di Diego Fusaro
L’ho detto e lo ridico, senza tema di smentita: aberrante e pericolosa è l’idea, pur così in auge in questa fase, secondo cui si possono sospendere diritti e libertà fondamentali, previsti dalla Costituzione, per poi restituirli parzialmente previa accettazione di ricatti più o meno aperti da parte del potere, come ad esempio quello che va sotto il nome di “green pass”. Che si tratti di un metodo di governo autoritario occultato e santificato dal grigio lessico medico-scientifico è un fatto di una chiarezza adamantina: almeno per quanti non
Ebbene, i sostenitori della legittimità di queste infami pratiche, evidentemente ricattatorie, accampano spesso un argomento, in verità assai debole: come per poter guidare occorre avere la patente, così per poter partecipare alla vita pubblica occorre disporre del green pass. Ebbene, si tratta di un argomento falso e irricevibile nei suoi stessi presupposti: non è forse una palese banalizzazione, quella che accosta la vita pubblica, nella sua complessità, alla pratica del condurre l’automobile? Soprattutto, si oblia troppo facilmente il fatto che il diritto di assemblea e quello di spostamento, per citarne soltanto due, sono diritti fondamentali, in Italia riconosciuti dalla Costituzione: sicché pensare che debbano essere intesi come concessioni, quasi fossero la patente rilasciata dalle strutture competenti, è un grave errore. La libertà e i diritti sono beni indisponibili, che non possono in alcun caso essere sequestrati e poi rilasciati dietro condizione. La patente non è un diritto fondamentale, salvo errore: e a suffragarlo è, oltretutto, il fatto che molti cittadini, per le ragioni più svariate, non ce l’hanno; si vorrà forse sostenere l’absurdum secondo cui sarebbe del tutto normale che, analogamente, molti cittadini potrebbero non più disporre delle libertà e dei diritti fondamentali, dacché non si sono sottoposti alle nuove disposizioni poste in essere dal potere, peraltro in aperta e conclamata violazione della lettera e dello spirito della Costituzione?