- Quando Palermo avrà un’amministrazione comunale in grado di ascoltare i bisogni dei cittadini si dovrà affrontare la questione delle alte temperature che ogni anno sono sempre più estreme
- Un appello agli architetti: il verde deve diventare il motivo conduttore in una Sicilia dove avanza a gradi falcate la desertificazione
Quando Palermo avrà un’amministrazione comunale in grado di ascoltare i bisogni dei cittadini si dovrà affrontare la questione delle alte temperature che ogni anno sono sempre più estreme
Non sappiamo nel resto della Sicilia, ma a Palermo, ormai da circa 20 giorni, la temperatura oscilla tra 38 gradi e 42 gradi centigradi. La città è un forno, anche perché sono stati eliminati migliaia di alberi, come ricorda l’ecologo Silvano Riggio. L’esempio eclatante del degrado della città è rappresentato da Piazza Politeama, un tempo una delle più belle Piazze d’Italia, oggi massacrata da inutili quanto eterni appalti ferroviari che hanno di certo fatto la fortuna di qualcuno, ma che hanno massacrato un luogo privandolo anche degli alberi. La ‘sinistra’ che governa la città da quasi un decennio non è ‘verde’: anzi. Ancora oggi si discetta sugli anni del ‘Sacco di Palermo’, facendo finta di non vedere lo schifo che si incontra girando oggi per la città, dal centro alle periferie: immondizia non raccolta nelle strade e nei marciapiedi, topi, scarafaggi, strade dissestate, strutture sportive che cadono a pezzi, spazi verdi abbandonati, alberi appena piantumati e già morti per mancanza d’acqua e – la ‘news’ – acqua non potabile per mezza città. Su I Nuovi Vespri trovate oltre ottanta interventi dell’Associazione Comitati Civici: nel 90% dei casi denunciano i rifiuti abbandonati dove capita. In questo marasma è arrivato il caldo feroce che, unito all’immondizia, dà luogo a fetori immondi. Pensate un po’ al green pass a Palermo, alle polemiche sul sì e sul no: in effetti, uscire – magari a piedi – per godersi i ‘profumi’ è una battaglia che vale la pena di essere combattuta… Ma sul caldo e sulle temperature sempre più estreme – che ogni anno, in estate, diventano sempre più estreme – bisognerà cominciare a ragionare.
Un appello agli architetti: il verde deve diventare il motivo conduttore in una Sicilia dove avanza a gradi falcate la desertificazione
Ci rivolgiamo, in particolare, agli architetti, perché la nostra speranza – per esempio – è che a progettare i centri commerciali siano gli architetti. Va bene che Palermo è ormai una città a perdere, va bene che nessuno si occupa da almeno tre anni dell’immondizia che ristagna nelle strade; però va detto che, green pass o non green pass, un paio di volte a settimana, o magari una volta alla settimana bisogna recarsi a fare la spesa. Con il caldo feroce girare per i mercatini e per i negozi non sempre è proponibile; si può fare nelle prime ore della mattina, prima che la temperatura arrivi a 40 gradi. Dopo le dieci di mattina fino alle sette del pomeriggio i centri commerciali sono avvantaggiati. Ma… Ma il problema è che nei centri commerciali di Palermo gli alberi si contano sulla punta delle dita. Lasciare un’ora un auto in un parcheggio di un centro commerciale sotto il sole a 40 gradi, in uno spazio completamente privo di alberi è un massacro. Come si fa a prendere posto e a guidare un’auto che è stata un’ora sotto il sole a 40 gradi in una zona priva di verde? E’ così difficile progettare i centri commerciali prevedendo i parcheggi con gli alberi? Se ci fosse un Comune in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini si potrebbe pensare a un regolamento per imporre agli attuali centri commerciali la piantumazione di alberi nei parcheggi. Ma questo potrà avvenire quando Palermo avrà un altro sindaco. Il discorso è generale e non riguarda solo il tempo da dedicare alla spesa. In Sicilia avanza a grandi falcate la desertificazione. Ogni anno il clima estivi è più caldo dell’anno precedente. Gli alberi e, in generale, il verde possono essere un rimedio – anche se non l’unico – per affrontare le Estati sempre più roventi.
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