Gli amici dell’Unione Sindacale di base (USB) di Catania ci hanno inviato questo comunicato: “Sabato pomeriggio si è svolta a Ponte Barca (Paternò) l’ASSEMBLEA indetta in seguito all’attacco incendiario messo in atto domenica scorsa dalla mafia nelle campagne di SCIDDICUNI, attacco che ha distrutto 10 anni di lavoro, di sacrifici, di speranze. L’ASSEMBLEA, aperta con l’intervento di Emanuele Feltri, seguito dagli altri agricoltori della zona, ha visto la partecipazione attiva di associazioni legate al lavoro contadino locale e regionale, di associazioni culturali, di organizzazioni politiche dell’area della sinistra radicale, di singoli contadini. Presente anche la Federazione del Sociale USB Catania che esprimendo incondizionata solidarietà ad Emanuele Feltri e agli altri piccoli agricoltori di Sciddicuni, denunciando la presenza sempre più aggressiva della mafia nei territori tradizionalmente agricoli e il ruolo devastante svolto dalla Grande distribuzione in Sicilia nei confronti dell’agricoltura e non solo, ha dato la propria disponibilità ad essere presente alle iniziative di lotta e nei tavoli istituzionali che dovranno necessariamente fare seguito all’ASSEMBLEA di sabato pomeriggio: JEMU AVANTI!”. Emanuele Feltri è un agricoltore che è stato preso di mira più volte dai mafiosi. Nel 2013 trovò alcune pecore uccise e la testa di una pecora gli venne recapitata a casa.
L’azienda agricola di Emanuele Feltri (nella foto a destra) si trova dell’oasi di Ponte Barca, nella Valle del Simeto, a Paternò. Purtroppo, oggi si deve parlare
E’ chiaro che qualcuno ha preso di mira Emanuele Feltri e i titolari di altre aziende agricole della zona. Il fuoco, in Sicilia, non colpisce solo le aree verdi: colpisce anche i campi di grano e, n questo caso le aziende agricole. Chi c’è dietro questi incendi dolosi? Che interessi si celano? E’ quello che dovranno appurare gli inquirenti. In ogni caso, siamo davanti a una vicenda inquietante. Bisogna capire, adesso, che cosa faranno le istituzioni a tutela di questi agricoltori. L’assemblea di ieri, Sabato 17 Luglio, è stata importante perché ha acceso i riflettori su un atto di gravissima intimidazione nei riguardi di un gruppo di agricoltori che operano nelle contrade Sciddicuni, Ponte Barca, San Nicolò, Poira, Castellaccio. E anche perché è stata l’occasione per parlare di altre questioni che, ormai da anni, travagliano l’agricoltura siciliana: la mancanza di acqua e, quando l’acqua per l’agricoltura c’è, il costo che diventa sempre più proibitivo; i difficili rapporti con la Grande distribuzione organizzata, che impone agli agricoltori prezzi dei prodotti agricoli bassi, se non bassissimi, con la scusa che, se non accettano, tanto ci son i prodotti a prezzi bassissimi che arrivano dal Nord Africa, dalla Cina e da altri Paesi del mondo dove il costo del lavoro agricolo è in media venti volte più basso del costo del lavoro agricolo dell’Italia.
Foto tratte da Focus Sicilia