- I morti e i malati dell’area industriale di Siracusa sono la dimostrazione del fallimento della Regione siciliana in materia di tutela dell’ambiente. Ma anche di centrodestra, centrosinistra e sindacati
- Il mercurio finito in mare scoperto da un giovane magistrato, mentre la politica siciliana collusa dormiva
- Le ripetute denunce di don Palmiro Prosutto
- I rifiuti tossici mai smaltiti. Però abbiamo i ‘vaccini’ e le cavalcate di Ambelia. Volete mettere?
I morti e i malati dell’area industriale di Siracusa sono la dimostrazione del fallimento della Regione siciliana in materia di tutela dell’ambiente. Ma anche di centrodestra, centrosinistra e sindacati
Scrive sulla propria pagina Facebook Giuseppe Pippo Gennuso: “Nella zona industriale di Siracusa si muore per l’inquinamento, ma il silenzio è assoluto”. Gennuso sottolinea i “silenzi interessati, di inchieste che non hanno sortito alcun effetto, di inquinamento pure marino e tutto tace. Questa mattina sono stato all’impianto di depurazione dell’Ias e mi sono sentito anche male per i cattivi odori che ci sono in tutta la zona. Con l’aggravante del caldo, poter respirare è quasi impossibile. Un inquinamento che si taglia a fette nel quadrilatero di Priolo, Melilli, Augusta e Siracusa”. Dura l’accusa: “Credo che ci sono degli amministratori di alcuni Comuni interessati, che non hanno alcun interesse a sollevare la questione. Esistono responsabilità da parte del ministero per l’Ambiente e della Regione siciliana, che non hanno mai avviato le opere di bonifica. Sono stati spesi anche tanti soldi per le indagini, ma i risultati a distanza di tanti anni tardano ad arrivare. Se ci sono delle connivenze tra le grandi multinazionali e la politica, vanno denunciate e debbono anche avere un nome e cognome. Non si può assistere con impotenza alla lunga lista di malati di tumore. La società civile deve scendere in piazza ed io accanto a loro, per dire no alla distruzione dell’ambiente. Questo è un continuo attentato alla salute dei cittadini di Priolo, Augusta, Melilli e Siracusa. Occorre anche bonificare il mare nella zona dove insistono le industrie. Ci sono milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi a cominciare dal mercurio in fondo al mare, perché nel Petrolchimico in tempi passati si lavorava il clorosoda. E’ arrivato il momento di mettere la parola fine, senza temere i ricatti delle grandi aziende che minacciano di andare via. Si può vivere per i prossimi 30 anni avviando i lavori di bonifica, ma non c’è più tempo da perdere” (a destra, area industriale di Siracusa, foto tratta da Qds) .
Il mercurio finito in mare scoperto da un giovane magistrato, mentre la politica siciliana collusa dormiva
Gennuso ha ragione: nel Petrolchimico si lavorava il clorosoda, ma non per questo bisognava gettare in mare il mercurio! Per anni la Regione siciliana – assessorato regionale al Territorio e Ambiente – che ha fatto? Se non ricordiamo male, è stato un giovane magistrato a sollevare il pentolone del mercurio che finiva in mare. E ancora oggi il mercurio che è seppellito nei fondali marini della costa siracusana rimane lì dov’è, perché non saprebbero dove metterlo! Noi abbiamo più volte dato spazio alle denunce di don Palmiro Prisutto, un sacerdote che ha denunciato e fatto quello che la vecchia politica di centrodestra e di centro sinistra di questa martoriata provincia non ha mai fatto. “Travagghiano, s’ammalanu e morinu”, ci disse tanti anni fa una vecchietta di Priolo. Poco più di due anni fa abbiamo riportato una lettera di don Palmiro Prisutto:
Le ripetute denunce di don Palmiro Prosutto
“Dobbiamo morire, sì; ma non essere assassinati dalle istituzioni! C’era una volta… Marina di Melilli. Non è l’inizio di una favola, ma una delle pagine più oscure e vergognose della storia italiana. Io sono un cittadino di Augusta, quarantamila abitanti, una città tra Catania e Siracusa, dove c’era anche Marina di Melilli. Il nome di Augusta, di solito, ormai, si trova unito a Priolo e Melilli, con le quali condivide un destino amaro: l’olocausto industriale. Forse, un giorno, questa tragedia entrerà a pieno titolo nei libri di storia come Bhopal, Chernobyl, Minamata, Seveso, Hiroshima, Auschwitz”. “Sono poche, credo, in Italia, – prosegue Don Prisutto nella lettera- le città che come Augusta, si trovano esposte a ben tre rischi: sismico, chimico-industriale e militare. Ma di questa città e del suo triste destino si preferisce non parlare. Ma quando se n’è parlato, lo si è fatto quasi sempre perché era successo qualcosa di grave. Non è di tutti questa sorta di “guiness dei primati”: su 40 kmq di territorio sono stati concentrate 12 industrie ad alto rischio (tre centrali termoelettriche, una fabbrica di cloro a celle di mercurio, quattro raffinerie, un cementificio, un inceneritore, una fabbrica di magnesio, un depuratore, ed altro). Un territorio con viabilità fatiscente ed insufficiente, disseminato di discariche – non se ne conoscerà mai il numero esatto; un territorio più volte interessato da eventi sismici rilevanti; un territorio su cui insistono basi militari italiane, Nato ed Usa; un territorio con una grave emergenza igienico-sanitaria in atto (accertato tasso di mortalità per cancro superiore al 30%; 1000 bambini nati malformati negli ultimi dieci anni; patologie legate al degrado ambientale del territorio; mare non balneabile dove è stato scaricato perfino mercurio in enormi quantità… su un territorio dichiarato dal ministero dell’Ambiente nel 1990 ad alto rischio di crisi ambientale, e recentemente definito dal prof. Corrado Clini, assimilandolo a Porto Marghera, area in piena crisi ambientale, come se tutto ciò non bastasse, per decisione dell’attuale classe politica dirigente della Regione Sicilia, una centrale termoelettrica sarà, in parte, riconvertita a carbone ed in parte trasformata a “termovalorizzatore” per il trattamento di 500.000-650.000 tonnellate annue di rifiuti urbani indifferenziati provenienti dalle province di Enna, Catania, Siracusa e Ragusa”.
I rifiuti tossici mai smaltiti. Però abbiamo i ‘vaccini’ e le cavalcate di Ambelia. Volete mettere?
“Rimane irrisolto un altro problema: dove saranno smaltite le altre 173.000 tonnellate/anno di rifiuti tossici e nocivi della zona industriale di Augusta-Priolo? Non c’è da preoccuparsi: detti rifiuti è stato decretato che verranno smaltiti nella progettata piattaforma polifunzionale che, guarda caso, sarà costruita anch’essa ad Augusta. All’inquinamento attuale, che si protrae da oltre 50 anni, si aggiungerà anche quest’altro voluto dal presidente della Regione Cuffaro. “Se mettessimo insieme il numero dei morti e dei feriti degli incidenti industriali, degli infortuni sul lavoro, e se unissimo ad essi il numero di morti per tumori ed il numero dei bambini malformati, potremmo parlare, senza alcuna retorica, di strage: ma di una strage di stato. Forse un giorno, – chiosa il sacerdote- verranno le telecamere a documentare l’ennesimo disastro, ad innescare polemiche, dibattiti e passerelle. Ma non sarebbe opportuno che le telecamere venissero ora per evitare ulteriori disastri”? Da allora ad oggi è cambiato qualcosa? Il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, tra la promozione dei vaccini e le cavalcate ad Ambelia, ha trovato il tempo di occuparsi dell’inquinamento dell’area industriale di Siracusa che quando verrà smantellata sarà sempre troppo tardi?
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