Il verde di mezzo mondo è in fiamme e brucia anche la più grande discarica di pneumatici della Terra. Tutto regolare?/ MATTINALE 461

11 agosto 2021

 

Di fatto, nessuno si occupa della strategia criminale che sta incenerendo importanti aree verdi del Pianeta. E chi solleva questo problema è un “complottista”  

Stanotte a Palermo la temperatura segnava 37 gradi centigradi. Un inferno. E oggi sono previste temperature superiori a 40 gradi. Alle 15,00 di oggi, in alcune aree della Sicilia, sono in arrivo 48 gradi. E’ una temperature compatibile con la vita? Sono naturali questi cambiamenti climatici? Forse è il momento di interrogarsi non tanto e non soltanto sui cambiamenti climatici, ma anche su chi sta approfittando di queste alte temperature per mettere sempre più in pericolo la vita sulla Terra. Non si spiega altrimenti quanto sta avvenendo negli ultimi tre giorni in Kuwait, dove, improvvisamente, è andato a fuoco una delle più grandi discariche di pneumatici del mondo (qui un video de il Meteo). Siamo davanti a un disastro ambientale con effetti devastanti in tante aree del Pianeta. Ricordiamo che il potere calorifero legato alla loro combustione dei pneumatici è elevato (circa 8500 kcal/kg): ciò significa che 1 kg di pneumatici sviluppa la stessa quantità di calore di circa 0,7 kg di olio combustibile. Il calore è già un problema. A cui si aggiunge il problema dell’inquinamento dell’aria. In un articolo pubblicato su Angolo Tecnico Giuseppe Lazzara spiega che sono più di 100 i prodotti organici che si liberano nell’aria con la combustione dei pneumatici, “tra cui idrocarburi leggeri (metano, acetilene, etilene,…), composti monoaromatici (benzene, toluene, xilene,…), idrocarburi policiclici aromatici (naftalene, pirene, fenantrene), composti parzialmente ossigenati (naftolo, dibenzofurano, diossine,…) ed altri composti eterociclici. Come se non bastasse la discreta presenza di zolfo (mediamente 1,5%) e di azoto (mediamente 0,4%) nei pneumatici è responsabile della produzione degli ossidi nocivi quali SOx (ossidi di zolfo) ed NOx (ossidi di azoto)”.

Gli incendi sembrano essere quasi tutto dolosi. Ma di questo non importa a nessuno

Abbiamo più volte scritto degli incendi che funestano mezzo mondo. Sicuramente il clima caldo favorisce la diffusione delle fiamme. Ma il dubbio – che in alcuni casi è certezza – è che si tratti di incendi dolosi. Noi, ovviamente, saremo presi per ‘complottisti’, ma quello che pensiamo lo dobbiamo scrivere. quello che sta succedendo non è normale. Non è normale il clima e non sono ormali gli effetti di questi clima con il caldo asfissiante, accompagnati, lo ribadiamo, da incendi che sono quasi tutti di origine dolosa. I casi della Sardegna e della Sicilia sono stati e sono (perché in Sicilia il fuoco continua a bruciare aree verdi) emblematici. In Sardegna, a fine Luglio, una strategia criminale ha incenerito mezza Isola. E la stessa cosa sta avvenendo in Sicilia. In entrambi i casi la politica è arrivata impreparata, anche se in assenza di personale del servizio Forestale dislocato nelle aree verdi 24 ore su 24 – come si usava fare negli anni ’80 del secolo passato, quando non c’era l’Unione europea a porre limiti di bilancio – controllare gli incendi di origine dolosa è praticamente impossibile.

I criminali che appiccano il fuoco fanno quello che vogliono grazie anche a politici da quattro soldi incapaci di guadare oltre il proprio naso

Così assistiamo a una situazione per certi versi paradossale. Da una parte c’è una strategia criminale – della quale non si sa praticamente nulla – che appicca il fuoco (con riferimento all’Italia, dopo la Sardegna e la Sicilia, le fiamme hanno investito la Calabria, che pure ha un’organizzazione diversa in termini di salvaguardia del verde rispetto a Sicilia e Sardegna, con il personale impegnato nelle aree verdi, ma dove il fuoco non dà tregua: tant’è vero che è già intervenuto l’Esercito); non sappiamo se siano in corso inchieste, ma sappiamo che, a parte qualche arresto, i volti dei protagonisti di questa strategia terroristica rimangono ignoti; dall’altra parte c’è la politica italiana, sempre rissosa e inconcludente, dove le varie fazioni approfittano delle difficoltà di chi governa nell’affrontare gli incendi nella speranza di guadagnare qualche voto: in parole povere, speculazioni politiche di bassa lega che rendono la vita ancora più facile ai criminali che seminano fuoco, terrore e morte. Così, dal particolare al generale – dalla Sardegna, dalla Sicilia alla Calabria per arrivare alla Grecia, alla Turchia, alla Siberia, alla California, al Canada – il fuoco avanza e l’uomo, che con l’avvento del capitalismo liberista oggi dominante nel mondo è sempre più inebetito dal profitto, è sempre più incapace di cogliere il pericolo incombente. E come se non bastassero le aree verdi del Pianeta che si riducono di anno in anno, adesso, per la seconda volta, va a fuoco la più grande discarica di pneumatici del mondo (la prima volta si è verificata nel Maggio del 2013, altro anno orribile a causa del fuoco). Ovviamente, chi fa notare queste cose è un “complottista”. Inutile ricordare la stranezza della notte tra il 26 e il 27 Giugno, quando è iniziato, piano piano, il grande caldo. Tutte ‘fesserie’. Molto meglio andare dietro ai politici da quattro soldi che accusano chi governa di non sapere occuparsi degli incendi per prenderne il posto ed ottenere gli stessi risultati…

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