La seconda mozione di sfiducia al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, è stata presentata (la prima è stata respinta dal Consiglio comunale)). Ora bisognerà capire cosa succederà. Infatti, a giudicare dalle dichiarazioni degli esponenti delle opposizioni – vecchie e nuove – il primo cittadino dovrebbe andare a casa. Ma… ma bisognerà capire se coloro i quali, nelle ultime settimane, si sono presentati come opposizioni sono veramente tali. Facciamo parlare i ‘numeri’.
In Consiglio comunale i consiglieri sono 40. Per presentare la mozione di sfiducia servono le firme di 16 consiglieri comunali. Le firme dovrebbero arrivare da Lega e Fratelli d’Italia: dovrebbero essere sei firme. A queste si dovrebbero aggiungere le firme di Marianna Caronia e di due ex grillini, Giulia Argiroffi e Ugo Forello. Siamo arrivati a nove firme. Poi ci sono i consiglieri comunali di Italia Viva (il movimento di Matteo Renzi) che, appena qualche giorno fa, sono scesi in piazza per dire che sono pronti al voto. Se hanno detto la verità dovrebbero firmare. E poiché 9+8 fa ancora 17, la mozione di sfiducia al sindaco si dovrebbe materializzare. Se qualcuno di questi – ci riferiamo soprattutto ai renziani – non si presenterà, ebbene, i palermitani avranno la dimostrazione che i renziani – con in testa il parlamentare nazionale Davide Faraone – non fanno opposizione all’attuale amministrazione comunale: fanno solo scena per cercare di raggranellare voti tra gli elettori scontenti dell’attuale amministrazione comunale.
Bene, diamo per cosa fatta (anche se la cosa non è ancora fatta) che la mozione di sfiducia venga presentata. Servono 24 voti per mandare a casa il sindaco. Se questi 24 voti non si materializzeranno, ebbene, bisognerà capire chi, tra i consiglieri comunali di opposizione non ha votato per mandare a casa il sindaco o chi è scappato dall’Aula per consentire allo stesso sindaco di salvarsi con qualche stratagemma. Cosa vogliamo dire? Che con la presentazione della mozione di sfiducia tutte le forze politiche presenti in Consiglio comunale saranno costrette a giocare a carte scoperte. A cominciare da Forza Italia. Noi abbiamo sempre scritto – e lo ribadiamo – che nel Consiglio comunale di Palermo Forza Italia è la ruota di scorta del sindaco Leoluca Orlando. E lo sarà ancora di più in questo momento, se è vero che il ‘capo’ dei berlusconiani di Palermo, Gianfranco Miccichè – uomo di grandi e ‘rocciose’ idee politiche – non sa ancora se ricandidarsi con il centrodestra o se cambiare per l’ennesima volta casacca per passare nel centrosinistra. In ogni caso, il dado è tratto: ormai si saprà chi sta con chi.