Vuoi vedere che, alla fine, ci toccherà rivalutare lo ‘spinello’? Eh già, perché a leggere le notizie sul cannabidiolo, o CBD, sembrerebbe proprio di sì. Questa sostanza, mettiamola così, può essere considerata una sorta di ‘fratello’ del THC, al secolo il delta-9-tetraidrocannabinolo, che è uno dei maggiori e più noti principi attivi della cannabis. La notizia è che il cannabinolo si sta rilevando molto importante per combattere alcune malattie come meningite e legionellosi. Insomma, funzionerebbe come una sorta di antibiotico naturale. Magari, chissà, tra un po’ si scoprirà che potrebbe avere un certo ruolo per combattere il fenomeno della cosiddetta antibiotico-resistenza! Magari la celebre Storia disonesta di Stefano Rosso è assolutamente onesta e utile! Lo studio su questa sostanza, per la cronaca, è stato condotto “dall’Università del Queensland in collaborazione con Botanix Pharmaceuticals Limited, che potrebbe portare, nei prossimi anni, alla nascita di una nuova tipologia di antibiotici“.
Vi chiederete: che cosa c’entra lo spinello? Certo, la nostra è un po’ un’iperbole. Anche se i legami tra CBD e THC ci sono. Infatti, sia il CBD, sia il THC appartengono ad un ampio gruppo di sostanze (a quanto pare oltre un centinaio) che interagiscono con l’organismo umano in modi leggermente diversi. Abbiamo detto che tra queste due sostanze, presenti nella stessa pianta, ci ci sono somiglianze, ma anche differenze: il THC genera effetti ‘psicoattivi’ (leggere lo ‘sballo’); mentre il THC no. Le due molecole, però, presentano un’analogia che si può sintetizzare nella seguente domanda: il CBD deriva dalla canapa o dalla cannabis? La risposta è che si trova in entrambe le piante, anche se le concentrazioni più elevate si riscontrano nella canapa. Tra l’altro, mediante selezione, si possono ottenere piante ricche di CBD, con assenza di THC. Concludendo – e rimandando gli approfondimenti su testi o articoli specifici – possiamo affermare che THC e CBD hanno effetti e sistemi di interazione diversi, ma entrambe le sostanze sono accomunate da una caratteristica: quando agiscono insieme, le loro rispettive proprietà risultano amplificate. Questo spiega il perché gli oli di CBD a spettro completo sono così richiesti. Insomma, il CBD può agire in solitudine, anche se non manca chi ritiene che il pieno potenziale viene raggiuto quando il CBD si combina con il THC o con altre sostanze simili allo stesso TCH. Alla fine, se ci riflettiamo, queste due sostanze si trovano nella stessa pianta, sia canapa, sia cannabis.