- I cambiamenti climatici visti dall’Onu
- Le soluzioni del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres: “Economie inclusive e verdi, prosperità, aria più pulita e salute migliore sono possibili per tutti se rispondiamo a questa crisi con solidarietà e coraggio”
- La lettera di un gruppo di scienziati italiani di due anni fa alle alte autorità del nostro Paese
- “L’origine antropica del riscaldamento globale è però una congettura non dimostrata”
I cambiamenti climatici visti dall’Onu
Qual è la verità sui cambiamenti climatici? Un articolo di ITALPRESS riporta alcuni passi del rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) dell’Onu, redatto dal Gruppo di Lavoro I, che contribuisce al Sesto Rapporto di Valutazione dell’IPCC: “Molti cambiamenti climatici osservati nel Pianeta sono senza precedenti da migliaia di anni e alcuni di quelli già avviati, come l’innalzamento del livello del mare, sono irreversibili in centinaia o migliaia di anni. Secondo il report, riduzioni forti e durature delle emissioni di CO2 e di altri gas serra limiterebbero il cambiamento climatico. Tuttavia, mentre i benefici per la qualità dell’aria arriverebbero rapidamente, potrebbero volerci 20-30 anni per vedere le temperature globali stabilizzarsi. In particolare, in base al rapporto, le emissioni antropiche dei principali gas serra sono cresciute e hanno raggiunto nel 2019 concentrazioni di 410 parti per milione per CO2 e 1866 parti per miliardo per il metano. La temperatura media globale del pianeta nel decennio 2011-2020 è stata di 1.09° C superiore a quella del periodo 1850-1900, con un riscaldamento più accentuato sulle terre emerse rispetto all’oceano. A seguito del riscaldamento climatico, poi, il livello medio dell’innalzamento del livello del mare fra il 1901 e il 2020 è stato di 20 centimetri, con una crescita media di 1.35 mm/anno dal 1901 al 1990 e una crescita accelerata di 3.7 mm/anno fra il 2006 e il 2018”
Le soluzioni del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres: “Economie inclusive e verdi, prosperità, aria più pulita e salute migliore sono possibili per tutti se rispondiamo a questa crisi con solidarietà e coraggio”
“Inoltre – leggiamo sempre nell’articolo di ITALPEESS – tutti i più importanti indicatori delle componenti del sistema climatico stanno cambiando a una velocità mai osservata negli ultimi secoli e millenni. In particolare, la concentrazione dei principali gas serra è oggi la più elevata degli ultimi 800 mila anni; negli ultimi cinquant’anni la temperatura della Terra è cresciuta a una velocità che non ha uguali negli ultimi 2000 anni; nell’ultimo decennio l’estensione dei ghiacci dell’Artico durante l’estate è stata la più bassa degli ultimi 1000 anni e la riduzione dell’estensione dei ghiacciai terrestri non ha precedenti negli ultimi 2000 anni. Per il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, il rapporto è ‘un codice rosso per l’umanità. I campanelli d’allarme – ha detto – sono assordanti e le prove sono inconfutabili’. Per Guterres ‘le soluzioni sono chiare. Economie inclusive e verdi, prosperità, aria più pulita e salute migliore – ha spiegato – sono possibili per tutti se rispondiamo a questa crisi con solidarietà e coraggio'”.
La lettera di un gruppo di scienziati italiani di due anni fa alle alte autorità del nostro Paese
L’argomento dei cambiamenti climatici è molto complesso. Pur essendo, quelle del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, considerazioni importanti, consigliamo i nostri lettori di rileggere una lettera che un gruppo di scienziati italiani ha inviato due anni fa ha inviato al presidente della Repubblica, al presidente del Senato, al presidente della Camera dei deputati e al Governo. Gli scienziati si rivolgono “ai responsabili politici, affinché siano adottate politiche di protezione dell’ambiente coerenti con le conoscenze scientifiche. In particolare, è urgente combattere l’inquinamento ove esso si presenti, secondo le indicazioni della scienza migliore. A tale proposito è deplorevole il ritardo con cui viene utilizzato il patrimonio di conoscenze messe a disposizione dal mondo della ricerca e destinate alla riduzione delle emissioni antropiche inquinanti diffusamente presenti nei sistemi ambientali sia continentali che marini”. E ancora: “Bisogna però essere consapevoli che l’anidride carbonica di per sé non è un agente inquinante. Al contrario, essa è indispensabile per la vita sul nostro Pianeta. Negli ultimi decenni – scrivono gli scienziati – si è diffusa una tesi secondo la quale il riscaldamento della superficie terrestre di circa 0.9°C osservato a partire dal 1850 sarebbe anomalo e causato esclusivamente dalle attività antropiche, in particolare dalle immissioni in atmosfera di CO2 proveniente dall’utilizzo dei combustibili fossili. Questa è la tesi del riscaldamento globale antropico promossa dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazione Unite, le cui conseguenze sarebbero modificazioni ambientali così gravi da paventare enormi danni in un imminente futuro, a meno che drastiche e costose misure di mitigazione non vengano immediatamente adottate. A tale proposito, numerose nazioni del mondo hanno aderito a programmi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica e sono pressate, anche da una martellante propaganda, ad adottare programmi sempre più esigenti dalla cui attuazione, che comporta pesanti oneri sulle economie dei singoli Stati aderenti, dipenderebbe il controllo del clima e, quindi, la ‘salvezza’ del pianeta”.
“L’origine antropica del riscaldamento globale è però una congettura non dimostrata”
“L’origine antropica del riscaldamento globale – scrivono gli scienziati – è però una congettura non dimostrata, dedotta solo da alcuni modelli climatici, cioè complessi programmi al computer, chiamati General Circulation Models. Al contrario, la letteratura scientifica ha messo sempre più in evidenza l’esistenza di una variabilità climatica naturale che i modelli non sono in grado di riprodurre. Tale variabilità naturale spiega una parte consistente del riscaldamento globale osservato dal 1850. La responsabilità antropica del cambiamento climatico osservato nell’ultimo secolo è quindi ingiustificatamente esagerata e le previsioni catastrofiche non sono realistiche”. Insomma, una spiegazione diversa da quella dell’Onu (che potete approfondire qui). Per i nostri lettori che cercano di di capire come stanno le cose è bene sentire entrambe le campane.
Foto tratta da Il Fatto Quotidiano
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