Sugli incendi che hanno funestato e che continuano a funestare la Sicilia non abbiamo fatto sconti al Governo siciliano di Nello Musumeci. Gli errori più gravi commessi dal Governo regionale sono stati (e sono visto che gli incendi continuano) la mancata realizzazione delle opere di prevenzione del fuoco e non aver fatto presidiare le aree verdi della nostra Isola dagli operai della Forestale. Se non fossero stati commessi questi due errori i danni ci sarebbero stati lo stesso, ma sarebbero stati di gran lunga inferiori. Ciò posto, siamo quasi costretti ad intervenire perché cominciamo a notare alcune anomalie che non possiamo non segnalare; e sono anomalie che riguardano le aziende zootecniche colpire dagli incendi. A nostro modesto avviso, il fenomeno andrebbe studiato con attenzione, per cercare di capire di chi sono le responsabilità. Cominciando a distinguere le aree verdi demaniali, delle quali si deve occupare l’amministrazione regionale, dalle aree verdi private, delle quali sono responsabili i privati, nel caso in oggetto i titolari delle aziende zootecniche. Può succedere che un’azienda zootecnica privata si trovi circondata da aree demaniali e, in caso di incendio per responsabilità della Regione, ne subisca le conseguenze? E’ un caso limite, ma ci può stare. Ma è statisticamente impossibile che tutte le aziende zootecniche della Sicilia, colpite nei giorni scorsi dal fuoco, siano in queste condizioni.
Cosa vogliamo dire? Semplicissimo: che se è vero che l’amministrazione regionale ha fatto poco o nulla per prevenire gli incendi, non per questo i privati debbono comportarsi allo stesso modo! In parole ancora più semplici: il titolare di un’azienda zootecnica privata – soprattutto sapendo dei tanti incendi che ogni anno scoppiano in Sicilia in Estate nelle aree verdi – dovrebbe avere l’accortezza di realizzare i viali parafuoco nelle aree pertinenti della propria azienda zootecnica e sollecitare l’amministrazione regionale – là dove la sua azienda dovesse confinare con il demanio regionale – a realizzare viali parafuoco e, in generale, le opere di prevenzione del fuoco (possibilmente per iscritto, per lasciare una traccia). Ora, con tutto il rispetto per gli allevatori, se il fuoco arriva nell’area privata di un’azienda zootecnica, ebbene, a meno che non si tratti di un incendio da finimondo che brucia tutto e tutti, ciò avviene perché il titolare dell’azienda non ha effettuato le opere di prevenzione dal fuoco. Quando, addirittura!, le fiamme arrivano a lambire le abitazioni, o addirittura a incenerirle, è evidente che nei terreni privati vicini alle stesse abitazioni ci sono erbe secche ed arbusti che non sono stati tolti! E perché di questa manchevolezza del privato dovrebbe essere responsabile la Regione?
E allora? Giusto intervenire in soccorso delle aziende zootecniche siciliane colpite dagli incendi, non prima, però, di avere fatto chiarezza sulle responsabilità. Che ci siamo stati, in generale, degli errori commessi dall’amministrazione regionale, beh, su questo non ci piove. Bisogna capire, però, se oltre alle responsabilità della Regione ci sono anche responsabilità dei privati. Se un privato che ha subito danni non ha fatto realizzare, nelle aree verdi di propria pertinenza (cioè di sua proprietà), le opere di prevenzione degli incendi che cosa pretende? Sappiamo tutti che tenere un fondo in Estate privo di erbe e arbusti secchi ha un costo: ma è un costo che un’azienda agricola si deve accollare. Magari trovando un accordo tra operai della Forestale e gli stessi agricoltori, come suggerisce il coordinatore di Equità Territoriale in Sicilia, Franco Calderone, assegnando agli agricoltori il ruolo di guardiani dell’ambiente con il sostegno dell’Unione europea (prevedendo, magari, una linea di intervento nel Piano di Sviluppo Rurale). Detto questo, pretendere che la pubblica amministrazione siciliana paghi i danni anche agli allevatori che non hanno difeso con la prevenzione, come avrebbero dovuto, i propri fondi dal fuoco ci sembra fuori luogo.
Foto tratta da Teleakras