- In effetti proprio quest’anno le piogge non sono mancate. Possibile che, con 50 dighe circa, e con le piogge, la Sicilia non riesca a organizzare un servizio di irrigazione degno di questo nome?
- La CIA siciliana non esclude “drammatiche ripercussioni sugli impianti arborei, sul prodotto pendente e sulle condizioni economiche delle imprese”
In effetti proprio quest’anno le piogge non sono mancate. Possibile che, con 50 dighe circa, e con le piogge, la Sicilia non riesca a organizzare un servizio di irrigazione degno di questo nome?
“A causa della cessazione del servizio di distribuzione dell’acqua, si prelude uno
stato di emergenza drammatico in gran parte delle aree servite dal Consorzio di Bonifica Sicilia orientale.
Oggi e con urgenza bisogna mettere mano ad un Piano di emergenza per trovare tutte le risposte possibili,
coinvolgendo in eventuale conferenza di servizi il Dipartimento Regionale delle Acque, l’Enel, la Prefettura
e gli enti la cui presenza viene reputata utile allo scopo”. Così scrivono in un comunicato, Pippo Di Silvestro, Presidente CIA
Sicilia Orientale e Giosuè Catania, vice Presidente Vicario CIA Sicilia Orientale che hanno già inviato una
lettera al Commissario straordinario del Consorzio di Bonifica Sicilia Orientale, Francesco Nicodemo, al
Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, all’assessore regionale all’Agricoltura, Toni Scilla.
La CIA siciliana non esclude “drammatiche ripercussioni sugli impianti arborei, sul prodotto pendente e sulle condizioni economiche delle imprese”
“Le forti pressioni che riceviamo dagli agricoltori oggi privi di riserve idriche e con una stagione ancora
lunga – prosegue la nota dei due esponenti della CIA – lascia presagire drammatiche ripercussioni
sugli impianti arborei, sul prodotto pendente e sulle condizioni economiche delle imprese, soprattutto
quelle meno attrezzate e allocate in aree poco servite”. Da quello che si capisce, ci sarebbero problemi per le aziende
agricole della Piana di Catania che dovrebbero ricevere l’acqua dell’invaso Pozzillo. In questo invaso, dicono gli esponenti
della CIA, “il progetto di pulizia dei fondali dai detriti e fanghiglia doveva essere completato entro il 2021
ma ancora non è definito e non si sa perché”; stesso identico problema si pone per l’invaso Don Sturzo”; e problemi
anche per l’invaso Pietrarossa. “Infine – leggiamo sempre nel comunicato – l’invaso di Lentini che, pur avendo
acqua a sufficienza, non si riesce ad utilizzare se non per la poca area servita o per la inefficienza dei motori
di sollevamento”. Insomma, c’è molta disorganizzazione. Resta una domanda: l’acqua piovuta dal cielo che fine ha fatto?
Possibile che, in Sicilia, con circa cinquanta dighe e con le piogge che non sono mancate, non ci sia l’acqua
per l’agricoltura?
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