Pino Aprile dice che siamo davanti alla rapina del secolo. Il fondatore del Movimento 24 Agosto per l’equità Territoriale si riferisce allo scippo a Sud e Sicilia del Recovery Plan o Fund. Sono poco più di 190 miliardi di euro (la metà a fondo perduto, l’altra metà da restituire) che l’Unione europea erogherà all’Italia. Se la Ue ha deciso di erogare tale somma, ebbene, questo avviene perché il Mezzogiorno d’Italia è economicamente arretrato. In teoria di questi fondi, il 70% avrebbe dovuto essere assegnato a Sud e Sicilia e il 30% al Nord. Invece il Governo nazionale (di Giuseppe Conte prima e di Mario Draghi dopo) ha deciso che il 60% di questi fondi andrà al Nord e il 40% al Sud e alla Sicilia (circa 82 miliardi di euro). Sennonché il professore di Economia politica, Gianfranco Viesti, studiando attentamente il Piano di spesa del Recovery Plan che il Governo Draghi ha inviato a Bruxelles (il ‘famigerato’ Pnrr) ha scoperto che al Sud e alla Sicilia sono stati assegnati 22 miliardi di euro e non 82 miliardi di euro, in pratica circa il 10%! Il professore Viesti ha scoperto che al Sud potrebbero arrivare altri 13 miliardi di euro. Che, però, andrebbero a sostituire 13 miliardi di fondi nazionali per Sud e Sicilia che il Governo nazionale non erogherà a Sud e Sicilia! Insomma, il gioco delle tre carte per fregare Sud e Sicilia.
C’è da essere stupiti? No. Noi, nel nostro piccolo, lo scorso 18 Febbraio abbiamo scritto un articolo dal titolo: “E’ già scritto: il Nord scipperà a Sud e Sicilia i soldi del Recovery Fund con la scusa delle mafie“. Ecco il passaggio del nostro articolo che, purtroppo, gli eventi stanno confermando: “Gli amici del Movimento 24 Agosto, nelle scorse settimane, sostenevano – assolutamente a ragione – che al Sud e alla Sicilia spetta circa il 70% di queste somme. Considerato che, da quando è iniziata la Programmazione dei fondi strutturali europei – cioè dal 2000 – il Nord Italia ha scippato alle Regioni del Sud e alla Sicilia 840 miliardi di lire, beh, il 70% dovrebbe essere il minimo. Noi, ovviamente, non abbiamo mai creduto a uno Stato che riconosce di aver penalizzato il Sud e la Sicilia assegnandogli il 70% del Recovery. E non crediamo nemmeno che verrà applicata la legge nazionale che prevede l’assegnazione al Sud e alla Sicilia del 35% delle risorse. Al Nord i conti li hanno già fatti: la fetta di Recovery che andrà al Nord non sarà inferiore all’80-90%. Il resto andrà, in buona parte, ad opere nel Sud e in Sicilia che dovranno, però, essere realizzate da imprese del Nord. Al massimo – come succede già per le grandi opere pubbliche in corso di realizzazione nel Sud e in Sicilia – alle imprese del Sud e della Sicilia andranno le ‘briciole’ con i sub-appalti. Con le programmate ‘crisi’ e i ‘concordati’ da utilizzare per favorire le imprese del Nord che lavorano nel Sud e in Sicilia, lasciando allo Stato l’onere di risarcire almeno in parte le imprese locali dei ‘cafoni’ e ‘terroni’ meridionali e siciliani”. Lo scorso Febbraio non conoscevamo i particolari scoperti dal professore Vesti. La domanda, a questo punto, è: che cosa fare? Pensare di difendere il Sud e la Sicilia restando davanti al computer ci sembra inutile. Bisogna subito che il Movimento 24 Agosto entri nell’agone politico passando dalle elezioni. E’ questo il motivo per il quale avremmo voluto che il Movimento, anche se impreparato, presentasse proprie liste con propri candidati alle elezioni regionali calabresi, pugliesi e campane. Perché, anche con risultati non esaltanti (cosa che non era affatto scontata a giudizio di chi scrive), il Movimento avrebbe cominciato a farsi conoscere. Invece così non è stato. Ora si approssimano, pandemia permettendo (noi siamo molto pessimisti sulle varianti del virus), le elezioni regionali calabresi. Speriamo che il Movimento si presenti con un proprio candidato presidente e con una propria lista. Perché alternative non ce ne sono.
A Pino Aprile e agli amici del Movimento 24 Aprile il Sud e la Sicilia riconosciamo una grande speranza. Chi ha occhi per vedere ha visto cos’è avvenuto per i 2 miliardi di euro di risorse FEARS delle Regioni del Sud Italia. Si tratta di fondi agricoli. Il Ministro grillino nordista delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, ha deciso di scippare questa importante parte del FEARS alle Regioni del Sud e alla Sicilia per darla alle Regioni del Nord. In un primo momento le Regioni del Sud e la Sicilia hanno resistito; poi Puglia (amministrata dal PD), Campania (ancora PD) e Calabria (centrodestra) hanno ceduto e il Ministro ha operato lo scippo di una parte del FEARS alle Regioni del Sud e alla Sicilia in cambio di una sorta di ‘regalo’ dello Stato: ‘regalo’ che risarcisce solo in parte le Regioni del Sud e la Sicilia dello scippo subito. Quanto avvenuto è incredibile. Il Ministro grillino nordista ha cambiato la ripartizione dei fondi: lo scippo ci sarà ogni anno e, ogni anno, le Regioni del Sud e la Sicilia dovranno attendere il ‘regalo’ dal Governo nazionale (che, lo ribadiamo, non copre lo scippo) che arriverà, se arriverà, quest’anno e poi non arriverà più. Una vergogna!
Cosa vogliamo dire? Che l’Italia considera il Sud e la Sicilia terre abitate da una razza inferiore. Di fatto, è quello che pensava Cesare Lombroso. I politici del Sud e della Sicilia – specie coloro i quali vanno ad occupare posti di rilievo a livello nazionale – vengono ‘ammessi’ a Roma a patto che tradiscano i cittadini di Sud e Sicilia che li hanno eletti. Questo è, nel Sud e in Sicilia, il ruolo dei partiti politici nazionali. E se qualcuno si ribella – come successe tra il 1994 e il 1996 in Sicilia con il Movimento Noi Siciliani – arriva il pentito di turno che è di mafia se in Sicilia, di camorra se è in Campania che dice che sì, quel dato movimento che ha messo ‘a rischio’ il sistema coloniale dei partiti politici nazionali nel Sud e in Sicilia è ‘infiltrato’ da mafia o camorra (se va bene) o è, addirittura!, espressione di mafia e camorra! La cosa incredibile è che si tratta di uno schema collaudato proprio da mafia e camorra che, dal 1860 ad oggi, hanno svolto proprio il ruolo di fiancheggiatrici dello Stato italiano: due organizzazioni criminali pronte a tagliare le gambe – anche ricorrendo all’eliminazione fisica – a chi mette in discussione il sistema politico coloniale che Roma esercita verso il Sud e la Sicilia dai tempi di Crispi e di Giolitti fino ai nostri giorni (i politici siciliani che hanno cercato di combattere veramente la mafia, e sono rimasti vivi, di questo sistema ne sanno più di noi).
Si può uscire da questa dialettica dell’oscurantismo che è sottoculturale prima che economica, politica e sociale? Non lo sappiamo, ma sappiamo che bisogna provarci. E ci deve provare il Movimento 24 Agosto per l’Equità territoriale, così come ci debbono provare – possibilmente in un’idea di Federazione del Sud – i tanti movimenti presenti nel Sud e in Sicilia. Alternative non ce ne sono. Ci sono stati politici democristiani e socialisti del Sud e della Sicilia che hanno provato a rompere questo schema coloniale. Ma non ci sono riusciti. Però bisogna riprovarci. Sennò Sud e Sicilia, in Italia, saranno condannati a vita. A che serve scrivere libri, ricostruire la storia del Sud e della Sicilia dal 1860 ad oggi, a che serve il sogno del Sud libero o della Sicilia libera se non si passa dal voto popolare? Lo sappiamo: questa battaglia se la dovrebbero intestare i cinquantenni, i sessantenni e anche i settantenni, perché i giovani di Sud e Sicilia, in buona parte, sono emigrati i con la testa pronta per la ‘fuga’. Ma qual è l’alternativa?
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