Storia & Controstoria

Caltanissetta 1947: i comunisti non combattono la mafia, ma adottano il sistema di ‘vivere e lasciateci vivere’

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  • Quando democristiani, comunisti e mafiosi, per l’occasione insieme, combattevano contro Giuseppe Alessi 
  • Nessuna lotta alla mafia dei comunisti a Caltanissetta. Stessa cosa ad Agrigento

Quando democristiani, comunisti e mafiosi, per l’occasione insieme, combattevano contro Giuseppe Alessi 

“Molti democratici cristiani tentarono di reagire all’inserimento della mafia nel partito e portarono il problema al comitato regionale, tenuto a Palermo nel Gennaio del 1947. In tale occasione quasi tutti i delegati furono d’accordo nell’affermare che per sottrarre forze ed adesioni al movimento separatista, e per contenere l’avanzata delle sinistre, ‘era necessario fare politica filoseparatista o quanto meno autonomista’… L’operazione mafia, come venne definita da molti degli stessi delegati del comitato, non determinò nessuna reazione, tranne in provincia di Caltanissetta, dove l’avvocato Giuseppe Alessi, segretario provinciale della Democrazia Cristiana, minacciò di dimettersi dalla sua carica ed anche dal partito se non fosse stata contenuta l’avanzata della mafia nella Dc. Alessi, per uno dei tanti strani aspetti della lotta politica nei paesi di mafia, si ritrovò isolato all’interno della Democrazia Cristiana, mentre dall’altro lato era vivacemente combattuto dai comunisti, i quali, per motivi non strettamente politici, lo osteggiavano, solidarizzando con il suo diretto avversario, notoriamente ritenuto amico degli amici”.

Nessuna lotta alla mafia dei comunisti a Caltanissetta. Stessa cosa ad Agrigento

“Per la verità i comunisti di Caltanissetta non presero mai posizione contro la mafia; essi adottarono il sistema del ‘vivere e lasciateci vivere’, che poi in definitiva, è il sistema che fa comodo alla mafia. A quei tempi tra socialisti e comunisti di Caltanissetta non vi era accordo circa i metodi di lotta contro la mafia; i socialisti sostenevano la tesi di una lotta a fondo ed aperta, mentre i comunisti ritenevano buona politica ignorare certi aspetti del fenomeno, per non creare una frattura elettorale. I mafiosi della provincia di Caltanissetta ed Agrigento, lasciati indisturbati dalla sinistra, ritenendo – a torto o a ragione – di potersi procacciare così l’appoggio dei due massimi esponenti della Democrazia Cristiana in Sicilia occidentale Mattarella e Aldisio (si tratta di Bernardo Mattarella e di Salvatore Aldisio ndr) decisero di risolvere la situazione prendendo l’iniziativa di costituire sezioni in molti paesi della zona del ‘vallone’, a confine delle province di Caltanissetta e Agrigento, lungo i fiumi Platani, salito e Tumarrano, notoriamente indicata come zona di mafia”.

Michele Pantaleone Mafia e politica   

Foto tratta da Fous Junior

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