- La verità è che un bidello con la licenzia media ‘pesante’ sta facendo passare i sorci verdi ai tanti laureati che hanno fatto il bello e i cattivo tempo nella Formazione professionale siciliana
- “Di certo non occorre più cercare la pistola fumante, l’arma del delitto, per appurare i tantissimi reati che si sono perpetrati in tutti questi anni da parte di chi amministrava questo Ente”
- Unni eru a finiri i beddi picciuli?
da Costantino Guzzo
vice presidente dell’Associazione Sindacale Lavoratori 99,9%
riceviamo e pubblichiamo
La verità è che un bidello con la licenzia media ‘pesante’ sta facendo passare i sorci verdi ai tanti laureati che hanno fatto il bello e i cattivo tempo nella Formazione professionale siciliana
La malaccorta associazione di interessi che operava all’interno dello IAL CISL SICILIA, poi denominato IAL SICILIA, di certo non aveva contemplata la tenacia e la testardaggine di un bidello con la terza media. Il testone, tanto coriaceo bidello che ha fatto emergere pubblicamente (e ancor prima che chi di competenza lo accertasse) la grande “TRUFFA” nel comparto Formazione Professionale perpetrata a danno della Regione siciliana, dell’Unione Europea, dello Stato, ma soprattutto a danno degli ex dipendenti, lavoratori di serie B. Il Diavolo fa le pentole ma non i coperchi, si dice, perché ora è chiaro che, dopo avere preso atto dell’ordinanza del Tribunale di Palermo Sezione V Civile Specializzata In Materia Di Impresa (dove oltre a procede al sequestro conservativo di 14.500.000,00€ nei confronti di tutto il CdA dello IAL, si afferma che questo ente era in dissesto finanziario già dal 2010) si aprono altri nuovi oscuri scenari.
Come mai tutti i controlli degli anni passati non hanno portato prima a questo giudizio?
“Di certo non occorre più cercare la pistola fumante, l’arma del delitto, per appurare i tantissimi reati che si sono perpetrati in tutti questi anni da parte di chi amministrava questo Ente”
Da ex dipendente, da creditore infognato in un fallimento a dir poco strano, ma soprattutto da persona offesa dai fatti (per non avere ricevuto retribuzioni, assegni familiari , contributi ecc ecc), inizio a chiedermi: “chi si sta adoprando per allungare il sugo o brodo che dir si voglia”? Di certo non occorre più cercare la pistola fumante, l’arma del delitto, per appurare i tantissimi reati che si sono perpetrati in tutti questi anni da parte di chi amministrava questo Ente. Tutto ad iniziare dal 2010 quando il datore di lavoro era la CISL stessa, che non pagò la mensilità di Dicembre e tredicesima 2010 ai propri ex dipendenti e dalla famosa pubblica denuncia da parte del Presidente della Regione pro tempore, Rosario Crocetta, per i famosi 25 milioni di euro di finanziamenti pubblici ricevuti da questo ente (IAL SICILIA), e non erogati sotto forma di retribuzione ai suoi ex dipendenti. E quella della Deloitte e Touche (Organo di controllo della Regione siciliana), aggiungo io, che rinveniva all’interno della sede regionale dello IAL, in una cassaforte , “ASSEGNI CIRCOLARI” per un valore di circa 15 milioni di euro: tutto corredato di nomi e cognomi dei beneficiari. E ancora la mancata erogazione della “Diaria Giornaliera” non corrisposta agli allievi e i tanti debiti che nel tempo sono emersi dallo stato passivo nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, dell’Inps, dei Fornitori e dei Locatori.
Unni eru a finiri i beddi picciuli?
Di certo un Ente che vive di finanziamenti pubblici e che sulla carta viene riconosciuto come ente senza scopo di lucro, difficilmente potrà definirsi IMPRESA. Ma la divina provvidenza è intervenuta lo stesso, compiendo cose mirabolanti, come dicono sempre a Palermo, FACENNU TRASIRI ‘U SCECCU PA CUDA: ottenendo per l’Ente il riconoscimento di IMPRESA, forse tentando di evitare la chiusura per bancarotta fraudolenta. Difficilmente si potrà non arrivare ad un giudizio penale visto le cose sin qui narrate, i tanti illeciti e le tante ruberie. A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca! Forse qualcuno ha deciso che nessuno deve toccare Caino (i potenti), perché magari poi verrebbe fuori che lo IAL è la fotocopia di tanti altri enti che inspiegabilmente sono falliti e hanno avuto le stesse traversie, mandando Abele al riposo eterno (leggasi lavoratori, sic !). E magari definire IMPRENDITORI di SOLDI PUBBLICI farebbe apparire tutto più tollerabile agli occhi degli ex operatori della Formazione Professionale siciliana che scioccamente riverserebbero su altri le vere responsabilità.
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