio perderlo che trovarlo. E’ veramente incredibile che alcuni sindaci dei Comuni dell’Isola non l’abbiano ancora capito 
  • Le richieste della CIA siciliana
  • Le richieste della Cgil di Palermo
  • Le critiche di Alessandro Aricò e Sergio Tancredi
  • Le richieste della FABI siciliana 

Lo abbiamo scritto più volte e lo ribadiamo: per la Sicilia un Ministro delle Politiche agricole come Patuanelli è meglio perderlo che trovarlo. E’ veramente incredibile che alcuni sindaci dei Comuni dell’Isola non l’abbiano ancora capito 

La Sicilia continua a bruciare. Da metà Luglio le temperature nella nostra Isola ‘viaggiano’ da 35 a oltre 40 gradi. Gli ‘strateghi del fuoco’ – perché gli incedi sono quasi tutti dolosi – che già hanno campo libero, sono facilitati dal clima. Con molta probabilità, c’è una strategia planetaria, se è vero che mezzo mondo è colpito dagli incendi. Ma è chiaro che in Sicilia fanno ciò che vogliono, agevolati da un Governo regionale che ha deciso di fare a meno dei presidi degli operai della Forestale nelle aree verdi. Per non parlare della mancanza di opere di prevenzione del fuoco. Detto questo, va aggiunto che i ‘Signori del fuoco’ stanno dimostrando, con i fatti, di essere organizzatissimi e di non temere alcuna autorità. Siamo all’11 di Agosto e il caldo infernale arriverà fino a dopo Ferragosto. C’è ancora un’altra settimana di inferno. Nel frattempo i grillini romani sono piombati in Sicilia per cercare di capire cosa ricavare politicamente dal fuoco siciliano. E’ arrivato il Ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, quello che ha scippato alle Regioni del Sud e alla Sicilia una parte importante dei fondi agricoli (FEARS) per darli alle Regioni del Nord. Con che faccia questo signore si presenti in Sicilia dopo quello che ha fatto non riusciamo a comprenderlo. Eppure questo signore è arrivato a Palermo per incontrare i sindaci. Che ha detto? Nulla di concreto. Ha parlato – probabilmente consigliato da burocrati del suo Ministero, della legge nazionale n. 353 del 2000, meglio conosciuta come la legge dell’aria fritta. Ovviamente, ha respinto le accuse di aver penalizzato le agricolture delle Regione del Sud e della Sicilia, negando l’evidenza. ha parlato del Corpo Forestale della Regione siciliana – che ormai in termini numerici è inesistente, tra ‘imboscati’ negli uffici e personale ridotto al lumicino e dei Vigili del Fuoco. Nessun accenno agli operai della Forestale dei quali, con molta probabilità, non conosce nemmeno l’esistenza. Poi una serie di chiacchiere sui Comuni che il Governo nazionale ha portato al quasi fallimento. L’unico accenno sensato è stato il riferimento al ruolo degli agricoltori custodi dell’ambiente: ma questo è un progetto che la Sicilia può affrontare con l’Unione europea, evitando di coinvolgere il Ministero delle Politiche agricole che si occupa solo delle Regioni del Nord Italia.

Le richieste della CIA siciliana

L’arrivo del Ministro ha creato in qualcuno l’illusione che il Governo nazionale faccia qualche cosa per la nostra Isola. Tra questi ‘romantici’ spicca Rosa Giovanna Castagna, presidente di CIA Agricoltori Italiani Sicilia, che evidentemente pensa che i grillini romani siano arrivati in Sicilia per fare qualcosa e non in cerca di voti. Rosa Giovanna Castagna chiede “Interventi con fondi della Protezione Civile per risarcire gli allevatori che hanno perso sia i pascoli che i foraggi, al fine di acquistare foraggio e mangimi per alimentare il patrimonio zootecnico; richiesta di intervento immediato presso AGEA per anticipazione dei premi relativi al primo ed al secondo pilastro della PAC. In particolare si richiede l’anticipazione, anche per le aziende con pascoli naturali, pari al 70% sia dei contributi previsti dalla Domanda Unica che per i contributi previsti dalle Misure a Superficie (Mi. 11 e Mis. 13), come previsto anche dai regolamenti UE; sospensione di tutte le rate di mutui, prestiti e cambiali agrarie e facilità di accesso al credito con il concorso della Regione; sospensione del pagamento dei contributi previdenziali e fiscali”. Volendo, le richieste sono a costo zero per lo Stato: ma in una Regione che non voterà più per il Movimento 5 Stelle e dove il centrosinistra a guida PD è fragile dubitiamo che Roma accetterà tutte queste richieste. Ribadiamo: a questi signori della Sicilia – soprattutto avendo la certezza che perderanno le elezioni regionali del prossimo anno – non gliene può fregare di meno. “La situazione degli incendi in Sicilia è drammatica – sottolinea Castagna – negli ultimi giorni sono andati in cenere migliaia di ettari di superfici produttive agricole, le perduranti condizioni meteo con temperature torride alimentano ulteriori focolai. Sono andate distrutte anche alcune strutture agricole, centinaia di chilometri di recinzione e di condutture idriche indispensabili alla sopravvivenza degli allevamenti. Non vi è alcuna legge dello Stato che prevede il risarcimento dei danni per le attività zootecniche, neanche le assicurazioni assicurano per il rischio incendio. I Nebrodi e le Madonie sono i territori più colpiti, ma tutte le province sono state interessate ed i danni sono centinaia di milioni di euro. Manca il foraggio in tantissimi comprensori della nostra Isola – conclude la presidente della CIA Sicilia – per questo motivo chiediamo interventi urgenti al
fine di aiutare i comparti maggiormente interessati ai danni da incendio”.

Le richieste della Cgil di Palermo

Un’altra organizzazione ‘romantica’ è la Flai Cgil di Palermo. Parlano il segretario generale, Dario Fazzese, e il segretario generale della Cgil, sempre di Palermo, Mario Ridulfo: “Quanto sta accadendo in questi giorni nella nostra provincia mette tristezza e rabbia. Stiamo vedendo andare in fumo, letteralmente, ettari di bosco e anni di lavoro. Lavoro degli operai forestali che hanno fatto nascere e crescere boschi lì dove oggi altrimenti ci sarebbe deserto. Anni di lavoro di chi in questi territori ha costruito con fatica le proprie aziende agricole. Abbiamo appreso dell’incontro dalla stampa”. Poi arriva la ‘stilettata’: “Sarebbe stato forse il caso di invitare anche le organizzazioni sindacali, che rappresentano i lavoratori impegnati sul fronte del contrasto agli incendi -aggiungono Fazzese e Ridulfo -. Approfittiamo comunque di questa occasione per dire al Ministro che certamente serviranno aiuti: alle imprese agricole, ai Comuni e alle singole persone che hanno visto distrutte le loro case. Ma vorremmo anche ribadire con forza la necessità che, accanto agli aiuti necessari, si faccia un serio contrasto al fenomeno degli incendi che ogni anno strappa via un pezzo di territorio e di bellezza alla nostra provincia. Basta pensare alla valle dello Jato, al bosco della Moarda, a quello di Casaboli o alle Madonie”. L’incontro con il Ministro Patuanelli lo hanno organizzato i sindaci, lasciando fuori i sindacati. “Serve – è la richiesta di Flai e Cgil – una coordinazione effettiva tra i diversi organi inquirenti per reprimere le azioni criminali che determinano tutto questo. Non può essere solo un problema di temperature o di piromani”. Finalmente c’è qualcuno che cerca di fare luce sui responsabili degli incendi: “Come abbiamo urlato insieme alle associazioni ambientaliste – si legge sempre nel comunicato della Cgil di Palermo – in occasione dell’incendio di Portella della Ginestra, serve un pool di indagine. Così come accadde in occasione della lotta alla mafia. E come in quel caso serve seguire la ‘puzza del denaro’ per capire dove effettivamente risiedano gli interessi che tutto ciò stanno determinando. Infine, continueremo a ribadirlo, serve rilanciare la forestazione pubblica, unico strumento per ricostruire quanto perso in questi mesi. Bisogna ammodernarla, renderla più stabile nel lavoro e prevedere la possibilità di inserire nuove forze giovani. Non possiamo più accettare che, come accade da anni, si piangano i disastri commessi dagli incendiari se si perde sempre l’occasione di programmare l’attività forestale bei tempi e con le risorse necessarie. Come diciamo ogni anno alla Regione siciliana: i tempi della natura non possono essere subalterni a quelli della politica”. Insomma, rispetto alla Cgil che, negli anni dei Governi di Raffaele Lombardo e di Rosario Crocetta – entrambi Governi siciliani di centrosinistra – aveva messo da parte gli operai della forestale per non creare problemi ai ‘manovratori’ qualche differenza c’è. Anche se l’analisi è troppo locale: gli incendi dei boschi, oggi, riguardano il mondo, chiudersi in Sicilia, rispetto a un fenomeno che potrebbe essere legato, perché no?, anche a sette più che al denaro, potrebbe risultare riduttivo.

Le critiche di Alessandro Aricò e Sergio Tancredi

Sulla visita in Sicilia del Ministro Patuanelli intervengono anche Alessandro Aricò e Sergio Tancredi, rispettivamente, capigruppo all’Ars di DiventeràBellissima e Attiva Sicilia: “Ci chiediamo con quale faccia il ministro Patuanelli venga in Sicilia. A discutere di cosa, dopo avere massacrato il comparto agricolo siciliano sottraendo risorse, penalizzando il presente e compromettendo il futuro dei tanti giovani che vedevano nella coltivazione della terra una nuova speranza di occupazione? Della sua solidarietà per gli incendi che stanno devastando la Sicilia non sappiamo cosa farcene, visto che è responsabile in prima persona dell’abbandono di quelle terre che, incoltivate e prive di presidi, sono facile preda del fuoco e dei criminali che lo propagano. Patuanelli i voti vada a cercarseli altrove, chieda scusa alla Sicilia e passi ai fatti perché delle sue promesse e delle sue assicurazioni non sappiamo cosa farcene, considerando anche che l’accordo siglato sulla Pac 2023-2027 ha comportato una riduzione dei fondi per l’Italia per oltre 6 miliardi di euro, come da lui stesso ammesso”.

Le richieste della FABI siciliana 

C’è anche una presa di posizione di Carmelo Raffa, leader storico della FABI siciliana, il più importante sindacato dei lavoratori bancari della Sicilia: “L’allarme già lanciato da FABI BCC Sicilia va tenuto in debita considerazione non solo dalle Banche di Credito Cooperativo ma da tutti gli Istituti di Credito presenti nel territorio isolano. Le Banche sospendano con immediatezza il pagamento delle rate di mutuo per i soggetti che hanno subito questa grande disgrazia che ha causato loro danni rilevanti e, in alcuni casi, la perdita totale dei loro beni.
I Governi Nazionale e Regionale debbono intervenire immediatamente con provvedimenti urgenti finalizzati a dare un po’ di serenità alle persone e agli imprenditori che sono disperati della sciagura causata dagli incendi in varie zone della nostra Isola. Occorre operare presto e senza indugi per fare rinascere ciò che è stato distrutto”.

 

 

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