- Marianna Caronia, parlamentare regionale e consigliere comunale a Palermo, ignora il ‘dramma’ di Gianfranco Miccichè che non sa più a quale Santo votarsi per farsi eleggere per la terza volta alla presidenza dell’Assemblea regionale siciliana
- Leoluca Orlando e Gianfranco Miccichè? Figli della stessa borghesia di Palermo a cui tutto è dovuto a prescindere (dai fallimenti politici che provocano)
Marianna Caronia, parlamentare regionale e consigliere comunale a Palermo, ignora il ‘dramma’ di Gianfranco Miccichè che non sa più a quale Santo votarsi per farsi eleggere per la terza volta alla presidenza dell’Assemblea regionale siciliana
Dice Marianna Caronia, parlamentare regionale e consigliere comunale a Palermo: “Tutto avrei potuto immaginare di vedere nella mia esperienza politica, ma non Gianfranco Micciché che scende in campo per difendere la permanenza di Leoluca Orlando nella carica di sindaco di Palermo. Quanta acqua è passata sotto i ponti dal 1997!”. Per dire una cosa del genere bisogna essere veramente senza cuore. Ma Marianna Caronia ha una vaga idea della ‘sofferenza’, della tempesta del dubbio’ che in queste ore tiene impegnato il cervello di Gianfranco Miccichè? Lo sa, Marianna Caronia, che Miccichè, dove avere raccolto la solidarietà di Forza Italia in Sicilia quasi al 75% contro l’assessore regionale Marco Falcone si è trovato da solo quando ha fatto balenare l’ipotesi del salto della quaglia verso PD e Movimento 5 Stelle? Lo sa Marianna Caronia che, da mesi, Gianfranco Miccichè pensa a cosa sarà la sua vita senza essere più presidente dell’Assemblea regionale siciliana? Lo sa Marianna Caronia che Miccichè vorrebbe passare armi e bagagli nel centrosinistra, dove gli hanno promesso la terza elezione a presidente del Parlamento siciliano, ma quando ha cominciato a muoversi verso PD e grillini si è ritrovato con i soli suoi bagagli, mentre le ‘armi’ sono rimaste nel centrodestra?
Leoluca Orlando e Gianfranco Miccichè? Figli della stessa borghesia di Palermo a cui tutto è dovuto a prescindere (dai fallimenti politici che provocano)
Marianna Caronia è stupita che Miccichè difenda l’attuale sindaco di Palermo, Orlando. Ma lo sa che, alla fine, i due – Miccichè e Orlando – sono esponenti della stessa borghesia cittadina a cui – a Palermo – tutto è dovuto a prescindere? Pensa veramente che la borghesia cittadina che, dagli anni ’50 del secolo passato, ha reso Palermo ‘bellissima’ a un certo punto decida di dividersi? E poi Orlando e Miccichè hanno in comune un elemento che li tiene uniti: la consapevolezza di essere arrivati, politicamente parlando, al capolinea. Il sindaco di Palermo sa di essere in uscita, ma non vuole mollare. Idem Miccichè, che sa benissimo che non sarà mai più rieletto presidente dell’Ars (e forse non verrà rieletto all’Ars). Ad entrambi manca un anno o giù di lì: Orlando dovrebbe andare a casa nella Primavera del prossimo anno, Miccichè tre o quattro mesi dopo. Però… Però c’è sempre la pandemia. A Roma il capo del Governo Mario Draghi medita di estendere lo stato di assedio, pardon, lo stato di emergenza fino al 31 Dicembre; guarda caso, a dare forza a Palazzo Chigi sono arrivate, fresche fresche, le varianti del virus dall’Africa: niente niente, nella prossima Primavera magari si profila una bella sospensione delle elezioni per “l’emergenza Covid”, soprattutto se fra turisti, crocieristi e migranti arriverà altro ruspante virus d’annata. Insomma, una bella pandemiotta può regalare un bel rinvio. Di quanto? Poi si viri... Del resto, la Regione siciliana di Nello Musumeci – con il voto del Parlamento dell’Isola – non ha già rinviato le elezioni di alcuni Comuni? Un rinvio di qua e un rinvio di là e tutti restano al proprio posto, pagnotte salve per tutti…