Il deterano deve tremargli un po’, altrimenti non si sarebbero precipitati a scrivere comunicati per cercare di far ‘digerire’ agli agricoltori siciliani lo scippo di fondi Fears, sigla che sta per Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale. Soldi delle agricolture delle Regioni del Sud che, nel nome del colonialismo nordista (e dell’ascarismo delle ‘presunte’ classi dirigenti del Sud), devono finire alle Regioni del Nord. E dire che, in Campania, in Puglia e in Calabria la vecchia politica politicante che governa queste tre Regioni è riuscita a mettere nel sacco i rappresentanti del mondo agricolo. Insomma, in queste tre Regioni del Sud il Ministro grillino nordista di Trieste, Stefano Patuanelli, è riuscito a far ‘digerire’ lo scippo di questi fondi. Ma in Sicilia il Ministro e i suoi scudieri siciliani non ci sono riusciti. I sodi se li prenderanno, ma pagheranno un prezzo politico (e soprattutto elettorale).
Uno dei grillini che fa finta di non capire come stanno le cose è il parlamentare nazionale eletto in Sicilia nel Movimento 5 Stelle, Dedalo Pignatone, che fa parte della Commissione Agricoltura della Camera dei deputati. “La promessa fatta in Aula a Montecitorio dal ministro Patuanelli in risposta al nostro question time – scrive Dedalo Pignatone – è divenuta realtà: con uno stanziamento pari a 92,7 milioni di euro si supera la querelle relativa al riparto del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) per il periodo transitorio 2021-2022. Dall’impasse del mancato accordo tra le Regioni dello scorso autunno, si giunge ad una soluzione in grado di accontentare le singole richieste, garantendo a tutti le somme percepite in passato a fronte del nuovo riparto che applica per il 90% i cosiddetti criteri storici e per il 10% quelli nuovi per il 2021 e 70-30% per il 2022. Esprimiamo la nostra piena soddisfazione per aver raggiunto un obiettivo per cui abbiamo sempre lavorato dietro le quinte e che riesce a sbloccare finalmente i fondi tanto attesi dalle imprese agricole. Agli oltre 3 miliardi di euro complessivi del FEASR, si sommano così 40,2 milioni per la Campania, 26,5 milioni per la Sicilia, 19 milioni per l’Umbria, 5,6 milioni per la Basilicata e 1,4 per la Calabria – spiega Pignatone -. Si viene incontro alle richieste soprattutto delle Regioni del Sud Italia che, a fronte dei criteri stabiliti nella Conferenza delle Regioni nel 2014 e dell’accordo sul riparto del biennio 2021-2022, senza questa soluzione avrebbero visto perdere il relativo stanziamento. Alla soddisfazione di aver raggiunto questo risultato, dopo un lavoro di concerto con il Mipaaf, si aggiunge l’invito agli assessori regionali a spendere in maniera rapida ed efficace queste somme così da evitare qualsiasi disimpegno e garantire concreto sostegno alle imprese agricole, che di certo non si nutrono di polemiche ma di risorse e fatti”.
Non c’è peggiore sordo di chi non vuol sentire. Il nostro Dedalo fa finta di non capire che, con questo atto politico e amministrativo assurdo e vergognoso, si sta creando un precedente gravissimo. Le fameliche Regioni del Nord stanno cambiando le regole del gioco in materia di ripartizione dei fondi agricoli, ignorando le indicazioni dell’Unione europea. Sta passando il principio che si può modificare la ripartizione dei fondi agricoli del cosiddetto Secondo Pilastro senza mutare la ripartizione dei fondi del Primo Pilastro. Nella ripartizione dei fondi del Primo Pilastro, alle Regioni del Nord vanno, in media, da 800 a 2 mila euro per azienda; mentre alle Regioni del Sud e alla Sicilia vanno 250 euro. Questa sproporzione, frutto di condizioni storiche superata, viene lasciata immutata; mentre le Regioni del Nord va a ‘raschiare’ i fondi del Secondo Pilastro, scippando alle Regioni del Sud 2 miliardi di euro in sette anni. Lo ribadiamo: è un atto odioso contro il quale si dovrebbero ribellare tutti i parlamentari nazionali di Sud e Sicilia, i deputati del Parlamento siciliano e il Governo regionale della Sicilia.
Il fatto che il Ministro grillino nordista abbia trovato il contentino p’attupparici a vucca a Sud e Sicilia non significa nulla: c’è un problema di risorse, ma c’è anche un principio che viene calpestato. E che crea un precedente pericolosissimo: d’ora in poi, in base alle esigenze delle Regioni del Nord, queste ultime potranno scippare risorse al Sud e alla Sicilia ‘razziandole’ dal Secondo Pilastro! Anche la storia dei 92,7 milioni di euro trovati dal Ministro Patuanelli per ristorare le regioni del Sud e la Sicilia non significa niente: intanto non sappiamo se i calcolo è stato fatto correttamente (e da uno Stato – quello italiano – storicamente scorretto verso il Sud e la Sicilia non c’è da aspettarsi nulla di buono); poi non si capisce come dovrebbe funzionare questo fondo: ricordiamoci che, con un meccanismo simile lo Stato, a partire dal 2009, scippa quasi 600 milioni di euro all’anno dal Fondo sanitario siciliano, soldi che lo Stato non ha mai restituito e che continua a non restituire. ma in ogli caso non funziona il principio: è un atto di prepotenza coloniale nordista!
C’è anche un comunicato dei deputati regionali del Movimento 5 Stelle, dove, però, mancano i noi dei deputati. “Grazie ad una fitta interlocuzione istituzionale e ad un lavoro di mediazione che ha trovato la piena disponibilità del Ministro Patuanelli, la Sicilia e le Regioni del Mezzogiorno non perderanno un solo euro di risorse europee destinate all’agricoltura. Dopo le preoccupazioni – spiegano i deputati – da noi stessi sollevate nelle scorse settimane al Ministro Patuanelli che aveva deciso di rimodulare il riparto del FEASR, abbiamo avviato una intensa interlocuzione con il governo per scongiurare quello che a nostro avviso sarebbe stata una grave perdita di risorse per i nostri agricoltori. Ebbene, siamo felici di poter dire che il governo Draghi, ma soprattutto il Ministro Patuanelli, ha accolto le nostre istanze. Alle regioni del sud tra le quali ovviamente la Sicilia infatti, il governo nazionale ha deciso di destinare l’importo di 92.717.455,29 euro quale quota di cofinanziamento nazionale a valere sulle risorse del Fondo di rotazione di cui all’articolo 5 della legge 16 aprile 1987, n. 183. Adesso auspichiamo che le regioni si siedano immediatamente intorno ad un tavolo per rivedere entrambi i pilastri della PAC e riescano a trovare un accordo per nuovi criteri comuni della nuova programmazione cosa che, in effetti, nei mesi precedenti non era avvenuta”. Anche loro fanno finta di non capire. Ma gli agricoltori siciliani hanno capito e lo capiranno pure gli elettori siciliani quando si andrà a votare: sarà nostra cura invitare agricoltori siciliani ed elettori siciliani a non votare più Movimento 5 stelle.
Come noi la pensano Pino D’Angelo e Santo Bono, agricoltori, esponenti del Movimento Terra è Vita, che si rivolgono al sottosegretario siciliano grillino, Giancarlo Cancelleri: “Abbiamo scritto a Giancarlo Cancellieri – dicono Pino D’Angelo e Santo Bono -. Il monellino ha cancellato il Post. Birbantello, ci vediamo per le elezioni! Siamo impazienti di incontrarvi. Dottore Cancellieri , cosa pensa del piano di ripartizione dei fondi Feasr, proposto dal Ministro Patuanelli? Non crede che si stanno sottraendo Fondi alla Sicilia e al Sud, in favore delle Regioni del Nord? Ma la Sicilia e il Sud non hanno votato in massa il Movimento Pentastellato? Gli agricoltori di Terra è Vita gradirebbero conoscere la sua opinione. In attesa, si ringrazia cordialmente”. Risponderà Giancarlo Cancelleri?
Per completezza d’informazione invitiamo i lettori a leggere l’articolo pubblicato dall’Unipa (Unione italiana professionalità in agricoltura) lo scorso 29 Aprile. Il titolo già dice tutto: “IL MEF CONTRO IL MIPAAF NELLA GUERRA SUL RIPARTO DEI FONDI FEARS TRA NORD E SUD“. In pratica, il Ministero dell’Economia e delle Finanze faceva sapere al Ministero delle Politiche Agricole di essere contrario alla ‘rivisitazione della ripartizione dei fondi relativi al Secondo Pilastro: “Lo scoppio della pandemia ha fatto tabula rasa di qualsiasi accordo fosse stato in discussione per gli anni a venire, ma le 13 Regioni del Centro-Nord Italia più le province autonome di Trento e Bolzano sostengono che, sulla base dell’accordo raggiunto nel 2015, le regole avrebbero dovuto essere rinegoziate a partire proprio dal 2021. In sede europea però sono state adottate decisioni circa il prolungamento dell’attuale programmazione fino al 2022, come ha confermato il Commissario europeo all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski in una nota in risposta al quesito posto dal Mipaaf. Il commissario ha ribadito che ‘le disposizioni del regolamento 1305/2013 relative alla ripartizione della dotazione nazionale del Feasr tra i programmi regionali non sono modificati dal regolamento 2020/2022 e si applicano anche durante il periodo di transizione’”. Più chiaro di così non si poteva dire. Ma il Ministro Patuanelli, i parlamentari nazionali e i deputati del Parlamento siciliano del Movimento 5 Stelle hanno deciso di cambiare le regole del gioco…
Visualizza commenti