- La verginità, oggi, non ha più un grande impatto politico. Anzi viene guardata con sospetto
- Le guarigioni miracolose
- Giovanna D’Arco e la Guerra dei cent’anni
- Il poema di Voltaire
di Nota Diplomatica
La verginità, oggi, non ha più un grande impatto politico. Anzi viene guardata con sospetto
Mi rincresce che il dato sia così vecchio, ma non posso non menzionare qui che – secondo un lancio della Reuters del 2013 – in base a una serie di interviste condotte nel corso di uno studio su un esteso campione di giovani donne americane, quasi l’1% delle 5.340 partecipanti che sono rimaste incinte nel corso della ricerca ha dichiarato che il fatto era successo senza l’intercessione di un maschio e che erano ancora vergini. Il dato non comprende gravidanze avvenute tramite fertilizzazioni in vitro e tecniche simili. Una delle novità della nostra epoca è che la verginità di per sé non ha più un grande impatto politico e, anzi, il politico/a che ostenta la propria verginità di solito viene guardato/a con almeno un pizzico di sospetto. Non è sempre stato così. Prendiamo il caso di Giovanna D’Arco, la “Pulzella d’Orléans”. “Pulzella” ovviamente significa “vergine, illibata”. Se non fosse stata vergine, potrebbe oggi essere una Santa Patrona della Francia?
Le guarigioni miracolose
Giovanna D’Arco è una santa, per quanto non una di lungo corso. Morta sul rogo nel
1431, venne beatificata solo nel 1909 e canonizzata nel 1920. È santa patrona di Francia, o meglio, una
santa patrona “secondaria” della Francia, ce ne sono altri otto: San Dionigi, San Martino di Tours, San
Luigi, San Michele, San Remigio, Santa Petronilla, Santa Radegonda and Santa Teresa di Lisieux.
Com’è d’uso tra i santi “moderni”, Giovanna fu santificata non per le sue gesta in vita, ma
piuttosto per le postume guarigioni “istantanee e perfette” di tre suore: suor Teresa di
Sant’Agostino, da un’ulcera cronica allo stomaco; suor Giulia Gauthier di San Norberto, da
un’ulcera al seno sinistro e suor Giovanna Maria Sagnier, da “osteo-periostite tubercolare”.
Giovanna D’Arco e la Guerra dei cent’anni
Dal punto di vista popolare, la Santa francese è certamente più nota per il recupero dei territori
caduti in mano inglese durante la Guerra dei cent’anni, quando guidò vittoriosamente le armate
di Carlo VII, assicurando al suo Re il controllo della Francia. Catturata poi dai Borgognoni,
Giovanna fu venduta agli inglesi sconfitti che la sottoposero a processo per eresia,
condannandola al rogo. Fu arsa viva il 30 maggio 1431. Nel 1456 Papa Callisto III, al termine di una
seconda inchiesta, dichiarò la nullità del primo processo e lì le cose si fermarono per circa 450 anni.
Né la Chiesa né la classe regnante dell’epoca potevano entusiasmarsi di ragazzine di umilissime origini
che, per volontà divina, arrivarono a guidare armate intere in guerra, determinando il destino di Re e
Regni. Poi, visto da Roma, un’intervento divino a favore di un regno – la Francia – contro un altro –
l’Inghilterra ancora cattolica – costituiva un problema teologico, per non dire politico. Ma il popolino
non ha demorso. La storia della bella pulzella armata di spada e chiamata da Dio a salvare il suo Paese
piaceva troppo e, siccome i fatti concreti scarseggiavano, potè essere raccontata come si voleva. Nei
secoli il mito crebbe e un po’ tutti se ne appropriarono, con risultati alterni, le versioni edulcorate da
approvare, quelle più ciniche – e forse più realiste – da biasimare.
Il poema di Voltaire
Delle seconde, la più nota è quella di François-Marie Arouet, in arte Voltaire: La Pucelle d’Orléans, un
lungo poema che iniziò a scrivere nel 1730, anche se fu pubblicato solo nel 1899, ben dopo la sua morte.
Con una sensibilità che oggi potremmo anche chiamare “moderna”, Voltaire immaginava la sua Pucelle
non come una verginella 18enne di poveri ma onesti genitori, ma piuttosto come una cameriera da
taverna di 27 anni, un po’ “rodata”, dagli ampi nichons e con gli occhi vivaci. Sarebbe stata scoperta da
una sorta di propagandista ante litteram, tale Boudricourt, che vide in lei la perfetta figura “da guerriera e
profetessa” per spronare le truppe francesi demoralizzate perché: “Sapeva cavalcare senza sella ed
eseguire esercizi propri dei maschi a cui le altre vergini non erano use…”. La versione di Voltaire seguì gli sviluppi
noti alla storia, dispensando grande ammirazione per “quest’eroina, degna del miracolo
che aveva finto di compiere” e riconoscendo che Carlo VII “in seguito restaurò il ricordo del suo onore
già sufficientemente onorato dalla sua punizione…”, L’opera, anche se
la Pulzella allora non era nemmeno beata, restò al bando, da bruciare, per quasi due secoli.
Foto tratta da XXI Secolo
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