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Fanghi in agricoltura: ricordiamoci che i prodotti agricoli del Nord inquinato arrivano nel Sud e in Sicilia/ MATTINALE 489

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  • Giuste le considerazioni di Gennaro De Crescenzo sui fanghi tossici usati come concime nel Nord Italia. Ma…  
  • … ma non è solo una questione di razzismo
  • Siamo sicuri che i fanghi tossici siano presenti solo nei terreni agricoli del Nord Italia? 
  • Ricordiamoci che, ancora oggi, sulle tavole di meridionali e siciliani – grazie alla Grande distribuzione organizzata – arrivano tanti prodotti agricoli, freschi e trasformati, del Nord Italia

Giuste le considerazioni di Gennaro De Crescenzo sui fanghi tossici usati come concime nel Nord Italia. Ma…  

In Italia tutto è relativo, compresi i fanghi e le funivie. “Nord terra dei fanghi?”, si legge nella pagina Facebook NOTIZIE NEOBORBONICHE GRUPPO UFFICIALE. Il riferimento è a quanto sta emergendo in questi giorni tra funi spezzate e fanghi velenosi sparsi nei terreni agricoli. Due fatti di cronaca che interessano il Nord Italia: la tragedia della funivia di Mottarrone e la tragedia dei veleni utilizzati come ‘concimi’. Scrive Gennaro De Crescenzo, docente di lettere, saggista e protagonista del movimento neoborbonico: “Imprenditori che usano per anni centinaia di migliaia di tonnellate di fanghi velenosi come concime sapendo che potrebbero procurare danni anche ai bambini… Imprenditori che tolgono i freni alla funivia sapendo che potrebbero uccidere anche i bambini. Noi non vogliamo generalizzare perché (noi) non siamo ‘razzisti’ ma siamo sicuri che se questi episodi fossero accaduti a Napoli, in Campania o al Sud e non al Nord, in queste ore centinaia di giornalisti parlerebbero di ‘culture mafiose’ e di ‘popoli criminali’. In queste ore in tanti attaccano i colpevoli ma senza parlare del Nord e con cautela e tanti distinguo (‘la cultura del profitto’, ‘le colpe del capitalismo ecc. ecc.). Da 160 anni quando qualcuno delinque al Nord si condanna il delinquente. Da 160 anni quando qualcuno delinque al Sud si condanna un popolo intero e quella condanna è ‘razzismo’ e diventa politica e diventa una questione meridionale tuttora irrisolta e sempre più drammatica. Tutta la nostra solidarietà va alle povere vittime di quegli imprenditori in attesa delle eventuali e severissime punizioni ma abbiamo il diritto e il dovere di denunciare come, da 160 anni, viene raccontato il Sud e di chiedere pari diritti e giustizia (anche di quei racconti). La soluzione della questione meridionale passa per la cultura (e per questi racconti)”.

… ma non è solo una questione di razzismo

Impossibile dare torto a Gennaro De Crescenzo. Anche se qualcosa in più proviamo ad aggiungerla noi. Con qualche precisazione. Non sempre quando nel Sud si scoprono magagne arrivano le accusa di razzismo. Anzi, in alcuni casi non arrivano proprio. Come quando, nel 2018, nel territorio di Camastra, in provincia di Agrigento, è stata scoperta una discarica dove finivano anche i rifiuti pericolosi del Nord Italia. In quel caso non ci sono state polemiche. Volendo è anche logico: ad essere coinvolti, come ricordato, erano anche aziende del Nord Italia che portavano in Sicilia i propri veleni. Che bisogno c’era di tirare in ballo il razzismo contro i meridionali se la stessa politica siciliana di quegli anni o non si occupava del proprio territorio che veniva inquinato (favorendo il Nord), o sapeva e non diceva nulla (favorendo sempre il Nord). Come spesso accade in Sicilia, a far venire fuori la storia della discarica di Camastra sono state Magistratura e forze dell’ordine.

Siamo sicuri che i fanghi tossici siano presenti solo nei terreni agricoli del Nord Italia? 

Tornando a quanto è stato scoperto nel Nord Italia, sembra che tutto questo sia accaduto perché una legge dello Stato – il Decreto Genova del 2018 – ha introdotto la possibilità di ‘concimare’ i terreni agricoli con i fanghi prodotti dalle industrie. Quando questo Decreto è diventato operativo noi abbiamo ipotizzato che una parte di questi fanghi sarebbe arrivata anche nel Sud e in Sicilia. Abbiamo lanciato tale ipotesi perché, nei mesi precedenti, era venuta fuori la citata storia della discarica di Camastra. Oggi scopriamo che i terreni agricoli del Nord Italia sono stati ‘concimati’ coni fanghi tossici prodotti dalle industrie del Nord. Da qui una nostra domanda: siamo sicuri che il Mezzogiorno sia stato esentato, come dire?, da questa innovativa pratica agronomica? L’esperienza della discarica di Camastra, per noi siciliani, non è stata esaltante.

Ricordiamoci che, ancora oggi, sulle tavole di meridionali e siciliani – grazie alla Grande distribuzione organizzata – arrivano tanti prodotti agricoli, freschi e trasformati, del Nord Italia

Visto che parliamo di una pratica agronomica ‘innovativa’ ci poniamo qualche altra domanda. Dall’inchiesta sui fanghi seppelliti nei terreni agricoli del Nord Italia è venuta fuori una testimonianza di un signore che si chiedeva a chi sarebbe finito il mais coltivato nel campo ‘concimato’ con le sostanza inquinanti. Domanda legittima. Ci permettiamo di ricordare, però, che il problema non è solo dei consumatori italiani che vivono nel Nord Italia: ci permettiamo di precisare che, ancora oggi, buona parte dei prodotti agricoli – freschi e lavorati – che vengono consumati nel Sud e in Sicilia arrivano dal Nord Italia. Solo da qualche anno è iniziala la riflessione sul km zero, sul Compra Sud e Compra Sicilia. Ma ricordiamoci che l’incidenza di queste iniziative, ancora oggi, è minima e coinvolge una frazione poco significativa della popolazione del Sud e della Sicilia. Non dimentichiamo che, ancora oggi, i Centri commerciali presenti nel Sud e in Sicilia sono invasi da prodotti – cereali, ortaggi e frutta – coltivati nel Nord Italia. E il riferimento non è soltanto ai prodotti freschi, ma anche a quelli trasformati. Cosa vogliamo dire? Che il dramma dei terreni agricoli del Nord Italia avvelenati è anche il nostro dramma: il dramma di un Sud e di un Sicilia trattati come colonie e di fatto costretti dalla logica della Grande distribuzione organizzata a mangiare prodotti freschi e trasformati del Nord. La cosa non fa piacere, ma purtroppo è ancora oggi così.

Foto tratta da Terre di frontiera 

 

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