Una cosa ai cinghiali che scorrazzano liberamente per le campagne siciliana bisogna riconoscerla: sanno riconoscere i prodotti agricoli pregiati e se li vanno a mangiare. Succede alle coltivazioni di angurie di Mazara del Vallo, storicamente tra le più dolci della nostra Isola. Il problema è che lo hanno capito, per l’appunto, anche i cinghiali, che si catapultano nei fondi dove le angurie sono nella fase finale della maturazione pe ‘sbafarseli’. I cinghiali, indubbiamente, debbono essere felici, gli agricoltori un po’ meno, visto che stanno, di fatto, regalando una parte importante della propria produzione a questi animali in verità un po’ pericolosi. “I danni alle colture causati dai cinghiali stanno aumentando anno dopo anno anche nella provincia di Trapani, mandando in fumo investimenti, sudore e sacrifici di tante imprese agricole del territorio. In particolare, nelle zone limitrofe alla Riserva naturale Gorghi Tondi, a Mazara del Vallo, dove branchi di ungulati hanno preso d’assalto le colture, soprattutto quelle di anguria che sono in piena maturazione e produzione”. Così si legge in una nota della CIA Sicilia Occidentale. Le perdite, per gli agricoltori, si attesterebbero intorno al 40% del raccolto. Assistiamo a qualcosa di paradossale: i siciliani portano in tavola le angurie del Nord Africa che non hanno sapore, mentre i cinghiali si ‘sbafano’ le angurie siciliane di Mazara del Vallo di elevatissima qualità! I cinghiali, insomma, si comportano come i Savoia nel 1860 e come l’attuale Governo che sta scippando i fondi agli agricoltori dell’Isola!
“Sono ormai numerose le segnalazioni che arrivano agli uffici e ai tecnici della Cia di Mazara – spiega Matteo Paladino, vice presidente della Cia Sicilia Occidentale -. Non solo le angurie sono in pericolo, ma anche le altre coltivazioni orticole e i vigneti. La frustrazione e l’esasperazione, tra gli agricoltori, sono alle stelle davanti ai loro raccolti distrutti e con scarse possibilità di ottenere un risarcimento dei danni da parte della Regione o degli enti locali”. Non è la prima volta che gli agricoltori denunciano danni prodotti dai cinghiali. Poco più di un mese fa sono intervenuto Franco Calderone, produttore di uva da vino, e Cosimo Gioia, produttore di grano. Lo scorso anno il presidente di Confagricoltura Sicilia, Ettore Pottino, ha proposto di aprire la caccia al cinghiale per tutto l’anno. “La popolazione di cinghiali aumenta in ogni zona d’Italia – leggiamo sempre nella nota della Cia Sicilia occidentale – e non sono pochi i casi di cronaca che riportano di incidenti stradali, anche mortali, causati dalla loro presenza”. “Bisogna prendere in mano la situazione e trovare una soluzione – aggiunge Antonino Cossentino, presidente della Cia Sicilia Occidentale – amministrazioni comunali, Wwf e prefetto devono intervenire per tutelare la sicurezza dei nostri agricoltori che oggi qui, come in altre parti della Sicilia, ad esempio sulle Madonie, hanno ormai paura a recarsi nei campi. Chiediamo un incontro all’assessore regionale Toni Scilla per affrontare questo problema che affligge economicamente i nostri agricoltori. Occorrerebbe una elasticità maggiore nelle regole per l’abbattimento e la limitazione di questa specie”.
Foto tratta da lasiciliaweb
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