Al Sifus Confali va riconosciuto un grande merito: aver riportato al centro del dibattito politico della Sicilia la questione degli operai della Forestale. Se la riforma di questo settore è oggi in discussione in Assemblea regionale siciliana, ebbene, il merito è di questa battagliera organizzazione sindacale che, ieri, in una giornata di caldo terribile, è riuscita a portare a Palermo circa 500 operai forestali arrivati da tutte le province dell’Isola. Tutti davanti il Parlamento siciliano per sostenere il disegno di legge di riforma del settore sottoscritto da nove parlamentari. “Per comodità e rispetto per i boschi – scrive sulla pagina Facebook Maurizio Grosso, segretario generale del Sifus – hanno partecipato a turno, ma in piazza Parlamento sotto l’Ars erano presenti oltre 500 lavoratori forestali provenienti da tutta la Sicilia assieme alle loro necessità e ai loro bisogni per sostenere il disegno di legge promosso dal Sifus e presentato da 9 deputati di maggioranza ed opposizione che prevede per tutti loro il transito in un contingente unico a tempo indeterminato. La manifestazione a sostegno del ddl 1009, ha consentito ai forestali di prendere con una fava 2 piccioni: 1) che in ddl 1009 (si tratta del disegno di legge di riforma del venisse immediatamente incardinato in Commissione Attività produttive in maniera che dalla prossima settimana si possa discutere superando i freni frapposti dal Governo Musumeci che, con la scusa di discuterlo assieme al suo, punta a perdere tempo. Il ddl del Governo Musumeci/Scilla non è stato incardinato. 2) i manifestanti hanno incontrato, in stile Sifus, cioè in piazza, quasi tutti i parlamentari che hanno sottoscritto il ddl 1009, da Galvagno a Figuccia, da Ragusa ad Amata, da Barbagallo a Tamayo ed inoltre, 3 deputati del Movimento 5 stelle tra cui Schillaci e Cappello. Questi ultimi si stanno organizzando per mettere la faccia sul ddl 1009. A Barbagallo e Tamayo abbiamo chiesto di coinvolgere i loro rispettivi gruppi o parti di essi a sostegno del ddl 1009. In conclusione, la campagna di coinvolgimento di ulteriori deputati al ddl 1009 procede molto bene e la prossima settimana in occasione della discussione in commissione cominceremo a vederne ulteriori frutti”.
Sempre s Facebook Grosso tira qualche ‘stilettata’ al presidente della Regione, Nello Musmeci: “Non vi è ombra di dubbio che la sparata preelettorale contenuta nella delibera della Giunta Musumeci avente ad oggetto la riforma del comparto forestale tenda a prendere piede nella fantasia dei forestali nonostante la ‘balla’ dei 180 giorni nasconda la realizzazione, entro 6 anni, dei contingenti di 120 e 180 giorni, la cancellazione del turnover , la cancellazione del contingente a tempo indeterminato e la trasformazione del contratto a tempo indeterminato in contratto stagionale. Ci chiediamo, trascorsi i 6 anni, come faranno i forestali a transitare in un contingente di 180 giorni senza il turnover? L’unica riforma che ha tutti gli strumenti per essere approvata è quella promossa dal Sifus che guarda al tempo indeterminato perché fa sistema tra patrimonio boschivo, ambiente, turismi, territorio e lavoro. Il ddl 1009 è stato sottoscritto da ben 9 deputati ma contiamo a stretto giro di arrivare a 28/30 poiché abbiamo avviato un percorso di coinvolgimento generale al disegno di legge”.
L’attivismo del Sifus ha quasi costretto gli altri sindacati a intervenire. “Attivo unitario dei forestali oggi alle 10 presso la Cgil Sicilia, in via Bernabei, 22 – si legge in un comunicato di Cgil, Csl e Uil -. I delegati forestali, assieme ai rappresentanti sindacali di Flai, Fai e Uila, esamineranno la proposta di riforma del settore forestale presentata dal governo regionale e discuteranno delle iniziative da mettere in campo, a partire dalla prima manifestazione già in programma, il sit-in del 23 luglio, ore 9,30, presso l’Ars”. “Esprimiamo la nostra forte preoccupazione per il testo approvato dalla Giunta regionale, con il quale si delinea il futuro del comparto forestale e della tutela del patrimonio boschivo della nostra Regione – dichiarano i segretari generali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil di Palermo Dario Fazzese, Francesco Nuccio e Giuseppe La Bua -. Riteniamo che la proposta sia culturalmente retrograda, non vediamo una visione né più razionale, né più innovativa. E’ una riforma che non prevede un futuro certo per il comparto, come ad esempio la possibilità di un percorso improntato sul ricambio generazionale. Uccide la speranza di una possibile stabilizzazione dei lavoratori, sospendendo il turn over fra le fasce e, soprattutto, non contiene una visione produttiva del comparto che metta al centro la lotta alla desertificazione e al dissesto idrogeologico. Con il blocco del turn over scompariranno i lavoratori a tempo indeterminato che sono indispensabili per la pianificazione delle attività forestali. Leggiamo al contrario di passaggio a due fasce di lavoro, a 120 e 180 giornate, senza però chiarire in quanto tempo si debba concretizzare questo obiettivo – proseguono Fazzese, Nuccio e La Bua -. E, contemporaneamente, si parla di tagli al comparto e di assenza di investimenti strutturali, che riteniamo indispensabili per una riforma che dovrebbe avere l’obiettivo di dare maggiore occupazione e garantire un il migliore riordino possibile al settore e alla gestione del patrimonio ambientale della Regione”.
Sulla vicenda interviene anche il vicepresidente della commissione Attività produttive alla Camera, il deputato grillino Andrea Giarrizzo: “Mi unisco ai rappresentanti sindacali di Flai, Fai e Uila, nell’esprimere forte preoccupazione per il testo approvato dal Governo regionale sulla riforma del settore forestale. Si terrà stamattina, alle ore 10, un vertice dei forestali alla Cgil Sicilia, in via Bernabei, 22, dove i delegati della categoria, assieme ai rappresentanti sindacali, esamineranno la proposta di riforma. Una riforma che, come sostenuto dai sindacati, sembrerebbe non avere nessuna visione futura. Nonostante gli incendi che nelle ultime settimane, ma più in generale negli ultimi anni, stanno devastando i nostri territori, infatti, il governo Musumeci non sembra abbia alcuna intenzione di risolvere in via definitiva il problema che sta attanagliando l’Isola. Nessun futuro certo per il comparto, nessuna prospettiva per il ricambio generazionale, nessuna stabilizzazione dei lavoratori e, soprattutto, non ci sono strumenti seri per la lotta alla desertificazione e al dissesto idrogeologico. Una riforma fatta di tagli al comparto e di assenza di investimenti strutturali, ecco cosa ci troviamo di fronte. Colgo l’occasione – continua il parlamentare – per rinnovare il mio personale impegno, che continuerà anche per accendere i riflettori su questa riforma. Intanto, nei giorni scorsi ho inviato una nota urgente rivolta la Presidente Musumeci in cui chiedo di intraprendere tutte le iniziative necessarie ad investire maggiori risorse sia per rafforzare il personale del Corpo forestale regionale, sia per la manutenzione dei mezzi esistenti e per l’acquisto di nuovi. Inoltre, attraverso un’interrogazione parlamentare presentata alla Camera e rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri e ai Ministri della Transizione Ecologica e dell’Interno, chiedo se il Governo centrale intenda dichiarare lo stato di calamità naturale e se ritenga verificare se le misure di prevenzione diretta degli incendi boschivi, di competenza della Regione, risultino essere state ad oggi rispettate. Nello stesso atto ispettivo ho chiesto il monitoraggio della situazione e il potenziamento delle attività di controllo del territorio, oltre che di rafforzare gli strumenti per prevenire e gestire gli incendi boschivi, anche con riferimento alla disponibilità di mezzi e risorse umane. Infine, dopo aver chiesto i sostegni economici per le attività produttive delle zone rosse, auspico adesso che si possano prevedere appositi stanziamenti per ristorare le comunità e le imprese colpite. Siamo di fronte ad una emergenza ambientale ed economica davvero drammatica: migliaia di ettari di boschi alle fiamme, centinaia di cittadini evacuati; terribili anche i risvolti economici, con aziende agricole che hanno visto immobili e attrezzature distrutti e capi di bestiame morti. Una situazione, quella degli incendi dolosi, che negli ultimi anni tende a ripetersi con troppa frequenza. Per questa ragione, sempre nei giorni scorsi, ho inviato anche una nota al Presidente dell’Ars Miccichè, in cui chiedo di istituire una commissione parlamentare di inchiesta su tutti i roghi avvenuti in Sicilia da cinque anni a questa parte”.