- La sentenza di primo grado è importante. Ma lo è anche la questione politica dell’acciaieria ex ILVA ancora aperta
- L’ILVA rappresenta uno dei primi fallimenti del Movimento 5 Stelle in versione governativa
- La dichiarazione del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano
- Emiliano dice cose giuste. Ma lui non è mai stato favorevole alla chiusura dell’ILVA. Che invece va chiusa per sempre
La sentenza di primo grado è importante. Ma lo è anche la questione politica dell’acciaieria ex ILVA ancora aperta
La sentenza emessa dalla Corte d’Assisi del tribunale di Taranto che ha condannato i protagonisti dell’inquinamento della città legato all’acciaieria ex ILVA è importante. Ma mai nessuno potrà risarcire i cittadini che hanno perso la salute e la vita. Così come nessuno potrà risarcire una città e il circondario di una città colpiti dall’inquinamento: città e circondario ai quali è stato negato uno sviluppo economico diverso. I fatti risalgono al passato, certo. Ma non bisogna dimenticare che, ancora oggi, l’acciaieria è in attività. Chi esce male da questa storia – almeno nella sentenza di primo grado – sono gli ex proprietari e amministratori dell’ILVA (come potete leggere qui). E ne esce male anche l’ex presidente della Regione Puglia, Niki Vendola. Anche se su quest’ultimo – esponente della sinistra – va detto che nel corso degli anni c’è stato un certo accanimento mediatico per via di una telefonata forse un po’ strumentalizzata. E che – su questa telefonata – alla fine ha avuto ragione Vendola, è un fatto che, per correttezza d’informazione, bisogna ricordare, se è vero che un Tribunale della Repubblica italiana gli ha dato ragione. Altra e diversa cosa sono le ragioni dell’odierna condanna di Vendola, che avrebbe fatto pressioni improprie sull’ARPA Puglia, l’Agenzia Regionale Protezione Ambiente. In un video lo stesso Vendola si difende.
L’ILVA rappresenta uno dei primi fallimenti del Movimento 5 Stelle in versione governativa
Sarà la Magistratura nei successivi gradi di giudizio a stabilire come stanno le cose. Noi, oggi, da un blog siciliano e meridionale, che dedica ampio spazio alla questione meridionale, vogliamo sottolineare il fallimento della politica – l’ennesimo fallimento della politica – rispetto al tema della tutela dell’ambiente. Ancora una volta è la Magistratura che deve sostituirsi alla politica. Ricordiamo che l’ILVA di Taranto è uno dei primi, grandi fallimenti del Movimento 5 Stelle versione Governo. In campagna elettorale i grillini si erano impegnati a chiudere l’acciaieria ex ILVA, ma appena giunti al Governo, Luigi Di Maio e compagni hanno cambiato le carte in tavola: nessuna chiusura, ma proseguimento dell’attività dell’acciaieria con una riduzione dell’inquinamento. Ammesso che tale riduzione dell’inquinamento ci sia stata, non era certo questo l’impegno assunto dai grillini con i cittadini di Taranto.
La dichiarazione del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano
Su BARITODAY leggiamo la dichiarazione del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano: “La giustizia ha finalmente fatto il suo corso accertando che i cittadini di Taranto hanno dovuto subire danni gravissimi da parte della gestione Ilva facente capo alla famiglia Riva. I delitti commessi sono gravissimi e sono assimilabili a reati di omicidio e strage non a caso di competenza della Corte d’Assise al pari di quelli per i quali è intervenuta la pesantissima condanna. La sentenza è un punto di non ritorno che deve essere la guida per le decisioni che il Governo deve prendere con urgenza sul destino degli impianti. Gli impianti a ciclo integrato, che hanno determinato la morte di innumerevoli persone tra le quali tanti bambini, devono essere chiusi per sempre e con grande urgenza per evitare che i reati commessi siano portati ad ulteriori conseguenze e ripetuti dagli attuali esercenti la fabbrica. L’attività industriale attuale a ciclo integrato a caldo va immediatamente sospesa e si deve decidere il destino dell’impianto e dei lavoratori. La Regione Puglia, parte civile, ha richiesto ed ottenuto la condanna degli imputati e della società al risarcimento dei danni che saranno quantificati in separata sede ottenendo una provvisionale di 100mila euro. E pertanto ha titolo per iniziare una causa civile contro tutti coloro che hanno provocato il danno e contro coloro che eventualmente stanno continuando a cagionare danni ambientali e alla salute. Non ci arrenderemo mai alla sottovalutazione colpevole della tragica e delittuosa vicenda ex Ilva e agiremo su tutti i fronti che le normative italiane ed europee ci concedono. Sarà guerra senza quartiere a tutti coloro che in ogni sede hanno colpevolmente sottovalutato o agevolato i reati commessi. Per quanto riguarda il risarcimento che la Regione Puglia deve assicurare per fatti accaduti prima della attuale amministrazione, siamo pronti a far fronte alla richiesta risarcitoria ove essa sia confermata dalla sentenza definitiva. Siamo consapevoli però che la Regione Puglia dal 2005 in poi è stata l’unica istituzione ad aver concretamente agito per fermare quella scellerata gestione della fabbrica, almeno fino a quando non è stata estromessa per legge da ogni possibilità di intervento sui controlli ambientali, con leggi nazionali che hanno fatto eccezione alle regole in vigore per il resto d’Italia”.
Emiliano dice cose giuste. Ma lui non è mai stato favorevole alla chiusura dell’ILVA. Che invece va chiusa per sempre
Tutto giusto. Tra l’altro, Emiliano è un magistrato e sa quello che dice. Ma oltre all’Emiliano magistrato c’è anche l’Emiliano politico: e l’Emiliano politico, in ordine all’ex ILVA, a noi non ci ha mai convinti. Emiliano non ha mai detto che l’acciaieria va chiusa: il presidente della Regione Puglia ha sempre parlato di decarbonizzazione. Una tesi che noi non condividiamo per nulla: l’acciaieria di Taranto non serve a Taranto, non serve alla Puglia, non serve al Sud: serve solo al Nord: e questo è già un motivo per chiuderla senza fare chiacchiere. L’ILVA è uno dei simboli della colonizzazione del Sud. Ricordiamoci che, quando si scoprì che certe lavorazioni dell’acciaio danneggiavano la salute delle persone, a Genova vennero subito bloccate, mentre a Taranto sono rimaste. Due pesi e due misure. E questo è un secondo motivo per il quale l’acciaieria ex ILVA di Taranto va chiusa. Per sempre.
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