di Livio Ghersi
Nel Corriere della Sera del 22 Luglio 2021, il giornalista inviato a Voghera così descrive l’immigrato di origini marocchine, rimasto ucciso: “Pregiudicato per furto, inserito in giri di droga e a sua volta consumatore, alcolizzato cronico, destinatario di ordini di lasciare l’Italia sempre disattesi, e conosciuto nella cittadina pavese per il vagabondaggio e le molestie a chiunque”. Chi è capace di pregare, utilizzerebbe bene un po’ del proprio tempo nel dedicare una preghiera a questo essere umano che non c’è più, la cui vita appare segnata dalla sofferenza e dall’emarginazione. Qui niente c’entrano le differenze religiose e culturali, perché l’Islam, com’è noto, proibisce le bevande alcoliche, mentre lo sventurato era un alcolizzato cronico. Proveniva dal Nord-Africa, ma avrebbe potuto essere originario di qualunque altro posto del vasto mondo.
Ciò premesso, io non mi indigno perché un assessore comunale, iscritto al Partito della Lega, e, oltre tutto, ex poliziotto, avesse con sé una pistola regolarmente autorizzata. Né intendo avallare la facile speculazione politica, laddove si parla di “Far West”, quando l’imputazione giuridica a carico di chi ha sparato è “eccesso colposo di legittima difesa”. Io mi indigno perché in questo nostro Paese sfasciato è possibile che un immigrato possa ricevere più e più volte un ordine di espulsione dal territorio
nazionale e tale ordine rimanga ineseguito; e che il destinatario del provvedimento rimanga lì dov’era e continui a fare tutte le cose che faceva prima. Ossia, tutte le cose per le quali era stato giudicato meritevole di espulsione. Io mi indigno moltissimo perché i tanti demagoghi, i quali, purtroppo, affollano il nostro Paese, continuano con la retorica dell’accoglienza
illimitata nei confronti degli immigrati. Senza preoccuparsi minimante: 1) di quali siano le condizioni reali, concrete, in cui gli immigrati, entrati in modo irregolare in Italia, si trovano a vivere; 2) di quanti problemi e fastidi arrechino con la loro presenza alle nostre comunità locali. Io mi indigno con le tante Organizzazioni non governative (ONG) che affollano con le loro navi il Mediterraneo, al solo scopo di traghettare immigrati dal Nord Africa nei “porti sicuri” italiani. Sulla base del presupposto ideologico che chiunque (quindi, potenzialmente, oltre un miliardo di africani) abbia diritto di migliorare le proprie condizioni di vita e, quindi, di trasferirsi in altri Paesi più ricchi, civili e pacifici. Il problema è che né l’Italia, né gli altri Stati membri
dell’Unione Europea potranno mantenersi a lungo civili e pacifici, se il fenomeno migratorio assumerà dimensioni quantitative tali da travolgere e profondamente snaturare le caratteristiche storiche e culturali di ogni singolo Stato europeo. Quanti la pensano in siffatto modo certamente non amano la loro Patria. Forse si riconoscono in un’idea di cosmopolitismo, che si risolve in un meticciato
universale; ma, dal punto di vista di chi, invece, ama davvero la propria Patria, sono qualcosa di molto simile a dei “traditori”.
Ciascuno Stato membro dell’Unione Europea deve rivendicare, e deve poter esercitare, il diritto di decidere la quota di lavoratori immigrati che, periodicamente, vuole introdurre in modo legale e regolare nel territorio nazionale, affinché detti immigrati contribuiscano con il loro lavoro all’economia del Paese. Spetta a ciascuno Stato membro scegliere sia le tipologie dei lavoratori, sia i Paesi di provenienza, in modo da favorire una più facile integrazione. Si intende che ai lavoratori regolari vanno garantiti una giusta retribuzione e condizioni di vita all’altezza di un Paese civile (a partire dall’abitazione e dall’assistenza sanitaria). Tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, nel loro insieme, hanno il diritto e il dovere di contrastare in ogni modo – compreso l’impego massiccio delle Forze
Armate – ogni forma di immigrazione irregolare. Tutte le genti del mondo devono sapere ed avere chiaro che in Europa non si può entrare clandestinamente. A Voghera, l’immigrato che per disgrazia è morto era un povero balordo. Ci sono altre realtà, come, ad esempio, Palermo, in cui gli immigrati irregolari trovano subito occupazioni “irregolari”.
A Palermo, come dovunque, ci sono le zone destinate a parcheggio. In esse, i residenti hanno diritto a parcheggiare la propria auto con una tariffa annua agevolata. I residenti che hanno un numero di auto superiore a quello che rientra nella tariffa agevolata, possono sottoscrivere un abbonamento con l’Azienza municipale dei trasporti. Questo è il mio caso ed il costo, per le caratteristiche della mia automobile, è di 105,00 euro ogni tre mesi. Poi ci sono i posteggiatori occasionali che, per potere sostare, acquistano una scheda oraria. Nelle traverse del Centro-città gli immigrati irregolari si propongono spesso come parcheggiatori abusivi. Ogni due palazzi c’è, puntuale, un parcheggiatore abusivo ad aspettarti. Il problema non sono i pochi spicci che dai loro; ma il fatto che, talora, sono aggressivi e pretendono di essere pagati per farti lasciare l’auto. Cosa ancora più intollerabile è che, per loro, non hanno alcun significato il permesso di parcheggio annuale rilasciato dal Comune, o l’abbonamento acquistato dall’Azienza municipale dei trasporti. Poiché mi sono rifiutato di pagare quanto ritenevo di aver già pagato nel circuito legale, in ripetute occasioni mi è capitato di trovare il giorno dopo la mia automobile seriamente danneggiata. Non per rubare qualcosa all’interno, ma per mero vandalismo. Queste sono soverchierie che non dovrebbero essere consentite
in uno Stato civile.
Ed ecco che viene in luce la questione centrale. I partiti di “sinistra” insistono sul principio che nessuno possa farsi giustizia da sé. Principio sacrosanto; che però è anch’esso sottoposto ad una precisa condizione: che lo Stato, le sue Forze dell’Ordine, garantiscano la sicurezza dei cittadini e li tutelino dai prepotenti e dai male intenzionati. Cosa succede se un cittadino che, ripetutamente, ha subìto, ad esempio, atti di vandalismo della propria automobile, fa regolare denuncia al competente posto di Polizia? I poliziotti rilasciano una copia della denuncia al solo scopo che il denunciante possa, a sua volta, girarla alla propria compagnia di Assicurazione, per recuperare almeno una parte dei costi di riparazione dell’automobile. Dopodiché gli stessi poliziotti ti fanno intendere chiaramente che loro non hanno tempo (né voglia) di occuparsi di questi “reati minori”. Ti fanno capire che se non c’è almeno una rapina a mano armata, o un omicidio, non si scomodano facilmente. Del resto, a Palermo, città in prima linea nella lotta alla mafia, vuoi che le energie delle Forze dell’Ordine possano essere distratte per andar dietro a bagattelle? Ma sono proprio queste presunte bagattelle che possono migliorare, o
peggiorare notevolmente la qualità della vita di un comune cittadino. Io consiglio tutti coloro che, in ogni parte d’Italia, sono vittime di reati cosiddetti “minori” di fare ogni volta regolare denuncia alle competenti Autorità. Consiglio di sommergere, alla lettera, i posti di polizia di denunce. Affinché, periodicamente, emerga – statistiche alla mano – che la protezione effettiva che le Forze dell’Ordine sono in grado di offrire, concretamente, ai comuni cittadini oggi in Italia è del tutto inadeguata ed insufficiente.
Non volete il “Far West”? Allora attrezzatevi per far funzionare lo Stato. Non si può avere uno Stato imbelle, impotente, lassista, e poi lamentarsi se qualcuno comincia a pensare a come organizzarsi per difendersi autonomamente. Mi aspetto già la terribile accusa. Ma come ti permetti, tu che vivi a Palermo, di parlare in modo irrispettoso delle Forze dell’Ordine? Il fatto è che a Palermo sono caduti una decina di veri ed autentici eroi; e sono caduti per servire davvero lo Stato e la legalità repubblicana. Questo non significa però che tutti coloro che si fregiano del nome di “servitori dello Stato” siano identici a quegli eroi. Cercano di brillare di luce riflessa; fanno molta retorica. Spesso, però, dimostrano di somigliare più ai tanti scansafatiche che affollano le altre amministrazioni dello Stato, delle Regioni, degli Enti locali. Quelli, per intenderci, che con la pandemia del Covid-19
hanno vinto un terno al lotto. Perché continuano a percepire il loro regolare stipendio mensile, ma, purtroppo, non possono avere contatti diretti con il pubblico; dunque, lavorano poco. Addirittura meno di quanto già facevano. Il che andrebbe segnalato fra i record. La burocrazia, nell’accezione più negativa del termine, trionfa ovunque. Protetta dai cattivi sindacati (quelli i cui comportamenti
farebbero rivoltare nelle tombe i sindacalisti del diciannovesimo secolo). Vedrete che neppure le scuole riapriranno e si continuerà nella didattica a distanza; perché, purtroppo, non tutto il personale della Scuola risulta vaccinato!
Ci sono alcuni che pensano che tutta la questione dell’immigrazione non abbia reale fondamento e sia solo frutto di speculazione politica. Si tratterebbe di un argomento buono soltanto per campagne elettorali. È, invece, una questione terribilmente seria. Continuando di questo passo, la cosiddetta sinistra, i cosiddetti democratici “progressisti”, i cosiddetti cristiani impegnati nel sociale devoti a Papa
Francesco, prima o poi subiranno, proprio su questo terreno, non una mera sconfitta elettorale, ma una vera e propria disfatta di proporzioni storiche. Di quelle, per intenderci, i cui effetti durano continuativamente per venti o trent’anni.