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Vaccini anti-Covid, prima dicono una cosa, poi ne dicono un’altra: è scienza o improvvisazione? Diego Fusaro: “Siete pronti?”

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I dubbi del filosofo marxista Diego Fusaro

“Sorge il sospetto che in realtà si cerchi di smaltire le dosi di AZ rimaste inutilizzate”

… la malattia di Marek nei polli…

I dubbi del filosofo marxista Diego Fusaro

Con la sua consueta lucidità, il filosofo e commentatore marxista, Diego Fusaro, in un post su Facebook di due parole apre al dubbio. Commentando un articolo del quotidiano La Stampa dove si legge: “Mix di vaccini anti-Covid ai giovani: ‘Gli effetti collaterali potrebbero aumentare'”, scrive: “Siete pronti?”. Ebbene, in queste due parole si sintetizza in modo magistrale la confusione di una campagna vaccinale che procede tra polemiche e cambiamenti di programma. Sorge spontanea una domanda: siamo davanti alla scienza o all’improvvisazione? L’ultima puntata di questo serial è legata al tragico decesso di una diciottenne. La giovane è deceduta dopo l’inoculazione del vaccino. Questa volta non c’è stata la solita recita che ci ha accompagnato in questi mesi: c’è la correlazione temporale, ma la prova che sia stato il vaccino non c’è e bla bla bla. No, questa volta il vaccino è stato chiamato subito in causa. Del resto, dopo quanto è stato scritto nei giorni precedenti non c’era molto da arzigogolare:

“Sorge il sospetto che in realtà si cerchi di smaltire le dosi di AZ rimaste inutilizzate”

“Dubbi, enormi, sui vaccini a vettore virale per i più giovani. L’AIFA lo aveva già detto chiaramente: AstraZeneca e Johnson & Johnson vanno somministrati preferibilmente agli over 60, perché tra chi ha meno di 60 anni, e in particolare meno di 40 ed è donna, si sono registrati alcuni casi di trombosi che non possono non essere presi in considerazione. Nessun allarmismo, ma cautela sì… Sulla base dei dati pubblicati su Science ad aprile riferiti al Regno Unito è emerso che il rischio di complicazioni gravi di questo vaccino, come la trombosi associata a trombocitopenia, tra i 20 e 29 anni era di 1,1 per 100mila, mentre il rischio di avere una forma grave di Covid per quella fascia d’età va da 0,8 a 6,9 per 100mila. E dunque, massima attenzione”. Stiamo citando un articolo scritto da QF (Qui Finanza). Dove leggiamo ancora: “Diversi gli esperti che in questi giorni hanno chiesto lo stop. Da Antonella Viola a Valeria Poli. Anche l’Associazione Luca Coscioni è scesa in campo scrivendo una lettera al Governo Draghi e al commissario Figliuolo: tra i firmatari scienziati ed accademici dell’associazione, come il co-presidente Michele De Luca, professore ordinario nel Dipartimento di Scienze della Vita e Direttore del Centro di Medicina Rigenerativa ‘Stefano Ferrari’ dell’Università di Modena e Reggio Emilia; la stessa Valeria Poli, presidente Società Italiana di Biofisica e Biologia Molecolare; Gilberto Corbellini, professore ordinario di Storia della medicina e docente di bioetica presso La Sapienza l’Università di Roma; Anna Rubartelli, docente di Biologia Cellulare e Molecolare Gennaro Ciliberto, presidente della FISV (Federazione Italiana Scienze della Vita); il professor Gennaro Ciliberto, presidente SIBBM e le immunologhe Anna Mondino e Giulia Casorati. Si legge nella lettera: ‘Sorge il sospetto che in realtà si cerchi di smaltire le dosi di AZ rimaste inutilizzate. I maturandi italiani sono quest’anno circa 500mila: se anche solo metà di loro fossero vaccinati con AZ, secondo la nota informativa di questo vaccino in 25 potrebbero essere colpiti da VITT. Ma se anche uno solo di loro morisse, come potremmo giustificarlo, quando conosciamo i rischi e abbiamo le dosi necessarie di Pfizer e Moderna per vaccinare in maniera sicura anche i nostri ragazzi?'”.

… la malattia di Marek nei polli…

Purtroppo una morte si è verificata. Ma si va avanti. In Sicilia niente AstraZeneca per chi ha meno di 60 anni, ma il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, e l’assessore alla Salute-Sanità, Ruggero Razza, hanno deciso di procedere con l’Open day con il vaccino Johnson & Johnson. Si va avanti, per arrivare dove non si sa. I mezzi d’informazione raccontano che la campagna di vaccinazione sta avendo successo. In realtà, i dati dicono una cosa diversa: e dicono che, rispetto allo scorso anno, quest’anno ci sono più casi. Ma che importa? Perché le evidenze contano ancora? Per dire che la vaccinazione “sta avendo successo” bisognerebbe aspettare l’Autunno, se non altro perché l’andamento della pandemia, nei Paesi dove si utilizzano gli attuali vaccini anti-Covid, non è uniforme: nel Regno Unito, ad esempio – il Paese più vaccinato d’Europa – i contagi sono in risalita perché i vaccini non funzionano con le varianti. Si potrebbe ricordare – ovviamente per chi ha un minimo di familiarità con la Biologia – che durante le fasi acute delle pandemie non si vaccina per evitare, per l’appunto, l’aumento delle varianti; o che, di solito, non si ‘inseguono’ i Coronavirus con i vaccini; o ancora – ma qui siamo un po’ troppo avanti – si potrebbe citare la malattia di Marek nei polli… Questi, secondo voi, sono fatti da sottovalutare?

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