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Palermo città allo sbando dove si ricomincia anche a sparare. I timori della Cgil

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  • L’uccisione, avvenuta stanotte, di un giovane di 26 anni dà l’occasione per un’analisi sociologica su una città allo sbando 
  • Corrette le preoccupazioni espresse dalla Cgil 
  • Igor Gelarda, Lega: “Palermo ha bisogno della presenza vera e profonda delle istituzioni”

L’uccisione, avvenuta stanotte, di un giovane di 26 anni dà l’occasione per un’analisi sociologica su una città allo sbando 

Il delitto avvenuto stanotte nel centro storico di Palermo – un giovane di 26 anni ucciso a colpi di arma da fuoco – da episodio di cronaca nera si sta trasformando in occasione per analisi sociologiche sul degrado della città. Fermo restando la pietà cristiana per la tragica fine del giovane – Emanuele Burgio – ucciso non nel mercato della Vucciria, ma nell’ex mercato della Vucciria, mercato storico scomparso causa fallimentari politiche del Comune di Palermo, ben vengano le riflessioni su una città allo sbando, dove ormai succede di tutto. Scrive la Cgil di Palermo: “Esprimiamo preoccupazione e rabbia. A Palermo in poche ore sono accaduti due fatti tragici, in due zone simbolo del Centro storico: ieri notte a Ballarò un grave atto di omofobia, adesso alla Vucciria un omicidio, maturato in un ambiente ad alta intensità mafiosa. La ripartenza non può riportarci indietro agli anni bui di questa città, a Palermo non possiamo tornare a vivere peggio di prima. Non possono esserci passi indietro sulla strada della legalità. Chiediamo di intensificare il presidio sul territorio, il controllo sociale e tolleranza zero verso tutte le forme di violenza. Il Centro storico, come sta avvenendo in queste ore, si sta trasformando in una zona di illegalità diffusa, tollerata e anche giustificata. Adesso è invece l’ora di andare avanti e di fare fronte comune per garantire ai cittadini la sicurezza e la legalità”.

Corrette le preoccupazioni espresse dalla Cgil 

Piano piano anche la Cgil si sta accorgendo che Palermo sta affondando. Ancora non c’è un’analisi complessiva – dalla disastrosa gestione finanziaria del Comune alla pessima gestione dei rifiuti (a proposito: qual è la posizione della Cgil rispetto alla proposta ‘innovativa’ del sindaco Leoluca Orlando, di inserire il pagamento della Tari nella bolletta dell’energia elettrica?), dalle strade che cadono a pezzi alle strutture sportive abbandonate, dalla svendita di due bacini di carenaggio alle 900 salme abbandonate al cimitero di Santa Maria dei Rotoli, dal Tram che perde un sacco di soldi ogni anno per assicurare un servizio a meno dell’1% dei cittadini alle periferie abbandonate, fino ai monopattini che sfrecciano da tutte le parti, imboccando sensi unici come se nulla fosse. E ci fermiamo qui per carità di patria. Una città allo sbando dove si ricomincia a sparare. Giusta la preoccupazione della Cgil per il degrado che avanza. Certo, se simile preoccupazione fosse arrivata prima sarebbe stato meglio. Ma la buona volontà c’è. Nella Cgil di Palermo qualcosa sta cambiando? Speriamo.

Igor Gelarda, Lega: “Palermo ha bisogno della presenza vera e profonda delle istituzioni”

Le cronache registrano pure una dichiarazione del capogruppo della Lega in Consiglio comunale, Igor Gelarda: “Ho appreso con sgomento la notizia dell’omicidio, sembra a seguito di una lite, alla Vucciria. Non è la prima volta che in quella zona accadono fatti violenti. L’ultimo dei quali l’ignobile aggressione ai danni della coppia gay di Torino. Palermo può avere un grande cuore, ed è abitata da tantissima gente per bene, ma sa anche essere molto violenta. È una città con enormi sacche di povertà e delle periferie in stato di abbandono. È una città che ha bisogno di un vero e profondo cambiamento culturale, non quello superficiale sbandierato da chi amministra, e male, questa città adesso. Una città che ha bisogno della presenza vera e profonda delle istituzioni, e non solo una presenza di facciata. La sfida culturale per cambiare Palermo è una sfida che deve raccogliere quella gran parte di cittadinanza che vuole vivere in una città normale, senza violenza, che non sia in fondo a tutte le classifiche sulla vivibilità. Ma è anche una sfida che lo Stato Italiano deve raccogliere e portare a compimento”.

Foto tratta da La Sicilia

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