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Nel Regno Unito i contagi ricominciano a salire. Una vendetta del destino, per il Paese che all’inizio non credeva nei vaccini anti-Covid?/ SERALE

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  • Non sappiamo come finirà nel Regno Unito, uno dei Paesi con il tasso di vaccinati più alto del mondo. Certo che i segnali di questi fine Maggio non sono incoraggianti, tra una variante e l’altra… 
  • Il nostro articolo del Marzo dello scorso anno, quando il Regno Unito non credeva nei vaccini anti-Covid
  • I due scienziati inglesi che, 14 mesi addietro, non scommettevano nei vaccini e che, per primi, hanno parlato di immunità di gregge
  • Vallance, nel Marzo dello scorso anno, sosteneva che il Covid-19, molto probabilmente, sarebbe diventato un virus annuale
  • Poi, a un certo punto… arriva AstraZeneca

Non sappiamo come finirà nel Regno Unito, uno dei Paesi con il tasso di vaccinati più alto del mondo. Certo che i segnali di questi fine Maggio non sono incoraggianti, tra una variante e l’altra… 

Nel Regno Unito, nonostante una massiccia campagna vaccinale, i contagi tornano a salire. Per ora la risalita è lenta, ma le autorità non escludono un peggioramento della situazione. Che sta succedendo? Spiegazione semplicissima per chi ‘mastica’ un po’ di microbiologia: le varianti. Per la precisione, si tratta della variante indiana, o meglio, della variante della variante indiana. Inutile scendere nei particolari (che se vi interessano trovare qui). Ovviamente, nel Regno Unito i vaccini anti-Covid vengono fino a questo momento sostenuti, se non ‘santificati’. Hanno vaccinato quasi tutta la popolazione. Non potrebbero fare il contrario. La notizia, in questo Paese – che pure lo scorso anno aveva iniziato bene, suscitando le critiche di mezzo mondo – è che le scelte, adottate all’insegna dell’economia, cominciano a produrre effetti indesiderati. Non sappiamo se i contagi cresceranno, anche perché l’Estate non è nemmeno arrivata. Ma, di certo, il segnale è brutto. E dire che quando ancora in pochi (a cominciare dal premio Nobel per la Medicina, Luc Montagner) dicevano che il SARS-COV-2 aveva tutte le caratteristiche di un virus di laboratorio, sommersi dalle critiche dei virologi da televisione (oggi, invece, anche la ‘virologia democratica americana’, con Anthony Fauci, ammette che il SARS-COV-2 è un virus di laboratorio), il Regno Unito non solo andava con i piedi di piombo, ma con i suoi scienziati di punta lasciava intendere che i vaccini, contro il Covid-19, sarebbero serviti a poco. Invece… Invece poi anche il Regno Unito si è messo a produrre e vendere vaccini. Vedremo, in Autunno, come finirà. Per ora – e siamo a fine Maggio – i segnali non sono incoraggianti.

Il nostro articolo del Marzo dello scorso anno, quando il Regno Unito non credeva nei vaccini anti-Covid

Noi, nel Marzo dello scorso anno, siamo stati tra i pochi a raccontare qual era la strategia del Regno Unito. Ribadiamo: era un momento in cui si credeva che il SARS-COV-2 fosse un virus naturale e non di laboratorio e, in quanto virus naturale, gli inglese optarono non per il vaccino, ma per l’immunità di gregge. Furono i primi, gli scienziati del Regno Unito, a parlare di immunità di gregge, suscitando l’ilarità, specie tra chi non conosceva l’argomento. Ribadiamo ancora: in quel momento chi parlava di virus di laboratorio era un complottista e gli inglesi – sempre razionali – non credevano nei vaccini perché, in effetti, con i Coronavirus non si utilizzano i vaccini e seguivano una strategia completamente diversa dal resto dell’Europa. Riprendiamo alcuni passi del nostro articolo del Marzo dello scorso anno. In quel momento  Boris Johnson era molto criticato. In realtà, non era lui a dettare l’agenda politico-sanitaria del Regno Unito:

I due scienziati inglesi che, 14 mesi addietro, non scommettevano nei vaccini e che, per primi, hanno parlato di immunità di gregge

“Cominciamo col dire che Boris Johnson non sta facendo di testa sua – scrivevamo 14 mesi addietro -: si avvale della consulenza di due esperti: Sir Patrick Vallance e il professor Chris Whitty. Il primo – Sir Patrick Vallance – ricopre, dal 2018, l’incarico di Chief Scientific Adviser del Governo: in pratica, è il capo consulente scientifico dell’esecutivo del Regno Unito. Alle spalle ha una vasta esperienza, visto che è stato per anni il responsabile del settore ricerca della più grande azienda farmaceutica britannica, la GlaxoSmithKline. Il secondo – il Professor Chris Whitty – è Chief Medical Officer per il Governo inglese, è un noto epidemiologo ed esperto in materia di sanità pubblica. Quindi confutiamo la prima notizia: il premier del Regno Unito non è matto, non è un sadico, ma ha deciso di seguire le indicazioni di due studiosi che, su cosa fare per affrontare il Coronavirus, hanno opinioni diverse dai cinesi e dagli europei. Seconda notizia: non è vero che nel Regno Unito non ci saranno provvedimenti restrittivi. Ci saranno per gli anziani e non soltanto per gli anziani”. E così è stato: nei mesi successivi sono arrivate le chiusure delle attività, anche pesanti. Probabilmente perché in questo Paese – dove la libera circolazione delle persone da tutto il mondo è ai massimi livelli – le autorità sanitarie hanno conciato a capire che questo virus non è molto ‘naturale’.

Vallance, nel Marzo dello scorso anno, sosteneva che il Covid-19, molto probabilmente, sarebbe diventato un virus annuale

L’autore del nostro articolo del Marzo dello scorso anno che stiamo citando porta la firma di Economicus, un nostro vecchio amico che, da decenni, vive in Inghilterra. E’ importante leggere questo passaggio dell’articolo che è precedente, anche se di qualche mese, all’entrata del Regno Unito nel grande affare dei vaccini anti-Covid. “Vi debbo dare una notizia non bella  scriveva Economicus -. Sir Vallance è uno scienziato che conosce molto bene il mondo delle vaccinazioni. E’ stato per anni a capo del settore ricerca e sviluppo di un importante gruppo che si occupa proprio di vaccini: la GlaxoSmithKline. Ora, se uno scienziato del suo calibro ha deciso di impostare la battaglia al Coronavirus provando a valorizzare al massimo l’immunizzazione naturale e non su un ipotetico vaccino che dovrebbe risolvere tutto, ebbene, questo ci dovrebbe fare riflettere. Secondo Vallance, il Covid-19, molto probabilmente, potrebbe diventare un virus annuale, insomma un’infezione che si presenta ad ogni stagione. A suo avviso, bloccare questo virus, almeno per un certo periodo di tempo non sarà facile. Nemmeno a me è piaciuto familiarizzare con questa notizia. Ma non ho molti elementi per contraddire uno studioso come Vallance. Leggo qua e là di guerra per i vaccini contro il Coronavirus. La Gran Bretagna, o meglio, la scienza di questo Paese non partecipa a questa guerra. Qui pensano che bisogna invece trovare il modo meno impattante per convivere con questo virus, magari utilizzando farmaci che ne possono ridurre, se non eliminare, gli effetti negativi. Il problema e non va nascosto. Ma non si può vivere in eterna emergenza, bloccando l’economia e la vita sociale. In Europa le parole del premier Johnson sono state interpretate male. Non c’è alcuna cattiveria in quello che ha detto. Il suo è solo realismo. Gli scienziati di cui si fida gli hanno detto che la guerra contro questo virus sarà lunga. E bisogna prepararsi. Certo, in molti pensano che la strategia che il Regno Unito si accinge a seguire potrà costare cara. Che non mancheranno i danni per ottenere la cosiddetta immunità di gregge. Non siamo in grado di dire chi ha ragione e chi ha torto. Saranno i fatti a dircelo”.

Poi, a un certo punto… arriva AstraZeneca

Una cosa comunque va detta ed emerge dalla lettura dei giornali di quei giorni. Anche quando hanno iniziato a bloccare le attività, almeno in una prima fase, nel Regno Unito non erano molto convinti di ‘inseguire’ un Coronavirus con i vaccini. Poi le cose sarebbero mutate, ma nei primi mesi della pandemia l’atteggiamento era diverso. L’obiettivo degli scienziati del Regno Unito che hanno impartito le direttive nei primi mesi della pandemia è stato quello di ritardare l’insorgenza del picco della malattia, trascinandolo fino ai mesi estivi. Insomma, si puntava a diluire nel tempo il numero dei casi. “I due studiosi del Regno Unito – questo è un altro passaggio del nostro articolo del Marzo dello scorso anno – non sono molto ottimisti. Pensano che eliminare rapidamente questa infezione non eliminerebbe i rischi, nel senso che, nei mesi successivi, si potrebbe ripresentare: per esempio, il prossimo inverno”. E’ in questo momento che, nel Regno Unito, succede qualcosa. Hanno capito che il virus non sarebbe andato via presto: e questo è accertato. E hanno anche provato a non intasare il sistema sanitario. Con molta probabilità, visto che già mezzo mondo puntava sui vaccini anti-Covid – che alla fine è l’affare economico del secolo – anche gli amici del Regno Unito si sono gettati in un settore che, all’inizio, avevano scartato. Cedono nei vaccini anti-Covid? Supponiamo di sì. Hanno mantenuto l’idea dell’immunità di gregge? Questo non lo sappiamo. Anche perché l’immunità di gregge con vaccini che attenuano gli effetti provocati dall’infezione, ma non eliminano l’infezione stessa, lasciando che il virus continui a circolare, è difficile, se non impossibile, da raggiungere. Poi anche il Regno Unito ha cambiato strategia. Lì le vaccinazioni – soprattutto con AstraZeneca (vaccino anti-Covid prodotto  in forza di un accordo tra inglesi e svedesi) – sono state tante. Fino a qualche settimana fa il Regno Unito veniva citato come esempio da seguire. Siamo proprio curiosi di sapere come andrà a finire.

 

 

 

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