da Maurizio Grosso
Segretario Generale Sifus Confali
riceviamo e pubblichiamo
La morte di Adil è stata certamente causata da un un camionista casertano ma guai a leggerla dentro quest’ottica se vogliamo comprendere cosa sta succedendo nel pianeta della logistica e, più in generale, nel mondo del lavoro. Il sistema capitalista che ha vinto su tutti i fronti il conflitto capitale/lavoro, con l’emergenza sanitaria, vuole ancora di più: il silenzio, per dispiegarsi meglio nei meandri della società. Il settore della logistica, ossia uno di quelli che con l’emergenza sanitaria ha registrato l’aumento alle stelle del proprio fatturato, come fa ad accettare di essere messo in discussione attraverso i picchettaggi, gli scioperi quotidiani, le manifestazioni che vengono praticati dai lavoratori guidati dai Si Cobas o dalla USB poiché non intendono accettare i salari scarsi, infinite ore di lavoro, lo straordinario solo per i crumiri, ecc, ecc?
Nell’ottica del “silenzio”, lo scontro tra i padroni della logistica e i lavoratori ha inasprito, inoltre, le differenze tra sindacati confederali – che hanno sottoscritto recentemente un contratto collettivo nazionale che lascia molto a desiderare in termini di diritti e tutele pro lavoratori – e i sindacati di base che rivendicano, ovviamente, diritti e tutele più avanzate. Questo brutto disegno si registra, purtroppo, in moltissimi settori del mondo del lavoro, a partire dall’agricoltura. Il SIFUS che, con la LILCA, è parte integrante dell’alleanza per la sovranità alimentare auspica che presto si possa addivenire alla costruzione vera dell’unità delle lotte finalizzata a cambiare lo stato di cose presenti.