Secondo Fejto, la Massoneria continentale latina, egemonizzata da quella francese, si impegnò nel diffondere in tutta Europa i valori del repubblicanesimo laico e anticlericale, che non solo non lasciavano spazio ad alcun compromesso con l’Impero asburgico ma addirittura consideravano i cattolici alla stregua di una quinta colonna del nemico. A giudizio dello storico ungherese, un altro obiettivo della massoneria fu la nascita di una federazione di nazioni europee sotto l’egemonia della Francia all’interno della Società delle Nazioni. L’instaurazione della Società delle Nazioni, ricorda Fejto, era diventata la motivazione ufficiale della guerra da parte delle potenze dell’Intesa a partire dal congresso massonico tenutosi a Parigi nel giugno 1917. Si trattava di un proposito lungamente vagheggiato dalla massoneria: già Mazzini aveva profetizzato una repubblica mondiale. A mio avviso la S.d.N. (Società delle Nazioni Unite ndr) fu la tappa di preparazione per il Governo mondiale di oggi, l’ ONU.
Si capisce così perché la massoneria e l’alta finanza – forze cosmopolite – abbiano mobilitato i nazionalismi in occasione della prima guerra mondiale: occorreva fare tabula rasa di ogni forma alternativa di universalismo. L’Impero asburgico, la Russia e l’Impero ottomano, furono annientati proprio perché erano esempi riusciti di compagini statali multietniche. Analizzando la faccenda da un punto di vista religioso anziché politico, le cose diventano ancora più chiare. Con il crollo dell’Impero ottomano ebbe fine per sempre l’unità non solo politica, ma anche spirituale del mondo islamico. In Russia i comunisti, finanziati dai banchieri di Wall Street, intrapresero addirittura lo sterminio del clero ortodosso.
Enrico Montermini Mussolini e gli illuminati, Edizioni Si, pag. 17.
Foto tratta da Istambulperitaliani.it
Tratto da Regno delle Due Sicilie.it