di Carmelo Raffa
Sud sofferente e quasi in agonia abbandonato da decenni dai vari governi che si sono succeduti e con
amministratori locali che non sono riusciti a conseguire risultati di rilancio dell’economia e
conseguentemente dei livelli occupazionali. C’è stato e continua ad esserci il fuggi fuggi da parte dei giovani che lasciano le proprie terre per emigrare in altri Paesi che garantiscano loro e alle proprie famiglie un futuro dignitoso. Domani sarà celebrata la festa della Repubblica italiana e a distanza e a distanza di 71 anni dobbiamo rilevare, nostro malgrado, che tutti questi anni sono serviti per accrescere le distanze economiche e sociali tra i vari territori. La ricchezza concentrata sempre più nelle aree più ricche dell’Italia e precisamente al Nord. La lotta alla mafia anziché agevolare coloro che per tanti anni ne sono state vittime è stata utilizzata dalle Persone prive di ogni scrupolo per accrescere gli investimenti all’estero e nelle zone più ricche dell’Italia.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nelle varie occasioni ha sempre denunciato le difficoltà del
Meridione ed ha auspicato più volte recentemente che venga esercitata una svolta epocale con una politica
di rilancio del Mezzogiorno che sarebbe indispensabile per il rilancio economico dell’intera Nazione. Il mondo politico sembra sensibile (elettoralmente) ai problemi della Sicilia e del Mezzogiorno ma nei fatti si dà l’impressione di avere a che fare con parolai di professione. Si parla del Ponte sullo Stretto come se fosse il principale problema da risolvere e così facendo non si affrontano e si trovi soluzione ai veri problemi che affliggono la nostra Isola. Occorre operare e presto per rendere dignitosa la nostra terra a cominciare dalla viabilità che risulta alquanto dissestata. Finita la pandemia (speriamo) bisogna puntare prioritariamente sul turismo non
trascurando il rilancio di tutti gli altri settori: agricoltura, artigianato e sviluppo industriale “green”.
Anche le Banche dovrebbero fare la loro parte a cominciare da Unicredit che ha ricevuto in dote le attività
dell’ex polo creditizio siciliano (Banco di Sicilia e Sicilcassa). Unicredit ha dimezzato il proprio personale nell’Isola ed ha chiuso circa il 50% dei propri sportelli abbandonando a se stessi tanti piccoli Comuni e mentre ciò avveniva ha effettuato migliaia di assunzioni a Milano. E’ arrivata l’ora per un cambio di passo e che da parte delle Banche arrivino segnali concreti in termini occupazionali.
Il Governatore, Nello Musumeci, che domani incontrerà il Presidente della Repubblica non viva l’incubo di ripescare in Giunta il suo amico Ruggero Razza ma affronti, almeno l’ultimo anno la realtà vera della Sicilia e dei siciliani.