Quando il Sultano Maometto II, “Il Conquistatore”, prese tra i suoi titoli anche quello di Kayser-i Rum, il “Cesare dei romani”

25 giugno 2021
  • Non si riferiva ovviamente ai romani “de Roma”, ma i soggetti dell’Impero Romano d’Oriente, perlopiù di lingua greca
  • Il Sultano vincitore dei “romani” non ammetteva il bisogno di chiedere favori diplomatici, comandava e basta
  • La Donazione di Costantino e la sopravvivenza dell’Impero sotto gli Ottomani

di Nota Diplomatica

Non si riferiva ovviamente ai romani “de Roma”, ma i soggetti dell’Impero Romano d’Oriente, perlopiù di lingua greca

Secondo un punto di vista del tutto rispettabile, sebbene poco comune, l’Impero
Romano resistette fino al 1922. L’usanza – e la preferenza – occidentale è invece quella di supporre che
sia scomparso con la conquista di Costantinopoli da parte dei Turchi Ottomani nel 1453. La lettura di
questi eventi varia fortemente tra Est e Ovest. La storiografia occidentale per tradizione ha scelto di
presumere che, con la cattura della città capitale da mille anni dell’Impero d’Oriente – Costantinopoli
per l’appunto – il vecchio Impero una volta governato da Roma sia in qualche modo “decaduto”.
I Turchi invece ritennero di avere conquistato, con il trono bizantino, l’Impero stesso.
Procedettero a inglobarlo tra gli altri loro territori che diventarono pertanto “parti
dell’Impero”: tant’è che il Sultano Maometto II, “Il Conquistatore”, prese tra i suoi titoli
anche quello di Kayser-i Rum, il “Cesare dei romani” – ovviamente non i romani “de Roma”,
ma i soggetti dell’Impero Romano d’Oriente, perlopiù di lingua greca.

Il Sultano vincitore dei “romani” non ammetteva il bisogno di chiedere favori diplomatici, comandava e basta

Per i Turchi quelle “desolate langhe” che costituivano l’Impero d’Occidente appartenevano invece ai “farang” –
ai “franchi” – e, spezzettate com’erano tra tante tribù barbare, contavano poco. L’Europa
occidentale era praticamente uno scarto della storia, mentre il possesso del “vero” Impero
faceva del Sultano anche “l’Imperatore”, più o meno del mondo conosciuto.
La visione non era senza riflessi pratici. Per la maggior parte della sua storia la Sublime Porta – la
cancelleria ottomana – non destinava ambasciatori alle corti estere, li riceveva, punto. Il Sultano
vincitore dei “romani” non ammetteva il bisogno di chiedere favori diplomatici, comandava e basta. Il
possesso dell’Impero comportava anche un presunto diritto di “recupero” dei territori imperiali persi,
come i Balcani ed eventualmente anche l’Italia, dopo il fallimentare esperimento di Otranto del 1480,
quando, per un disguido, un esercito ottomano diretto a Brindisi invase invece la città salentina.

La Donazione di Costantino e la sopravvivenza dell’Impero sotto gli Ottomani

La pretesa ottomana che il loro dominio fosse la continuazione dell’Impero Romano non era tanto una
forzatura dal momento che era la più importante potenza bellica dell’epoca. Il “diritto” derivante dalla
conquista – e dall’effettivo possesso – valeva certamente più di altri curiosi congegni legali del periodo,
come la “Donazione di Costantino”, che per secoli parve dare al Papa di Roma il controllo totale della
Chiesa cristiana fino a che, nel 16° secolo, si dimostrò che era un falso. Che la sopravvivenza dell’Impero
sotto gli Ottomani fosse realtà o finzione non è nemmeno ora una
questione vana, anche perché continua a colorare la visione islamica dell’Occidente. Occorre tenere
presente che “Stamboul” – l’ex Costantinopoli – fu a lungo la città dominante dell’Islam. E se l’obiezione
degli occidentali alla custodia ottomana dell’Impero dipendesse dal fatto che erano degli infedeli, la
Roma “storica” di Cesare, Tiberio e Augusto non era certamente cristiana… Alla fine anche il dominio ottomano crollò,
dopo una lunga senilità. L’abolizione formale del sultanato venne decretata dalla Grande Assemblea Nazionale
della Turchia il 1° novembre 1922. Il Sultano e Kayser Rum fu dichiarato persona non grata
dalle terre governate dalla dinastia ottomana fin dal 1299.

Foto tratta da Cinematographe.it

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