da Tony Pellicane
di Potere al Popolo di Palermo
riceviamo e pubblichiamo
Si discute in queste ore del blocco degli sfratti scaduto il 30 Giugno per i provvedimenti emessi prima della pandemia (qui tutte le notizie). Il riferimento è anche anche alla cosiddetta morosità incolpevole. Solo a Palermo, nel complesso, si stimano circa 1400 sfratti che andranno in esecuzione. Un dato drammatico per una città al collasso, una città in cui la povertà colpisce oltre il 30% della cittadinanza. Una bomba sociale che si è acuita anche a causa della pandemia. Il dato ancora più drammatico è relativo alla quasi
L’amministrazione comunale palermitana, col suo Sindaco del PD, si è subito adeguata, delegando totalmente al privato sociale la gestione dell’emergenza abitativa a Palermo; è il privato sociale che gestisce i fondi del Pon Metro per progetti a termine che, se tutto andrà bene, daranno la possibilità a qualche decina di famiglie di pagarsi l’affitto di una casa per un massimo di 2 anni, sempre che ci sia un proprietario privato disposto ad affittare una casa ad una famiglia che non può fornire alcuna garanzia. Anche rispetto allo sblocco degli sfratti l’amministrazione palermitana è del tutto impreparata; non ci sono tracce di scelte politiche a sostegno di chi sta andando incontro ad uno sfratto per morosità incolpevole rischiando di finire per strada; l’amministrazione comunale è consapevole che si tratta di una bomba sociale che esploderà, ma piuttosto che mettere in campo misure concrete in favore delle famiglie ha preferito, pochi giorni fa, partecipare ad un incontro con il Comitato per l’ordine e la sicurezza. Quindi, ancora una volta, a Palermo si discute di problemi sociali come se fossero problemi di ordine pubblico. Del resto, il Comitato per l’ordine e la sicurezza che si riunisce in Prefettura di questo si occupa.
Il Comune di Palermo ha avuto tutto il tempo per trovare soluzioni e per chiedere con forza al Governo nazionale di intervenire con scelte economiche concrete. Non si tratta dei sostegni a tempo emanati nel corso della pandemia; non ci risulta che, ad esempio, sia mai stato chiesto un intervento concreto, al Governo nazionale, nei confronti di chi oggi rischia lo sfratto a causa della perdita di lavoro; non ci risulta che, ad esempio, il Comune abbia concordato con la Regione siciliana l’utilizzo di fondi previsti per l’emergenza abitativa in favore delle famiglie che subiranno uno sfratto, anche questa è emergenza abitativa. La realtà ci racconta di governi nazionali, regionali e locali che di problematiche sociali se ne occupano solo con misure tampone che non danno dignità alle famiglie e non risolvono alcun problema in modo permanente.