Sui fondi per la tutela dei boschi siciliani (ormai non tanto per prevenire, ma per spegnere eventuali incendi) è in corso una recita tutta interna all’attuale Governo regionale di Nello Musumeci. ‘Improvvisamente’ il presidente sa sarebbe accorto che, per la tutela delle aree verdi della Sicilia non ci sono i soldi. e, a giudicare da quello che leggiamo sul sito ForestaliNews, se la sarebbe presa con l’assessore all’Agricoltura, Tony Scilla, e con l’assessore al territorio e Ambiente, Toto Cordaro. A noi, con rispetto parlando, la ricostruzione di ForestaliNews non convince molto. Perché? Perché quando, lo scorso 15 Aprile, abbiamo illustrato la Finanziaria regionale siciliana approvata dal Parlamento dell’Isola abbiamo scritto a chiare lettere che soldi per le attività forestali non ce n’erano! Sulla carta c’erano, ma solo sulla carta, perché i fondi appostati nella legge di stabilità regionale del 2021 – a nostro avviso a rischio di incostituzionalità per mancata copertura finanziaria – sono teorici, perché vincolati a una improbabile riprogrammazione dei fondi europei: “L’articolo 21 – questo abbiamo scritto nel nostro articolo del 15 Aprile – si occupa di comandi nel personale della sanità, mentre l’articolo 22 interviene in favore dell’attività forestale e dei lavoratori di questo settore: ma è un articolo privo di copertura finanziaria (in attesa dei fondi europei da riprogrammare)”. Insomma, era tutto scritto, stupirsi che adesso il Governo Musumeci deve trovare i soldi – una settantina di milioni di euro – per fare partire, in ritardo e non in anticipo, l’attività di salvaguardia del verde siciliano non è il massimo.
Di più: in materia di tutela dei boschi il Governo Musumeci sta dimostrando, nei fatti, di essere di gran lunga peggiore del passato Governo di Rosario Crocetta. Il passato Governo regionale improvvisava e combinava ‘casini’ e in molti casi era in buona fede; il governo Musumeci persegue una precisa strategia: poca prevenzione e interventi non di prevenzione del fuoco, ma per fronteggiare gli incendi là dove si materializzeranno. Non lo stiamo dicendo oggi: lo abbiamo scritto lo scorso 25 Aprile riprendendo una denuncia di Cgil, Cisl e Uil. Mancanza di prevenzione che è stata stigmatizzata anche dal sindacato Sifus Confali, che ha presentato una raffica di querele. Nei giorni scorsi il Governo Musumeci ha cercato di mettere una pezza al disastro che ha combinato, annunciando l’anticipo della campagna antincendio. In realtà, una campagna antincendio che comincia nei primi giorni di Giugno è una campagna antincendio in notevole ritardo. Questo perché una campagna antincendio in un’Isola dove le colline e le montagne sono prevalenti dovrebbe iniziare a metà Aprile: quindi un anticipo della campagna antincendio, se è tale, dovrebbe iniziare i primi di Aprile e non a metà Giugno. Una campagna antincendio che inizia a metà Giugno, checché ne dicano gli attuali governanti della Sicilia, è una campagna antincendio che inizia con due mesi e mezzo di ritardo! Questi sono i fatti oggettivi (oggettivi, ovviamente, per chi conosce questo delicato settore della vita pubblica e non improvvisa). Le chiacchiere dei vari Musumeci, Cordaro e Scilla stanno a zero, in linea con il Governo che rappresentano.
Ancora meno convincenti sono gli strumenti messi in campo dal Governo Musumeci per fronteggiare possibili incendi dei boschi siciliani, tipo droni, elicotteri, aerei e appelli dal sapore ‘crepuscolare’ ai cittadini chiamati ad avvertire le autorità in caso di verde che va a fuoco. Il presidente Musumeci e gli assessori Cordaro e Scilla debbono mettersi in testa che i fuoco si previene. E non c’è che un modo per prevenire gli incendi nei boschi: dislocare negli stessi boschi il personale forestale, a partire da metà Aprile, per realizzare le opere di prevenzione degli incendi, a cominciare dall’eliminazione di erbe secche e arbusti nel sottobosco e dalla realizzazione dei viali parafuoco. Senza le opere di prevenzione, un incendio che provocherebbe danni minimi provoca invece danni enormi e un inutile dispendio di risorse, dal momento che un mezzo aereo utilizzato per spegnere gli incendi costa alla collettività 14-15 mila euro all’ora. Siamo a metà Giugno, presidente Musumeci e assessori Cordaro e Scilla. Fino ad oggi nessuna sciroccata. Vedremo a metà Novembre quasi saranno i risultati (l’Estate in Sicilia, come ci ricorda Tomasi di Lampedusa, finisce a Novembre inoltrato).