Mare inquinato. Golfo di Castellammare, Carini, Trappeto, Balestrate. Storie di percolato (e di soldi, tanti soldi)

6 giugno 2021
  • Ieri Palermo ha ‘festeggiato’ la Giornata Mondiale dell’Ambiente con un incendio di immondizia e con un’inchiesta della Magistratura sull’inquinamento del mare
  • I misteri dell’Amap spa
  • Giulia Argiroffi, Ugo Forello, Igor Gelarda
  • L’export di percolato…
  • Perché non è stato realizzato l’impianto per il trattamento del percolato nella stessa discarica di Bellolampo?

Ieri Palermo ha ‘festeggiato’ la Giornata Mondiale dell’Ambiente con un incendio di immondizia e con un’inchiesta della Magistratura sull’inquinamento del mare

Palermo, una città sempre più abbandonata, sempre più offesa, sempre più degradata. Una città che porta i propri rifiuti in giro per la Sicilia, perché non riesce – contemporaneamente – a far decollare la raccolta differenziata dei rifiuti e a gestire la discarica cittadina di Bellolampo. E siccome l’inquinamento è ormai la regola – la munnizza abbandonata nelle strade, che adesso prende anche fuoco, ne è perenne testimonianza – ecco che, da Palermo, lo ‘spirito’ si espande verso Trapani, complice il fatto che l’AMAP – società che fa capo al Comune del capoluogo siciliano – ha acquisito competenze di altri Comuni della provincia. Competenze in materia di gestione del servizio idrico, compresa la depurazione delle acque. Così l’inquinamento di matrice panormita è arrivato anche nella parte occidentale della Sicilia, nel golfo di Castellammare. Brutta storia. Andata in scena ieri, Giornata Mondiale dell’Ambiente. Con i Carabinieri che hanno notificato un’ordinanza di commissariamento all’Amap, società che, come già ricordato, gestisce il servizio idrico a Palermo e in alcuni Comuni della provincia. E tra questi servizi c’è anche la depurazione delle acque. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo avrebbe voluto commissariare l’intera gestione della società, ma il Gip ha accolto solo parzialmente la richiesta. Se non abbiamo capito male, il commissariamento riguarda la depurazione delle acque. Sulla vicenda hanno indagato i Carabinieri Forestali. Le indagini sono state coordinate dai pubblici ministeri Bruno Brucoli e Andrea Fusco. Sotto osservazione sono finiti i depuratori delle acque reflue urbane di Acqua dei Corsari a Palermo e dei Comuni di Carini (torrente Ciachea), Trappeto (fiume Nocella), Balestrate. Luigi Librici, già direttore dell’Arpa Sicilia (agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) è stato nominato commissario.

I misteri dell’Amap spa

Si indaga sull’operato dell’Amap e su chi ha gestito tale società. Tra gli indagati, Maria Prestigiacomo, ex presidente dell’Amap e attuale assessore del Comune di Palermo alle Opere pubbliche, Alessandro Di Martino, attuale amministratore unico di Amap e alcuni dipendenti della società. il reato ambientale ipotizzato è quello di avere provocato l’inquinamento del golfo di Castellammare, che è un’area protetta. Insomma, problemi in mare non soltanto nel golfo di Castellammare, ma anche a Carini, a Trappeto e a Balestrate. Sul quotidiano on line ilSicilia.it leggiamo: “Nell’audizione dei pm alla Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali, la Dott.ssa Marzia Sabella (Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il tribunale di Palermo) ha riferito che: «Abbiamo raccolto anche diverse informazioni dei dipendenti dell’AMAP che erano particolarmente imbarazzati, perché si trattava di situazioni di particolare evidenza, quindi innegabili e nonostante l’imbarazzo non hanno potuto essere reticenti (…) Le nostre indagini iniziano alla fine del 2018, quindi almeno dal marzo del 2018 non vi era stato alcun conferimento di fanghi a nessuno. (…) per il solo impianto di Acqua dei Corsari, l’AMAP ha risparmiato oltre 7 milioni di euro l’anno. Si tratta di cifre particolarmente consistenti»”.

Giulia Argiroffi, Ugo Forello, Igor Gelarda

Non mancano le reazioni da parte dei consiglieri comunali di Palermo. Su Facebook la consigliera Giulia Argiroffi, che nella vita fa l’ingegnere, scrive: “Dove è finito il 95% del fango? In mare. Dove sono finiti percolato e colaticcio di Bellolampo? In mare. Dove sono finiti i 7 milioni di euro risparmiati?”. Giulia Argiroffi è un ex grillina che, con un altro ex grillino, Ugo Forello, ha dato vita al gruppo consiliare OSO. Sulla vicenda parla anche Forello, che nella vita fa l’avvocato: “Il commissariamento conferma la fondatezza delle gravissime accuse nei confronti dei vertici dell’Amap. Sono emerse molteplici e schiaccianti prove. Uno degli indagati è l’attuale assessore Maria Prestigiacomo, ex presidente Amap, ora competente per i rapporti con la stessa società. È evidente l’incompatibilità e il conflitto di interessi. Il Sindaco revochi l’assessore indagato immediatamente o depositeremo una mozione di sfiducia in Consiglio”. C’è anche l’intervento di Igor Gelarda, capogruppo della Lega in Consiglio comunale: “Il commissariamento dell Amap rappresenta l’ennesima tegola su di una amministrazione che non riesce a controllare neanche le sue partecipate. Il problema è che l’Amap non si occupa solo di Palermo ma anche di parte della provincia. Vogliamo che si faccia chiarezza immediatamente e che i responsabili vengano allontanati da qualsiasi incarico possano in questo momento ricoprire all’interno dell’amministrazione comunale o della partecipata. Considerato anche che c’è un conflitto di interessi fra il ruolo di controllore e di controllato in capo all’assessore al ramo”. Su Facebook Filippo Occhipinti annuncia: “Eurpoa verde e verdi si costituiranno parte civile, non c’è dubbio. Perché un processo ci sarà”.

L’export di percolato…

Ripeschiamo un nostro articolo del Settembre 2018: “Palermo e i rifiuti: la notizia non è che, da circa sei mesi, il percolato della discarica di Bellolampo non viene più ‘esportato’ fuori dalla Sicilia a costi ‘salatissimi’ e viene invece trattato dal depuratore di Acqua dei Corsari. Le notizie, invece, sono due e si condensano in due domande. Prima domanda: perché il percolato, per anni, è stato ‘esportato’ fuori dalla nostra Isola, quando trattarlo con il depuratore di Acqua dei Corsari costa molto meno? Seconda domanda: perché non è stato realizzato l’impianto per il trattamento del percolato nella stessa discarica di Bellolampo? Sono domande legittime. Analizzandole si scopre che, per anni, il Comune di Palermo ha speso una barca di soldi per portare fuori dalla Sicilia il percolato, il liquido che si forma nelle discariche per effetto dell’azione delle piogge. Liquido pieno di sostanze inquinanti che va trattato. Servono anche a questo, per l’appunto, i depuratori: a trattare liquidi inquinanti come il percolato. In effetti – così almeno ricordiamo – per un certo periodo il percolato della discarica di Bellolampo è stato trattato dal depuratore di Acqua dei Corsari. Poi, improvvisamente, per motivi non chiari, si è deciso di ‘esportare’ il percolato a costi maggiori. Questa storia dell’ ‘export’ del percolato è durata anni”. E ancora: “Da sei mesi a questa parte, o giù di lì, il Comune ha deciso di portare il percolato nel depuratore cittadini di Acqua dei Corsari. O meglio, così hanno deciso i vertici della RAP, la società del Comune che si occupa della raccolta dei rifiuti e della gestione della discarica di Bellolampo. Perché questa decisione? Forse perché i soldi cominciano a scarseggiare? In ogni caso, è una decisione un po’ strana. Infatti, se negli anni passati era stato deciso di ‘esportare’ fuori dalla Sicilia il percolato perché fonte di pericoloso inquinamento, come mai, oggi, questo ‘pericolo’ è venuto meno? Da quello che siamo riusciti ad appurare, ai tempi dell’ ‘export’ del percolato – sembrerebbe in Calabria, a Gioia Tauro – il costo del trattamento di una tonnellata di percolato costava da 120 a 150 euro. Oggi trattarlo nel depuratore di Acqua dei Corsari costerebbe intorno a 50 euro a tonnellata”.

Perché non è stato realizzato l’impianto per il trattamento del percolato nella stessa discarica di Bellolampo?

Un successivo passo del nostro articolo di tre anni fa è piuttosto attuale: “I soldi per il trattamento del percolato escono dalle ‘casse’ della RAP e vanno nelle ‘casse’ dell’AMAP, l’Azienda che gestisce il servizio idrico a Palermo (e in alcuni Comuni della provincia). I soldi rimangono al Comune di Palermo, perché RAP e AMAP sono due società controllate dallo stesso Comune. Mentre prima i soldi per pagare il trattamento del percolato finivano fuori dalla Sicilia. Un bel risparmio, no? E se è così, non ci potevano pensare prima? Tra l’altro, va ricordato che il depuratore di Acqua dei Corsari può depurate i reflui di 440 mila abitanti e, fino ad oggi, ha servito 350 mila abitanti circa. Nessuno può dire che il depuratore di Acqua dei Corsari, con il percolato di Bellolampo, va sotto pressione: tant’è vero che, da sei mesi, come già ricordato, lo sta trattando”. Altro passaggio interessante: “C’è, poi, da rispondere, o provare a rispondere alla seconda domanda che abbiamo posto all’inizio. E cioè: perché non è stato realizzato l’impianto per il trattamento del percolato nella stessa discarica di Bellolampo? L’impianto, in primo luogo, avrebbe consentito notevoli risparmi. A noi risulta che era già pronto un progetto. Poi, però – per motivi che non siamo riusciti a capire (altro ‘mistero’ legato alla gestione dei rifiuti di Palermo) – di questo progetto non se n’è fatto nulla. E il percolato della discarica di Bellolampo ha continuano ad essere ‘esportato’ di qua e di là. Con rischi non indifferenti: perché una cosa è trattare il percolato là dove viene prodotto, cioè nella discarica di Bellolampo, mentre altra e ben diversa cosa è organizzare il trasporto del percolato su mezzi gommati che, per definizione, sono costosi e inquinanti. Insomma, tutto contro logica, con un dispendio di denaro pubblico.  Non solo. L’impianto per il trattamento del percolato a Bellolampo avrebbe prodotto una fonte di acqua con la quale lavare, a costo zero, i mezzi che arrivano nella discarica di Palermo colmi di immondizia. Ribadiamo: tutto il contrario di quello che sarebbe stato logico fare…”.

Foto tratta da Leggo.it

 

 

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