Una storia kafkiana, quella dello svuotamento della diga Sciaguana di Agira, in provincia di Enna? Sembrerebbe proprio di sì. Perché, dopo un giorno di ricerche, di telefonate, di approfondimenti siamo arrivati alla conclusione che nessuno ha svuotato questo invaso. Che, a quanto pare, come in una commedia espressionista, si è svuotato da sé. Un guasto? Il gesto di un folle che ha deciso di eliminare l’acqua presente nella diga, provocando un danno ecologico enorme? Mistero. Che questa storia non sia chiara l’abbiamo intuito ieri quando abbiamo dato la notizia riprendendo il comunicato del WWF Sicilia. Da cosa nascono i nostri dubbi? Dal fatto che il WWF, ieri, ha tirato in ballo il Consorzio di Bonifica 6 di Enna. Questo ci ha un po’ stupiti, perché, stando a quanto sappiamo, quasi tutti i Consorzi di Bonifica della Sicilia – che sono stati oggetto nella passata legislatura di una riforma confusa che non ha riformato alcunché, creando invece ulteriore confusione – oggi sono in grande difficoltà, se è vero che hanno alle spalle una montagna di debiti che non possono certo essere pagati dagli agricoltori. Ora, che nell’attuale condizione di grande difficoltà un Consorzio di Bonifica svuoti una diga ci è sembrato un po’ improbabile.
Ieri, qualche ora dopo aver pubblicato l’articolo siamo riusciti a contattare Ernesto Abate, un sindacalista del Sifus Confali molto preparato che si occupa, per l’appunto, di Consorzi di Bonifica. Come immaginavamo, ci ha detto che, con lo svuotamento della diga Sciaguana di Agira, i Consorzi di Bonifica non hanno nulla a che vedere! Che fare? Ieri sera siamo riusciti a metterci in contatto con il responsabile dell’Autorità di bacino della Sicilia, l’ingegnere Franco Greco. Il quale, con grande cortesia, ci ha spiegato che l’Autorità di Bacino non sa nulla dello svuotamento della diga di Agira. “Deve contattare il Dipartimento Acqua e Rifiuti della regione siciliana”, ci ha detto. Così, nel tardo pomeriggio di ieri, abbiamo provato a contattare il dirigente generale di questo Dipartimento, ingegnere Calogero Foti. Non siamo stati molto fortunati, perché ieri l’ingegnere Foti era impegnato in una riunione. Stamattina siamo riusciti a contattarlo. Con molta gentilezza, alla nostra domanda sullo svuotamento della diga Sciaguana di Agira, l’ingegnere Foti ci ha risposto: “Stiamo cercando di capire cos’è successo”. Noi abbiamo insistito: possibile che sia sparita l’acqua di una diga e nessuno sappia nulla? Così abbiamo posto un’ulteriore domanda al dirigente generale Foti: da ingegnere, secondo lei, cosa potrebbe essere successo? “Guardi – ci ha risposto – ci potrebbe stare anche un guasto alle paratie. Ma la mia è un’ipotesi. Dobbiamo ancora verificare cosa è successo”.
Un po’ perplessi abbiamo richiamato il sindacalista Abate. Al quale abbiamo illustrato il nulla di fatto della nostra ricerca. E gli abbiamo posto una domanda: perché il WWF ha tirato in ballo il Consorzio di Bonifica 6 di Enna? “E’ normale che il WWF abbia chiamato in causa il Consorzio di Bonifica di Enna – di risponde Abate -. E’ una questione di territorio. Agira e la diga Sciaguana ricadono in provincia di Enna. Non è normale, invece, quello che sta succedendo in Sicilia in materia di acqua. Dove la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra. Il risultato è il caos. Noi, da mesi, chiediamo al governo siciliano e al Parlamento della nostra Isola la vera riforma dei Consorzi di Bonifica. Per evitare che l’acqua venga gestita da soggetti che operano ognuno per proprio conto, seguendo la logica dei compartimenti stagni. Guanto alla diga Sciaguana e, in generale, alle dighe siciliane, i Consorzi di Bonifica, oggi, non controllano i flussi dell’acqua. i Consorzi di Bonifica, oggi, si ritrovano con circa 150 milioni di debiti legati al passato e chiedono una riforma del settore per operare nell’interesse degli agricoltori siciliani e della Sicilia”.
Foto tratta da Eco di Sicilia