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Palermo-Balestrate: un fine settimana di fuoco & veleni nell’aria (diossine e furani)/ MATTINALE 495

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  • Gli incendi di Sabato e Domenica (Sabato 5 Giugno tra il quartiere di Brancaccio, a Palermo e Villabate, ieri, Domenica 6 Giugno a Balestrate) sono il frutto dello sfascio della pubblica amministrazione siciliana 
  • Fuoco tra Brancaccio e Villabate: nessuno elimina l’immondizia e c’è chi – sbagliando – elimina immondizia, topi, scarafaggi e zecche con il fuoco, ignorando che il fuoco produce veleni che danneggiano l’ambiente e le persone
  • Diossine e furani, veleni pericolosi per la salute umana, soprattutto per i bambini
  • Disagi per gli automobilisti Sabato (chiusura autostrada Pa-Me-Ct) e Domenica (chiusura autostrada Palermo-Trapani-Mazara del Vallo) 
  • Assenza di opere di prevenzione degli incendi nelle aree verdi della Sicilia e primi ‘timidi’ incendi 

Gli incendi di Sabato e Domenica (Sabato 5 Giugno tra il quartiere di Brancaccio, a Palermo e Villabate, ieri, domenica 6 Giugno a Balestrate) sono il frutto dello sfascio della pubblica amministrazione siciliana 

Sabato un mega incendio a Palermo, tra il quartiere di Brancaccio e Villabate. Le fiamme per alcuni osservatori hanno colpito montagne di immondizia non raccolta, per altri hanno ‘liberato’ un grande tratto di territorio da montagne di immondizia che la pubblica amministrazione non riesce a togliere, anche perché non ci sono sanzioni per chi abbandona i rifiuti dove capita e per chi non li toglie, lasciandoli marcire per giorni e, talvolta, per settimane. Così, tra cattivi odori, topi, scarafaggi e zecche (a Maggio e a Giugno le zecche si fanno sentire: ne sanno qualcosa gli abitanti delle periferie abbandonate del capoluogo siciliano e, in generale, dei luoghi abitati della nostra Isola dove l’immondizia non viene raccolta, se non con notevole ritardo) c’è chi pensa alla ‘soluzione finale’: il fuoco liberatorio. Ma è una soluzione sbagliata, perché nel fuoco finiscono anche sostanze che, bruciando, producono veleni pericolosi per la salute umana, soprattutto per i bambini. Che fine faranno le diossine, i furani e gli altri veleni prodotti durante l’incendio di Sabato scorso, tra il quartiere di Brancaccio e Villabate? Meglio non pensarci. Non ci rimane che essere fatalisti. Non si può chiedere di più. O immondizia senza fine o il fuoco: e come finisce si racconta.

Verrà effettuata un’analisi dei veleni che si sono liberati nell’aria tra il quartiere di Brancaccio di Palermo e Villabate (Sabato) e a Balestrate (ieri Domenica 6 Giugno)? 

Ieri altro grande incendio dalle parti di Balestrate. Da quanto abbiamo letto, le fiamme si sono sviluppate in un terreno (pubblico? privato?) dove non erano state rimosse le erbe secche e le sterpaglie. Erbe secche, sterpaglie, caldo, fuoco: quasi un’equazione matematica. Le fiamme, raccontano le cronache, hanno lambito l’autostrada e la strada statale 17, fino ad arrivare in un’area nella quale opera una ditta privata di pneumatici e l’autoparco dell’Agesp, l’Azienda che in paese gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti. Risultato: paura e un fumo nero che si è levato alto nel cielo. Altissime le lingue di fuoco e danni, danni, danni. Danni alle cose e all’ambiente. Anche nell’incendio di Balestrare (illustrato con un video da Partinico Live) sono andate a fuoco sostanze che, a contatto con le fiamme, hanno prodotto veleni che sono finiti nell’aria e, in generale, nell’ambiente. Ci sarà un’analisi su questi veleni?

Diossine e furani, veleni pericolosi per la salute umana, soprattutto per i bambini

Di fatto, in due giorni, due grandi incendi con produzione di sostanze inquinanti. Che fine faranno le diossine prodotte? Nelle due zone colpite dal fuoco ci sono allevamenti di animali? Ce lo chiediamo perché le diossine – oltre a danneggiare direttamente le persone – possono arrivare indirettamente, con i cibi (per esempio i formaggi) prodotti nella zona. Se osserviamo quanto avvenuto Sabato e Domenica non possiamo fare a meno  di segnalare il fallimento dell’amministrazione pubblica siciliana. Tra Palermo e Villabate non è stata tolta l’immondizia. Supponiamo che, per le amministrazioni pubbliche, le priorità erano altre. A Balestrate nessuno si è occupato di togliere erbe secche e sterpaglie. Precisiamo che, anche se si tratta di fondi privati, deve essere il Comune di competenza, in assenza di interventi da parte del proprietario, a provvedere all’eliminazione di erbe secche e sterpaglie. Da qui il fuoco. Con danni e inquinamento in entrambi i casi. 

Disagi per gli automobilisti Sabato (chiusura autostrada Pa-Me-Ct) e Domenica (chiusura autostrada Palermo-Trapani-Mazara del Vallo) 

Non possiamo non notare, oltre ai danni all’ambiente e alle persone, i disagi provocati ai cittadini. Sabato l’autostrada Palermo-Catania-Messina è stata chiusa per il fumo che impediva la visuale, con disagi a migliaia di automobilisti, che sono stati costretti a trovare vie alternative in una città – Palermo – dove i ponti della parte orientale della città sono pericolanti perché abbandonati da decenni (a Palermo non si abbandona soltanto l’immondizia nelle strade e nei marciapiedi: l’abbandono è generale) . Di fatto, per la pubblica amministrazione siciliana il tempo dei cittadini non conta nulla; se sabato migliaia di persone che rientravano a casa hanno impiegato tre ore invece che mezz’ora per tornare nelle proprie abitazioni, ebbene, questo è un problema dei cittadini non di chi trasforma strade e marciapiedi in grandi ed estese discariche a cielo aperto. L’importante è che i cittadini – costretti a vivere nell’immondizia e a subire le chiusure di strade e autostrade – paghino la Tari, la Tassa dell’immondizia che, a Palermo e dintorni, suona come una beffa! Chiusura dell’autostrada – questa volta la Palermo-Trapani-Mazara del Vallo – ieri per l’incendio di Balestrate. Chi rientrava a Palermo dopo una giornata di mare è stato costretto a inventarsi vie alternative. Anche in questo caso, disagi a carico dei cittadini.

Assenza di opere di prevenzione degli incendi nelle aree verdi della Sicilia e primi ‘timidi’ incendi 

Sempre ieri – prima timida giornata estiva – primi incendi nell’area di Monreale (Comune molto esteso che arriva fino a Grisì) e in qualche altro Comune. Vi risparmiamo gli incendi avvenuti nella scorsa settimana in altre aree della Sicilia. Il dato è che l’Estate non è ancora arrivata e già il fuoco si è presentato. Il Governo regionale ha ‘anticipato’ l’attività delle squadre antincendio. In realtà, non c’è stato alcun anticipo: al contrario, come avviene ormai da oltre un decennio, il Governo siciliano ha ‘risparmiato’ sugli operai forestali: invece di far iniziare le giornate lavorative a metà Aprile, alla Regione se la sono ‘annacata’ sino a fine Maggio; avrebbero continuato ad ‘annacarsela’ fino a Giugno se il sindacato Sifus Confali non avesse presentato una raffica di querele in tutte le Procure siciliane, denunciando la mancanza di opere per la prevenzione del fuoco: opere di prevenzione degli incendi che vanno effettuate a cominciare da metà Aprile e non a Giugno! Ma questo è un concetto difficile, se non impossibile, da far capire agli attuali governanti e ai burocrati della Regione siciliana. In compenso, pronto accomodo, ci sono sempre gli aerei-anfibi al costo di 15 mila euro l’ora. E i responsabili del fuoco? I piromani…

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