di Teresa Frusteri
Sono trascorsi 11 mesi, ovvero 335 giorni. Era il 3 agosto 2020 quando Viviana Parisi e il figlioletto Gioele si allontanarono da casa per poi essere ritrovati, nelle campagne di Caronia, senza vita… A quasi un anno dalla terribile tragedia, i legali della famiglia Parisi che seguono la vicenda dall’inizio, Antonio Cozza e Nicodemo Gentile rompono il silenzio: “Ritardi inspiegabili ed inammissibili nelle ricerche che hanno avuto probabilmente un ruolo determinante nel tragico epilogo che tutti conosciamo. La Procura di Patti, che abbiamo sempre rispettato – spiega Antonio Cozza – ha nominato un’armata di consulenti (medici legali, antropologi, ingegneri, psicologi ecc. ecc). Ma ancora oggi non ha depositato la consulenza che dovrebbe stabilire le cause della morte di Viviana e del piccolo Gioele. Ho compreso, fino a qualche mese fa, questi ritardi per la complessità del caso, per la pandemia in corso ma oramai non si può più accettare questa situazione. È trascorso quasi un anno ed i familiari attendono ancora di poter portare un fiore sulla tomba di Viviana e Gioele. Il papà e la mamma di Viviana, che vivevano a Torino, oramai da quasi un anno sono in Sicilia in attesa di ricevere una nostra telefonata con la quale gli venga comunicato che la Procura ha dato il nulla osta al seppellimento. Permettete alle loro famiglie di dargli almeno una degna sepoltura”. Aggiunge l’avvocato Nicodemo Gentile: “Anche il funerale dovrebbe essere un diritto. Una vicenda dolorosa resa ancora più incredibile da lentezze ed omissioni. Così è se vi pare”. Salvatore Spitaleri, biologo molecolare Forense, concorda con il pensiero dei due legali: “Non sono accettabili queste lungaggini che non trovano spiegazioni di ordine tecnico….e lo dico da tecnico. Mai visto nulla di simile in oltre trent’anni di lavoro”.
Foto tratta da La Gazzetta del Sud
Visualizza commenti