da Ernesto Abate
Segretario Generale aggiunto Sifus Confali Sicilia
riceviamo e pubblichiamo
Il caldo di Giugno è un fatto straordinario che mette a dura prova gli uomini, gli animali e la natura, al punto tale da rendere una bomba ad orologeria il territorio, sempre più spesso vittima di roghi ed incendi a causa della mancata manutenzione preventiva che serve a ridurre i danni ed evitare la propagazione del fuoco degli incendi. Certamente si tratta di eventi che oramai si ripetono sempre più insistentemente, come la siccità e le scarse risorse irrigue immagazzinate a seguito dei mutevoli cambiamenti climatici, sempre più spesso di natura tropicale che alternano bombe d’acqua a lunghi periodi siccitosi. L’uomo, di tutto ciò, ne sta acquisendo sempre più consapevolezza e quindi è cosciente di ciò che sta accadendo, ma in realtà poco o niente stanno facendo le politiche regionali messe in atto per combattere questo evento inarrestabile, lasciando che questi disastri giornalmente formino “la normale vita quotidiana in un ambiente ostile”, sotto la nostra passività!
Cosa sta facendo il Governo regionale affinché si possa procedere alla messa in sicurezza del territorio? E soprattutto, cosa sta facendo per garantire la salute dei nostri cittadini attraverso la produzione di cibo sano in un ambiente accogliente? A tre anni dal suo insediamento, oggi il Governo Regionale di Nello Musumeci dovrebbe uscire con una sintesi in cui emerge il fallimento di una politica che, rispetto ai precedenti decenni e lustri politici, altro non ha fatto che mantenere lo stato delle cose, senza creare discontinuità con il passato. Una colpa che non è solo di questo Governo regionale, ma rappresenta l’effetto “corrosivo” del sistema incancrenito in cui i tempi dell’uomo, i tempi degli animali ed il ciclo biologico della natura non è uguale ai tempi della politica. La burocrazia e più spesso gli interessi dei partiti superano la responsabilità politica e civile che la politica deve assumere con il suo ruolo, quando giura fedeltà ad inizio mandato! Tuttavia, ciò che accade nel territorio in questa terza Estate del Governo Musumeci è lo specchio dei ritardi sull’approvazione delle tante riforme osannate in campagna elettorale che probabilmente arriveranno a breve, come dimostra il percorso nelle Commissioni di merito all’Ars, ma che arriveranno tardi rispetto ai danni ed ai lutti che abbiamo e stiamo piangendo, poiché tante morti sono sopraggiunte per la disperazione, per la mancata messa in sicurezza del territorio e a seguito di stenti economici dovuti ai lavori sempre più spesso ridotti a sussidi!
Cosa dire di questo Governo che, se avesse agito con la stessa veemenza con cui ha agito per il rifacimento delle strade, visti gli oltre 220 cantieri aperti in tutta la Sicilia, probabilmente avremmo potuto godere adesso di titoli come “la Sicilia, grande polmone verde d’Italia”, oppure “il settore agroalimentare ha segnato una crescita straordinaria e sembra rivivere il boom del dopo guerra”. Invece ci si ritrova ancora a girarci i pollici in attesa che le beghe politiche permettano di raggiungere gli accordi necessari a garantire i numeri in aula per approvare norme legislative, altrimenti è un tonfo senza pari! A questo punto il Governo Musumeci, vittima e ostaggio di una maggioranza “multicolor” altro non è che il meccanismo di una società irresponsabile ed accomodante, incurante di ciò che serve alla popolazione: “timone dritto ed un percorso certo!”. Le beghe politiche sono oggetto di continua valutazione e risiedono nella maggioranza tanto quanto nell’opposizione, poiché i cambi di casacca e le appartenenze politiche sposano o negano dei progetti sociali più per strategia ed opportunismo che per “credo politico”! Ma come accade a scuola quando al secondo quadrimestre nel colloquio con i professori ci sentiamo dire “suo figlio potrebbe fare di più ma non s’impegna ed è spesso distratto, La invito a seguirlo a casa per i compiti, perché spesso non li fa e rischia di perdere l’anno; ma se s’impegna può farcela!”, possiamo affermare che questo Governo può farcela se responsabilmente scende in campo e trova una opposizione altrettanto responsabile e chiude la partita delle riforme! In conclusione, ricordiamo che il confronto con le parti sociali e sindacali è l’elemento democratico per eccellenza, considerato che dalla base e quindi dai lavoratori arrivano le esperienze e le migliori indicazioni di chi in campo ci vive e ci muore per espletare il proprio servizio lavorativo. Il sindacato di base qual è il Sifus sa cosa serve in concreto ed esserne portavoce affidabile e coerente!