Riusciranno anche quest’anno a tenere basso il prezzo del grano duro siciliano? Fino ad ora, grazie al continuo arrivo di navi con grano estero (per lo più canadese), il prezzo del grano duro della nostra Isola si è mantenuto fermo a circa 25 euro al quintale. Un prezzo più basso rispetto al prezzo grano duro che si registra nei mercati di Milano, di Bologna e di Foggia, dove la quotazione si attesta, grosso modo, intorno a 29 euro al quintale: e questo nonostante la carenza di transazioni significative. Anche quest’anno il prezzo del grano duro siciliano rimarrà bloccato a 25 euro al quintale? Molto dipenderà dal contesto nazionale e, soprattutto, internazionale e dall’atteggiamento dei produttori di grano duro della Sicilia. Questi ultimi, spesso, per recuperare le risorse che hanno impiegato per produrre il grano – e in molti casi in forza di contratti non scritti, ma non per questo meno efficaci con i commercianti – preferiscono comunque vendere il grano subito (addirittura in alcuni casi ancor prima della mietitrebbiatura sulla base di stime sintetiche o di accordi sul prezzo preventivi). Per questi il prezzo non andrà oltre i 25 euro al quintale.
Detto questo, la situazione, a livello internazionale, è in piena evoluzione. Perché nel mondo – come abbiamo raccontato in questo articolo grazie a Mario Pagliaro – causa un particolare andamento climatico, si attende una riduzione della produzione: e quando la produzione va giù, si sa, il prezzo è destinato a schizzare all’insù (si chiama legge della domanda e dell’offerta). Vero è che i monopolisti del grano – cioè i grandi commercianti – su scala minima, possono condizionare il prezzo (come avviene appunto in Sicilia, dove l’arrivo di grano estero con le navi tiene il grano – come già ricordato – bloccato ad un prezzo inferiore al rezzo spuntato dal grano duro in altre Regioni italiane). Ma è altrettanto vero che se l’offerta di grano – tenero e duro – dovesse diminuire, ebbene, le scorte dei commercianti avranno un valore relativo, perché il prezzo aumenterà comunque . Le cronache della scorsa settimana, ad esempio, raccontano che l’Algeria ha acquistato 330 mila tonnellate di grano al prezzo pari a 295 dollari a tonnellata: 77 dollari in più rispetto rispetto allo scorso anno. In pratica, a quasi 30 euro al quintale! Vero è che si è trattato di grano tenero (il più trattato a livello internazionale): ma è altrettanto vero che se – come sta avvenendo – il prezzo del grano tenero schizzerà all’insù, si trascinerà nella salita anche il grano duro.
Tra l’altro, il grano duro siciliano è molto richiesto dai Paesi del Nord Africa. Questi Paesi non vogliono sentir parlare del grano duro canadese: acquistano solo grano duro siciliano o grano duro pugliese. La scorsa settimana, ad esempio, dal porto di Termini Imerese è salpata una nave con 50 mila tonnellate di grano duro siciliano destinazione Tunisia. Il Governo della Tunisia, a differenza del Governo regionale della Sicilia, non vuole assolutamente che i cittadini tunisini mangino derivati del grano duro canadese. Così assistiamo a un paradosso tutto siciliano: il grano duro della nostra Isola, che è privo di glifosato, viene esportato in Tunisia e in altri Paesi del Nord Africa; mentre ai cittadini siciliani, in moti casi, viene rifilato il grano estero! la cosa incredibile è che il grano duro siciliano, privo di glifosato, viene venduto a 25 euro al quintale; mentre in Sicilia arriva grano estero e tra questo il grano duro canadese a 28 euro al quintale! In conclusione, il consiglio potrebbe essere quello di stoccare il grano duro siciliano per capire quello che succederà in Autunno, quando si capirà quale sarà l’offerta mondiale di grano. Ma questo – lo ribadiamo – è un problema degli agricoltori siciliani che, peraltro, non hanno ancora iniziato la mietitrebbiatura nelle zone pianeggianti (dove si inizia prima a raccogliere il grano) per problemi di eccessiva umidità.