- I fatti stanno dando ragione all’esponente storico della sinistra di Palermo, Pino Apprendi, che, a proposito della vendita dei due bacini, ha parlato subito di “vergogna tutta siciliana”
- L’articolo di SHIPPING ITALY.IT: già in azione la società che dovrebbe rivendere uno dei due bacini
- Incredibile quello che sta succedendo: “Nel complesso una descrizione non proprio aderente a quella riportata nella perizia che era stata allegata al bando della gara della AdSP”
- Chi controlla chi?
I fatti stanno dando ragione all’esponente storico della sinistra di Palermo, Pino Apprendi, che, a proposito della vendita dei due bacini, ha parlato subito di “vergogna tutta siciliana”
“La vendita dei due bacini di carenaggio del Cantiere Navale di Palermo, da 19 e 52 mila tonnellate, è una vergogna tutta siciliana”. Così, nei giorni scorsi, Pino Apprendi, già parlamentare regionale della sinistra, commentava la stranissima ‘vendita’ di due bacini di carenaggio del capoluogo siciliano. Perché scriviamo “stranissima”? Perché, nel silenzio generale – compreso il silenzio delle organizzazioni sindacali – sono stati venduti al prezzo di 1,55 milioni di euro, circa metà della base d’asta! In queste ore arriva una notizia sicuramente da approfondire, che che già di per sé dovrebbe fare riflettere. Eccola, la notizia: “Già rimesso in vendita uno dei due bacini galleggianti di Palermo“, titola SHIPPING ITALY.IT, che non è proprio un giornale qualunque, ma “Il quotidiano on line del trasporto marittimo” che noi citiamo spesso quando raccontiamo le “scorribande” che vanno in scena tra porti e navi che solcano i mari della Sicilia. Questa notizia è veramente particolare. Pensate un po’: chi ha acquistato ad un prezzo vantaggiosissimo due bacini di carenaggio di Palermo, dopo pochi giorni, ne ha già messo in vendita uno. Per la precisione, in vendita è il più piccolo, quello da 19 mila tonnellate. A che prezzo è stato messo in vendita? Questo non lo sappiamo. Ma leggiamo insieme cosa racconta SHIPPING ITALY.IT:
L’articolo di SHIPPING ITALY.IT: già in azione la società che dovrebbe rivendere uno dei due bacini
“Della cessione della struttura (da 19mila tonnellate di portata lorda) risulta essere già stata incaricata la società Offshore Solutions Limited, con sede a Singapore. Il bacino, realizzato nel 1952 e non più utilizzato dal gennaio del 2011, viene descritto da Osl come in ‘buone condizioni’ in tutta la sua superficie, nonostante al momento la ‘classe sia sospesa’. Viene precisato anche che l’unità dovrà essere rimessa in servizio ottenendo il permesso di navigazione per consentirne il rimorchio, ma anche che ‘la banchina è segnalata in ottime condizioni strutturali e dovrebbe essere dritta’. Stimati infine in 40-60 giorni i tempi per la consegna dalla firma dell’eventuale Memorandum of Agreement”. Qualche domanda, a questo punto, sorge spontanea: se il bacino è in “buone condizioni” perché è stato venduto a un prezzo pari a “circa la metà della base d’asta”? Forse il bacino più piccolo è in condizioni migliori rispetto a quello più grande?
Incredibile quello che sta succedendo: “Nel complesso una descrizione non proprio aderente a quella riportata nella perizia che era stata allegata al bando della gara della AdSP”
Ancora SHIPPING ITALY.IT: “Nel complesso una descrizione non proprio aderente a quella riportata nella perizia che era stata allegata al bando della gara della AdSP. Il documento rilevava infatti, per entrambi i bacini galleggianti uno stato di degrado (più grave per la verità per quello da 52mila tpl) e per entrambe consigliava la vendita per demolizione, non essendo più economicamente vantaggioso un loro eventuale recupero. La stessa gara, per la quale erano state ricevute quattro offerte (tre quelle ritenute ammissibili), era stata aggiudicata a Vulcano Shipyard, società palermitana guidata dall’amministratore unico Antonino Adorno e presumibilmente riconducibile alla stessa famiglia Adorno cui fanno capo anche Adormare (attiva in vari campi, dalla cantieristica navale al trasporto marittimo) e Sicilship, avendo tutte e tre la sede allo stesso indirizzo”. Che dire? La nostra sensazione – mettendo insieme le stranezze che vanno in scena nella Sicilia di questi giorni, dalle ‘operazioni’ marittime ai campi eolici marini, dalla svendita dei terreni agricoli per fare posto a mega investimento di impianti fotovoltaici privati alla finta crisi dei rifiuti per giustificare il grande affare dei termovalorizzatori, per non parlare della ‘genialata’ delle ultime settimane, ovvero della scomparsa di una diga… – è che la Sicilia sia finita nella mani di avvocati di affari che, fingendo di fare gli interessi della nostra Isola, la stiano svendendo pezzo dopo pezzo…
Chi controlla chi?
Chi è che controlla quello che succede nel porto di Palermo e, segnatamente, nell’area del Cantiere Navale? L’Autorità portuale? La Regione siciliana attraverso l’assessorato regionale alle Attività produttive? Nessuno? Non è un po’ singolare che tutto questi stia avvenendo a un anno di distanza dalle elezioni regionali siciliane del 2022? Che cosa dicono di questa ‘news’ i nostri amici della Cgil di Palermo che ci hanno rassicurati sul rilancio del Cantiere Navale di Palermo? Possibile che nessuno, in Assemblea regionale siciliana, si stia accorgendo di quello che sta succedendo nel Cantiere Navale del capoluogo della nostra sempre più sgangherata e svenduta Isola?
Foto tratta da L’Opinione della Sicilia
AVVISO AI NOSTRI LETTORI
Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.-La redazione
Effettua una donazione con paypal