La riforma della Giustizia spacca i grillini. Torna l’ipotesi scissione. E questa volta Alessandro Di Battista…

11 luglio 2021
  • Noi, per provare a capire cosa succede e cosa potrebbe succedere nel Movimento 5 Stelle seguiamo sempre Alessandro Di Battista. Che non ha mai rinnegato le proprie origini
  • “Non è Draghi a essere grillino, sono i grillini a essere draghiani”
  • “La prescrizione  scrive Di Battista – è di fatto tornata, per la gioia di chi ha denari e potere. Solo che si chiamerà ‘improcedibilità'”

Noi, per provare a capire cosa succede e cosa potrebbe succedere nel Movimento 5 Stelle seguiamo sempre Alessandro Di Battista. Che non ha mai rinnegato le proprie origini

Per capire quello che succede nel Movimento 5 Stelle bisogna leggere quello che scrive Alessandro Di Battista. Che in teoria ha lasciato il movimento, ma in pratica, nei momenti ‘topici’, è sempre lì a commentare. In queste ore il momento ”topico’ è rappresentato dalla riforma della Giustizia, con i grillini governativi che hanno detto sì alla riforma della Ministra Marta Cartabbia, che non è proprio la riforma della Giustizia dell’ex Ministro grillino Alfonso Bonafede. Insomma, il Movimento è spaccato. E la scena è sempre la stessa: Beppe Grillo che difende l’ala governativa del Movimento e tanti parlamentari di Camera e Senato in dissenso, appoggiati dall’ex premier Giuseppe Conte, che non sembra affatto favorevole alla riforma Cartabbia. Così torna l’ombra della scissione, che sarebbe rovinosa per Grillo, la cui missione – questo non finiremo mai di ripeterlo – è quella di far confluire il Movimento nel PD. leggiamo, adesso, alcuni passaggi di un articolo di Alessandro Di Battista pubblicato da TPI.

“Non è Draghi a essere grillino, sono i grillini a essere draghiani”

Il titolo è già molto indicativo: “Non è Draghi a essere grillino, sono i grillini a essere draghiani”. Che è un modo elegante per dire che i grillini governativi hanno cambiato pelle e sono diventati draghiani. Non è proprio un bel giudizio quello che Di Battista esprime nei riguardi dei ‘governisti’ del Movimento: “Intimoriti o interessati, i ministri a 5 stelle hanno dato prova di incapacità politica, pavidità, accidia e inadeguatezza. Roba da chiedere scusa ai milioni di elettori che li hanno sostenuti, posto che molti di loro non gli rivolgerebbero più la parola. Il fallimento dell’ala governista del M5S è un dato di fatto e solo chi è ‘interessato’ al governo o chi ormai ha la carta intestata ministeriale davanti agli occhi non riesce ad ammetterlo. Immagino che Cadorna si rese conto della disfatta di Caporetto così come i francesi travolti dall’astuzia militare del generale Giáp a Ðiện Biên Phủ. I draghini a 5 stelle no”. Di Battista non ha dimenticato la farsa del ministero della Transizione ecologica: “I genuflessi a 5 stelle hanno costretto chi vanta ancora una spina dorsale ad abbandonare l’amore di una vita. L’hanno fatto ingannando gli iscritti con un quesito truffaldino basato su un super-ministero alla Transizione ecologica capeggiato da un uomo pro-Tav, pro-trivelle e pro-nucleare. L’hanno fatto facendo credere che la Lega sarebbe rimasta fuori dal governo. Invece il Carroccio signoreggia, così come l’ala renziana del PD. L’hanno fatto facendo credere che il solo modo di difendere le conquiste contiane e pentastellate sarebbe stato entrare nella stanza dei bottoni, stanza dove altri pigiano mentre i ministri a 5 stelle fanno i bottoni”.

“La prescrizione  scrive Di Battista – è di fatto tornata, per la gioia di chi ha denari e potere. Solo che si chiamerà ‘improcedibilità'”

Di Battista critica i grillini governativi che ormai sembrerebbero appiattiti su un esecutivo che ignora le istanze del Movimento e su progetti politici anch’essi lontani dai grillini prima maniera: eliminazione dal programma di Governo del Salario minimo, eliminazione del cahs-back, il nome di Berlusconi per il Quirinale e il bonus tv proposto dal ministro leghista Giorgetti. E naturalmente la citata riforma delle prescrizione voluta dall’ex ministro della Giustizia Bonafede eliminata. “La prescrizione  scrive Di Battista – è di fatto tornata, per la gioia di chi ha denari e potere. Solo che si chiamerà ‘improcedibilità’. Le decennali truffe semantiche che hanno caratterizzato le scelte partitocratiche degli ultimi 30 anni continuano evolvendosi”. Insomma, sono tante le cose che non piacciono a Di Battista. A cominciare, ad esempio, sulla follia dei licenziamenti. Di Battista – almeno questo è il nostro giudizio – non è mai stato un tifoso della scissione del Movimento. Noi l’abbiamo sempre visto impegnato a battere Grillo e a prendersi il Movimento per provare a rilanciarlo. Ma questa volta la chiusura del suo ragionamento lascerebbe pensare ad altro: “Urge una presa di posizione del gruppo parlamentare del Movimento, urge per dignità, per rispetto della Costituzione e anche per mera autoconservazione. Come pensano di prendere i voti tra due anni? Con la tiritera della responsabilità mentre in Italia ci sarà la fame? Con la balla della governabilità quando per i piccoli imprenditori sarà sempre più difficile governare la propria azienda? Con la presunta evoluzione quando i dati socio-economici saranno nettamente peggiorati?

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