Sul Titanic

Se Conte darà vita a un nuovo partito Renzi e i suoi rientreranno nel PD. Il ruolo di Sud e Sicilia/ SERALE

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  • L’unica cosa certa nel futuro dei grillini è che Beppe Grillo non conterà più niente
  • Conte – sia che diventerà leader del Movimento, sia con un nuovo partito – comincerà a prendere le distanze dal Governo Draghi 
  • Gli attuali sondaggi sulle intenzioni di voti degli italiani non tengono conto degli scippi a Sud e Sicilia e del Movimento per l’Equità Territoriale di Pino Aprile
  • Per PD e contiani sarà disponibile non più del 25% dei consensi. E debbono sperare che Potere al Popolo non partecipi alle elezioni, sennò prenderanno anche meno

L’unica cosa certa nel futuro dei grillini è che Beppe Grillo non conterà più niente

Com’era prevedibile, Beppe Grillo, dopo la sfuriata contro Giuseppe Conte, ha capito che, forse, ha esagerato. E che, con molta probabilità, ha dato il via alla scissione del Movimento 5 Stelle. Non era questo l’obiettivo del comico. Come scriviamo dal Settembre del 2019, il suo obiettivo è – forse ormai bisognerebbe dire era – ‘sciogliere’ il Movimento dentro il PD. Il motivo di questa scelta politica sbagliata rimane oscuro. Ora, però, ha tirato troppo la corda. Se, fino a qualche giorno fa, Conte pensava – illudendosi – di diventare il leader del Movimento, adesso l’ex capo del Governo non dovrebbe più essere interessato a questo progetto. Insomma, dovrebbe avere capito che, dentro il Movimento 5 Stelle, Grillo proverebbe in tutti i modi ad ostacolarlo; a meno che Grillo non venga messo fuori dal Movimento – cosa oggi no impossibile – per conte è meglio dare vita a un nuovo soggetto politico. La scissione, questa volta, dovrebbe essere nelle cose. A meno che non si vada alla votazione nella quale Conte dovrebbe stravincere. E siccome Conte leader del Movimento 5 Stelle con Grillo a casa, o a capo di un nuovo partito rappresenta, per gli attuali parlamentari grillini di Camera e Senato, l’unica speranza per farsi rieleggere, assisteremo a una adesione in massa alla leadership di Conte, o dentro il Movimento o a capo di un nuovo soggetto politico. Se Conte darà vita a un nuovo partito, nascerà un nuovo gruppo parlamentare che, all’inizio, non dovrebbe creare problemi al Governo di Mario Draghi. La stessa cosa avverrà con Conte leader del Movimento con Grillo a casa. Cosa succederà dopo, ovvero in Autunno, non lo sappiamo: ma sappiamo che quando subentrano nuove leadership, o quando si consumano scissioni politiche che coinvolgono Governi e programmi politici (leggere l’elezione del nuovo presidente della Repubblica nel Gennaio del prossimo anno), tutto viene rimesso in discussione. Conte con le mani libere giocherà un ruolo importante nella corsa al Quirinale.

Conte – sia che diventerà leader del Movimento, sia con un nuovo partito – comincerà a prendere le distanze dal Governo Draghi 

Conte – cosa che del resto ha già detto – non farà il leader dimezzato. Accetterà di guidare il Movimento 5 Stelle solo se Grillo verrà reso inoffensivo, altrimenti darà vita a un nuovo partito. Secondo noi, alla fine, Conte opterà per il nuovo soggetto politico: cosa che gli consentirebbe di avere le mani libere. L’ex capo del Governo comincerà, già in Autunno, a mettere i puntini sulle “ì”, cominciando a dare la linea politica ad alcuni provvedimenti del Governo. il personaggio è moderato, ma non dovrebbe avere interesse a rendere la vita facile al presidente del Consiglio Mario Draghi. Dovrà per forza di cose accentuare le diversità non soltanto verso la Lega, ma anche verso il PD. E il motivo è semplice: aldi là dei fronzoli, Conte non potrà che entrare in competizione con il PD, perché è da quell’area che gli dovranno arrivare i voti. Dalle parti del Partito Democratico sanno benissimo quello che succederà: e infatti sono preoccupatissimi. Qui lo scenario politico si complica. Vediamo il perché.

Gli attuali sondaggi sulle intenzioni di voti degli italiani non tengono conto degli scippi a Sud e Sicilia e del Movimento per l’Equità Territoriale di Pino Aprile

I sondaggi che circolano da mesi sulle intenzioni di voto degli italiani sono sbagliati. Perché? Perché non tengono conto di quello che sta succedendo al Sud e in Sicilia, dove i partiti che appoggiano il Governo Draghi – Lega, grillini, PD, Forza Italia, Italia Viva di Renzi e Liberi e Uguali – stanno letteralmente finendo di massacrare i 20 milioni di italiani che vivono nel Mezzogiorno. Di fatto, il Nord si è preso il 60% dei fondi del Recovery Plan, ignorando il fatto che questi soldi arriveranno all’Italia proprio perché c’è un Sud in grandissima difficoltà economica e sociale. Le agricolture del Nord hanno scippato una quota importante di fondi FEARS alle agricolture delle Regioni del Sud; e c’è anche il progetto di Autonomia differenziata – che secondo noi resterà lettera morta – che, se venisse applicato, scipperebbe a Sud e Sicilia altri 70 miliardi di euro circa all’anno. Cosa vogliamo dire? Che i sondaggisti debbono capire che 20 milioni di italiani non hanno l’anello al naso e non sono dei coglioni. E che se tra poco meno di due anni, alle elezioni politiche del 2023, il Movimento Equità Territoriale di Pino Aprile non farà le bizze, il Sud e la Sicilia dovrebbero fare perdere una caterva di voti al PUN, sigla che sta per Partito Unico del Nord (leggere sempre Lega, grillini, PD, Forza Italia, Italia Viva di Renzi e Liberi e Uguali). Con Sud e Sicilia in campo per i fatti loro – magari con una federazione di movimenti – le elezioni politiche del 2023 prenderanno un’altra piega.

Per PD e contiani sarà disponibile non più del 25% dei consensi. E debbono sperare che Potere al Popolo non partecipi alle elezioni, sennò prenderanno anche meno

In questo scenario, per il partito di Conte – sia esso il Movimento 5 Stelle o un nuovo soggetto politico – il PD e Italia Viva di Renzi avranno a disposizione non più del 25% dei consensi. Con molta probabilità, sia per dare un po’ di forza al PD, sia per evitare una brutta figura, Renzi e i suoi rientreranno nel PD. Ma con un Sud in rivolta contro il PUN – e in particolare contro PD, Movimento 5 Stelle e Renzi – PD e contiani si dividerebbero il 25%, attestandosi intorno al 12-13%. E non stiamo considerando la presenza di un vero partito di sinistra alla sinistra del PD e dei contiani. Non ci riferiamo a Rifondazione Comunista, Liberi e Uguali e ad altre sigle destinate a scomparire: ci riferiamo, invece, all’unica forza politica di vera sinistra alternativa a PD e grillini: Potere al Popolo. Non sappiamo se questo schieramento politico si riuscirà ad organizzare. Se sì, avremo sorprese, anche perché l’attuale Parlamento non potrà che varare una legge elettorale proporzionale. Potere al Popolo, con un minimo di organizzazione, potrebbe prendere anche il 3-4%

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