Riusciranno autonomisti, sicilianisti, indipendentisti e meridionalisti ad arrivare a un candidato unico alle elezioni regionali siciliane del prossimo anno? Qualcosa, in effetti, si sta muovendo. Ne è convinto Franco Calderone, coordinatore, in Sicilia, di Equità Territoriale (ET), il movimento fondato dallo scrittore e giornalista Pino Aprile: “La società siciliana si va svegliando – dice -. L’assemblea di Pergusa ha segnato l’inizio di un percorso politico nel quale autonomisti, sicilianisti, indipendentisti e meridionalisti daranno vita a un’alleanza in vista delle elezioni regionali del 2022″. Il riferimento è all’assemblea dei rappresentanti di 25 tra associazioni e movimenti che, nei giorni
Il coordinatore di ET in Sicilia è ottimista. In effetti – a giudicare da quello che si è visto fino ad ora – qualche assi avanti c’è. Anche se non mancano ‘distinguo’, legati magari agli interessi personali di ci preferisce ancora oggi trattare con i partiti politici nazionali per motivazioni che, di solito, non sono molto, come dire?, ideologiche… Però si sta andando avanti lo stesso: “Quanto sta avvenendo, per la Sicilia, è un fatto politico rilevante – dice sempre Calderone -. Si va diffondendo la consapevolezza che i partiti politici nazionali, al di là delle belle parole, non fanno gli interessi della Sicilia e non fanno gli interessi del Sud. Alla nostra Isola serve un soggetto politico che faccia i reali interessi dei siciliani. L’assemblea di Pergusa dei giorni scorsi e l’appuntamento del 12 Giugno a Caltanissetta segnano un cammino politico che punta a mettere insieme esperienze diverse, legate da un denominatore comune: la difesa della Sicilia. E’ un fatto molto importante nel momento in cui lo Stato sta provando a scippare al Sud e alla Sicilia oltre 70 miliardi di euro di Recovery Plan e 2 miliardi di euro di fondi agricoli. Fare squadra per difendere la nostra Isola da queste aggressioni colonialiste è un passaggio fondamentale per aiutare i cittadini siciliani a riflettere sul male che i partiti politici nazionali hanno fatto e continuano a fare alla Sicilia”.
Con un programma alternativo ai vecchi partiti politici nazionali non è facile fare breccia, ad esempio, nel mondo dell’informazione. Del resto, la tradizione vuole che sicilianisti, indipendentisti e autonomisti trovino difficile convivere. L’ultima esperienza risale agli anni che vanno dal 1994 al 1996, quando il Movimento Noi Siciliani riuscì a mettere insieme non soltanto sicilianisti e indipendentisti, ma anche autonomisti di estrazione sturziana. Fu un’esperienza importante, che culminò, nelle elezioni regionali del 1996, con l’elezione di un deputato in Assemblea regionale siciliana. Purtroppo, in termini parlamentari, l’esperienza naufragò. Ma le elezioni siciliane del 1996 dimostrarono che quando sicilianisti, indipendentisti e autonomisti tolgono di mezzo gli elementi di divisione e fanno prevalere gli elementi di unità gli elettori siciliani rispondono. Il prossimo anno, rispetto al 1996, ci sono due elementi politici nuovi: una Sicilia con una crisi economica e sociale spaventosa, frutto della pandemia e della pessima gestione della stessa pandemia da parte del Governo nazionale e del Governo regionale; e poi la presenza di Equità Territoriale, che un nuovo soggetto politico meridionalista che si va radicando in tutta la Sicilia. Se si riuscirà a portare avanti questa alleanza i risultati elettorali potrebbero anche sorprendere.
Dice ancora Calderone: “Dobbiamo avere la forza e la determinazione per illustrare ai cittadini siciliani che quando Lega, PD, Movimento 5 Stelle, Italia Viva di Renzi e i vari ‘pezzi’ della sinistra nazionale avallano lo scippo di oltre 70 miliardi di euro al Sud e alla Sicilia tolgono investimenti, posti di lavoro e servizi ai cittadini del Sud e della Sicilia. Dobbiamo illustrare ai cittadini del Sud e ai cittadini siciliani che quando i Partiti nazionali tolgono i fondi all’Agricoltura del Sud e della Sicilia impoveriscono gli agricoltori del Sud e della Sicilia, costringendo cittadini meridionali e siciliani a portare sulle proprie tavole prodotti agricoli di scarsa qualità, spesso contaminati. La battaglia sta cominciando. E noi siamo determinati ad andare fino in fondo. Sappiamo che ormai da anni oltre il 50% dei Siciliani non va più a votare. E noi dobbiamo convincere questi Siciliani e, in generale, i Siciliani a sostenere, il prossimo anno, la nostra proposta politica”.
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