Pubblicata appena l’anzidetta ordinanza del Fantoni, e fattala affiggere nella città di Trani, il comandante piemontese colà, fa venire a se il capitano della guardia nazionale, e gli dice in aria minacciosa: “Mi bisognano tre briganti almeno, per farli fucilare, onde la proclamata ordinanza non sia presa per una vana minaccia”. Il capitano si ricusa; ma vi sono quivi altri che, per mettersi in grazia del comandante, gli presentano tre poveri contadini allora sorpresi col pane nella loro bisaccia pel proprio nutrimento, donde la presunzione di connivenza col brigantaggio; per cui sono fucilati all’istante. Bisognava un esempio di terrore su le popolazioni!
In uno de’ giorni di marzo è fucilato il contadinello Antonio Colucci di Bajano, presso Nola (Terra di Lavoro), sol perché trovandosi sopra un castagno a reciderne i rami, preso dallo spavento al vedersi tra la truppa piemontese, che giunge, ed i briganti, che sono poco lungi da lui, fa segno a costoro di fuggire. Interrogato su questo fatto l’inesperto giovanetto risponde sempre: “Perché avevo paura di un conflitto in mezzo del quale mi sarei trovato in pericolo”. Ciò nonostante, è tradotto nella sua patria per esservi fucilato; ma temendosi che i militi nazionali i quali ben conoscevano la semplicità della vittima, si rifiutassero alla tragica esecuzione, si estraggono a sorte otto fucilatori, fra i quali esce un tale che è compare del fanciullo; ed obbligandosi i costui genitori ad esser presenti, si da’ il segno; partono gli otto colpi di fucile che riescono tutti alti dalla mira; la pietà fa tremare le braccia nella esplosione: allora per non prolungare la scena si ordina a 4 soldati della truppa di farsi innanzi, e fatto fuoco, Antonio Colucci rimane ucciso. A scherno ne vien preso il cappello, e calcato sul capo del costernato genitore, per soprassoma è condotto in carcere, dove i suoi dolori fanno tregua, perché divenuto folle, perduto l’intelletto, chiede con affettuosa ilarità alla moglie Rosa che viene a visitarlo, di aver cura della salute del diletto figliuolo, che nel delirio egli crede trovarsi a casa.
Francesco Durelli Le condizioni del reame delle Due Sicilie, Ripostes Edizioni, pag. 88, 89.
Tratto da Regno delle Due Sicilia.eu
Foto tratta da Mezzogiorno e Risorgimento