- Tutti contro il Ministro grillini (e triestino) delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli
- Che fine hanno fatto i rappresentanti di CIA e Coldiretti?
- Il documento inviato al Governo siciliano e ai parlamentari nazionali eletti in Sicilia
- “Mantenere il PSR anche per il periodo di transizione”
- Antonino Lombardo: “E’ come se alla fine dei tempi regolamentari di una partita di calcio, l’arbitro decida improvvisamente di cambiare le regole per i tempi supplementari”
- Franco Calderone: “Se il Governo Draghi taglierà i fondi al Sud e alla Sicilia inviteremo agricoltori e cittadini siciliani a non votare più, alle prossime elezioni, gli attuali parlamentari nazionali eletti in Sicilia e nel Sud”
Tutti contro il Ministro grillini (e triestino) delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli
“Abbiamo avvertito i parlamentari nazionali eletti in Sicilia. E ci auguriamo che la stessa cosa avvenga nelle altre Regioni del Sud. Se non verrà boccato lo scippo di fondi europei agli agricoltori della Sicilia e del Sud la nostra risposta sarà durissima”. Questa, in estrema sintesi, la posizione di Giuseppe ‘Pino’ D’Angelo e Santo Bono, tra i protagonisti del Movimento Terra è Vita che ieri, a Poggioreale, insieme ad un folto gruppo di agricoltori e allevatori, hanno dato vita ad un’assemblea per fronteggiare l’attacco che il Governo nazionale di Mario Draghi alle agricolture del Mezzogiorno. La storia è nota: il Ministro delle Politiche agricole, il grillino e triestino Stefano Patuanelli, vorrebbe togliere 2 miliardi di euro alle agricolture delle Regioni del Sud per darle alle Regioni del Nord. E’ noto che, dal 1860 ad oggi, il Nord Italia tratta il Sud come una colonia. Però questa volta il Nord sta incontrando qualche difficoltà. Fino ad ora c’è l’opposizione delle Regioni del Sud, ma non sappiamo cosa succederà, perché i presidenti della Regioni del Sud fanno capo ai partiti politici nazionali e potrebbero essere richiamati all’ordine… Il nostro non è un dubbio malizioso, ma la realtà: solo un osservatore molto distratto (per non dire altro…) può pensare che i partiti politici nazionali difendano gli interessi del Sud e della Sicilia.
Che fine hanno fatto i rappresentanti di CIA e Coldiretti?
Però questa volta i partiti del Nord presenti anche nel Sud e in Sicilia avranno difficoltà a mettere nel sacco Sud e Sicilia, perché sono gli agricoltori di Sud e Sicilia che si sono messi di traverso. Non sappiamo di preciso quale sia la posizione degli agricoltori di Calabria, Puglia, Campania e Basilicata, ma in Sicilia gli agricoltori sembrano agguerriti. Anche se dobbiamo precisare che se Confagricoltura Sicilia è in prima fila in questa battaglia (ieri il presidente di Confagricoltura Sicilia era presente all’assemblea), non altrettanto si può dire per le altre organizzazioni agricole: per esempio, non erano presenti i rappresentanti della CIA e della Coldiretti siciliana. Detto questo, è importante il documento messo a punto da Terra è Vita e condiviso da tutti i partecipanti ala riunione di ieri. Il documento è stato spedito al Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, e ai parlamentari nazionali eletti in Sicilia.
Il documento inviato al Governo siciliano e ai parlamentari nazionali eletti in Sicilia
“Onorevole Presidente, Onorevoli Deputati e Senatori – si legge nel documento – in merito alla modifica dei criteri di ripartizione dei fondi Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale), vi chiediamo di prendere una posizione netta e chiara riguardo l’evidente arroganza e prepotenza, mostrata in questi mesi, dal Ministro dell’Agricoltura che pare rappresentare iniquamente gli interessi della Nazione Italiana, mostrando attenzione a false esigenze del Nord e scippando, per l’ennesima volta, risorse destinate al Sud e in particolare alla Sicilia. Pertanto chiediamo di evitare quello che è avvenuto nelle ultime tre Programmazioni comunitarie dove sono stati sottratti alle Regioni meridionali, ed in modo particolare alla Sicilia, tanti milioni di euro attraverso la continua revisione dei criteri di ripartizione tra le Regioni con modifiche approvate in conferenza Stato Regioni che hanno sempre penalizzato il Meridione. Nell’accordo stabilito in sede di Conferenza Stato-Regioni del 14 gennaio 2014, richiamato nella proposta del Ministero, si fa riferimento alla determinazione di indicatori ‘oggettivi’ per la determinazione del riparto tra le Regioni relativo alla nuova programmazione. In realtà, tali indicatori oggettivi non sono stati ancora definiti e l’utilizzo di alcuni degli indicatori usati per la ripartizione delle risorse nazionali per gli aiuti de minimis nulla ha a che fare con le risorse comunitarie del Feasr, essendo peraltro il de minimis destinato ad interventi residuali e ‘una tantum’ rispetto a quelli strutturali contenuti nella programmazione comunitaria per lo sviluppo rurale. Inoltre, la dotazione finanziaria, di cui si parla, è finalizzata al completamento della programmazione dei PSR 2014-2020, la cui attuazione è stata prorogata per due anni nel rispetto delle medesime norme che l’hanno finora governata, in attesa che si definiscano i regolamenti che conterranno le disposizioni e le regole per il nuovo periodo e per l’utilizzo delle nuove risorse che allo stesso saranno destinate. Vanno pertanto mantenuti gli stessi parametri del cosiddetto ‘criterio storico’ già definiti in sede di Conferenza per la programmazione in corso, fino al suo compimento, fintanto che non vengano concordemente determinati, nel confronto tra le Regioni, i criteri cosiddetti ‘oggettivi’ cui faceva riferimento il citato Accordo del 14 gennaio 2014”.
“Mantenere il PSR anche per il periodo di transizione”
“Di conseguenza – prosegue il documento bisogna: 1) mantenere il PSR, anche per il periodo di transizione, così per come è strutturato ora; 2 Prevedere, nel futuro piano strategico nazionale sulla Pac, la revisione contestuale sia del primo che del secondo pilastro applicando per il Primo Pilastro la convergenza totale in modo da rendere uguale i titoli Pac su tutto il territorio Nazionale. Vi invitiamo, infine, ad ascoltare chi realmente difende gli agricoltori siciliani senza condizionamenti ed evitate di farvi “rapportare” le cose da chi è assoggettato a logiche verticistiche che censurano le posizioni ‘non ortodosse’, svendendo di fatto la loro mission di rappresentanza dei nostri interessi legittimi a favore di equilibri geopolitici delle realtà territoriali più ricche”. Insomma, una bella ‘gatta a pettinare’ per i parlamentari nazionali di tutti i partiti eletti in Sicilia.
Antonino Lombardo: “E’ come se alla fine dei tempi regolamentari di una partita di calcio, l’arbitro decida improvvisamente di cambiare le regole per i tempi supplementari”
Sulla vicenda interviene anche Antonino Lombardo, un parlamentare nazionale siciliano eletto nel Movimento 5 Stelle che ha lasciato i grillini. Oggi fa parte del gruppo Facciamo eco. “Si sta verificando – dice Lombardo – un vero e proprio scippo nei confronti degli agricoltori del Sud Italia, tra cui ovviamente quelli siciliani che saranno tra i più penalizzati. Si è deciso senza alcuna logica di cambiare le regole di ripartizione dei fondi Psr, nonostante il parere contrario del Mef e del commissario europeo all’agricoltura. Si tratta senz’altro di una forzatura senza precedenti che porterà ad uno scontro che non fa mai bene. E’ come se alla fine dei tempi regolamentari di una partita di calcio, l’arbitro decida improvvisamente di cambiare le regole per i tempi supplementari. Questa volta non si potrà passare sopra a questo scippo, è arrivato il momento di alzare la voce e farsi sentire creando un fronte comune. Di certo, nessun agricoltore siciliano potrà mai più votare i partiti che attualmente compongono il Governo italiano, poiché saranno gli stessi che decreteranno il taglio dei fondi, con sicuramente una maggiore responsabilità in capo al partito del Ministro Patuanelli, che alle scorse politiche nel Sud ha avuto il suo bacino principale di voti. E’ arrivato il momento di costituire un fronte unico che tuteli una volta e per sempre le istanze siciliane”.
Franco Calderone: “Se il Governo Draghi taglierà i fondi al Sud e alla Sicilia inviteremo agricoltori e cittadini siciliani a non votare più, alle prossime elezioni, gli attuali parlamentari nazionali eletti in Sicilia e nel Sud”
Annuncia battaglia anche il coordinatore di Equità Territoriale della Sicilia, Franco Calderone: “La battaglia politica per scongiurare lo scippo dei fondi europei al settore agricolo del Sud e della Sicilia continua. Ieri, a Poggioreale, l’assemblea di agricoltori e allevatori ha definito alcuni punti programmatici importanti che coinvolgono il Governo della nostra Isola, l’Assemblea regionale siciliana e, soprattutto, i parlamentari nazionali eletti in Sicilia e nel Sud. Noi di Equità Territoriale riteniamo strategico coinvolgere tutto il Sud in questa battaglia politica per dare forza all’iniziativa. Se è vero che i parlamentari del Nord, quando si tratta di difendere gli interessi dei propri territori, mettono da parte le diversità presenti in ogni partito per sostenere le ragioni del Nord, anche i parlamentari nazionali del Sud e della Sicilia dovranno fare la stessa cosa. Diamo atto ai nostri amici del Movimento Terra è Vita – aggiunge Calderone – di aver lavorato bene per promuovere, in collaborazione con il mondo agricolo siciliano, l’incontro di ieri. Noi diamo un giudizio molto positivo dell’incontro. E stato stabilito un contatto con il Governo regionale e con il Parlamento siciliano. Ci aspettiamo che i parlamentari regionali che si sono già pronunciati in difesa degli agricoltori siciliani contro la linea del Ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, diano adesso un segnale preciso, chiedendo al Governo della nostra Isola guidato da Nello Musumeci, possibilmente con una mozione, di intervenire sul Governo nazionale per ribadire che tutta la Sicilia è contraria al taglio dei fondi all’agricoltura siciliana. Un ruolo importante spetta ai parlamentari nazionali eletti in Sicilia e nel Sud che hanno la forza politica per impedire al Consiglio dei Ministri di approvare il taglio di 2 miliardi di euro alle agricolture delle Regioni meridionali. E’ bene che i parlamentari nazionali eletti nel Sud e in Sicilia sappiano che, su questo tema, si giocano la credibilità politica nel Sud e in Sicilia. Sarà nostra cura, se dovesse passare la linea del Ministro Patuanelli, di avvertire non soltanto gli agricoltori e gli allevatori, ma tutti i cittadini di Sud e Sicilia di non votare più per i parlamentari nazionali uscenti”. All’incontro era presente anche il coordinatore cittadino di Palermo di Italexit, Andrea Piazza.
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