Per noi che ci occupiamo, da quando siamo in rete, dei misfatti del Risorgimento in Sicilia – a cominciare dalla farsa della cosiddetta Impresa dei mille, leggere che tre parlamentari regionali hanno presentato un disegno di legge che punta a rimuovere dalla toponomastica dei Comuni della Sicilia i “nomi di autori di stragi perpetrate contro la popolazione civile da parte di ufficiali garibaldini” è una notizia molto bella, oltre che molto importante. Un plauso va ai deputati di Diventerà Bellissima Alessandro Aricò, Giuseppe Galluzzo e Giuseppe Zitelli. Finalmente uno dei periodi storici più brutti della storia della Sicilia viene discusso nel Parlamento della nostra Isola. Il disegno di legge è accompagnato da una relazione introduttiva nella quale si legge che “per la Sicilia l’avventura garibaldina ha rappresentato sempre una terribile contraddizione tra ciò che la storiografia ufficiale racconta da 160 anni e la realtà dei fatti avvenuti in quel tragico periodo. Se, infatti, lo sbarco di Garibaldi è stato il preludio della nascita dello Stato italiano con la riunificazione dell’intero Paese sotto la corona di Vittorio Emanuele II, è anche vero che l’avanzata in Sicilia delle truppe garibaldine è stata macchiata da vergognosi atti di repressione nei confronti di interi Paesi, con stragi e massacri perpetrati ai danni della popolazione civile”. Nella relazione si legge ancora che “tali stragi non furono attuate per reprimere fantomatiche simpatie della popolazione nei confronti dei reali napoletani: la verità è che i Siciliani, che vedevano Garibaldi come il liberatore dalle angherie subite dalla nobiltà latifondista borbonica, quando giunse voce dello sbarco a Marsala, invasero i terreni padronali prendendone possesso. Il grave errore fatto dai contadini siciliani fu quello di avere leso anche le proprietà della nobiltà inglese, molto presente in Sicilia, senza considerare che proprio gli inglesi erano i maggiori finanziatori dell’avventura garibaldina”.
Il ruolo degli inglesi – finanziatori e sostenitori dell’invasione della Sicilia da parte di Garibaldi e del suo esercito composto da volontari, da mercenari e anche da mafiosi – è ormai acclarato. Il disegno di legge non prende di petto Garibaldi, ma i generali garibaldini che “si distinsero per la loro ferocia”: Nino Bixio, Pietro Quintino, Raffaele Cadorna, Giuseppe Di Villalta, Enrico Cialdini. Difficile dire chi furono i peggiori. Nino Bixio, ad esempio, scrivono nella relazione i parlamentari di Diventerà Bellissima, “fu uno dei più crudeli massacratori: represse nel sangue le proteste a Bronte, Maletto, Randazzo, Biancavilla e Cesarò; furono decine i siciliani fucilati senza alcun processo, rei solo di avere nutrito un sogno di libertà”. La strage di Bronte, ordinata da Bixio per ingraziarsi gli inglesi, fu, come tutte le altre stragi garibaldine in Sicilia, odiosa. Un passaggio della relazione è dedicata alla ‘Rivolta dei cutrara’, a Castellammare del Golfo, quando Pietro Quintino “passò tra le armi 7 civili, fra cui una bambina di 7 anni”. La bambina di 7 anni fucilata era Angelina Romano. A Palermo, Raffaele Cadorna “con un bombardamento dal mare di inaudita violenza, durato quattro giorni, massacrò migliaia e migliaia di palermitani, fucilando, tra l’altro, i soldati borbonici che si erano arresi”. A Fantina, nel Messinese, il maggiore Giuseppe Di Villalta “fece persino fucilare 7 militari delle stesse truppe garibaldine, accusati di alto tradimento per non avere voluto partecipare ai rastrellamenti”. Nella relazione introduttiva al disegno di legge si cita anche il generale Enrico Cialdini. “Molti siciliani, per salvarsi dai rastrellamenti – leggiamo sempre nella relazione introduttiva “si diedero alla macchia; furono tutti etichettati come ‘briganti’. Cialdini, ottenuti i pieni poteri dal Re Vittorio Emanuele II per ‘estirpare’ il fenomeno del brigantaggio, non solo fucilò, senza alcun processo, migliaia di giovani Siciliani, ma le sue truppe bombardarono e diedero fuoco ad interi Paesi, non prima di averli saccheggiati e perpetrato violenze nei confronti delle donne ivi residenti”. Basti pensare alla strage di Pontelandolfo e Casalduni, sulla quale ha scritto per noi Ignazio Coppola.
“E’ difficile quantificare qual è il prezzo in vite umane che la Sicilia ha dovuto pagare – leggiamo ancora nella relazione che accompagna il disegno di legge – in questa vera e propria guerra civile: il motivo di questo ‘vuoto storico’ è da ricercare nella incredibile elevazione al ruolo di eroi di questi ufficiali garibaldini, motivo per cui per quasi un secolo si sono volutamente nascosti gli eccidi perpetrati da costoro, una vera ‘pulizia’ della loro fedina militare. Oggi, in Sicilia, abbiamo strade e piazze intitolate a questi massacratori di Siciliani inermi,
uno schiaffo alla dignità di un Popolo ed un insulto alla memoria di migliaia di vittime innocenti. Basta considerare che in Sicilia ci sono ben 106 tra strade e piazze intitolate al più feroce dei carnefici, Nino Bixio, una strada (a Comiso) intitolata al massacratore di Palermo, Raffaele Cadorna ed una (a Riposto) al feroce risolutore del problema briganti, Enrico Cialdini. Alla luce di quanto sopra, con questo Disegno di Legge si obbligano i Comuni siciliani a rimuovere, dalla loro toponomastica, i nomi di coloro che si sono macchiati di efferati delitti nei confronti della popolazione civile, intitolando le stesse strade e/o piazze alle vittime dei massacri”.
Leggiamo adesso cosa prevede il disegno di legge. L’articolo 1 è intitolato “Rimozione dei nomi”. Ovvero: “I Comuni siciliani dovranno sostituire, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, i nominativi indicati dalla apposita Commissione di cui al comma 1 dell’art. 2 della presente legge, con altri scelti dall’elenco appositamente pubblicato sul sito dell’assessorato regionale degli Enti
Locali”. All’articolo 2 si legge che “Eventuali statue e/o obelischi dedicati ai succitati nominativi, nell’impossibilità di rimuoverli, non
dovranno riportare nelle rispettive basi, alcuna frase elogiativa”. In realtà, statue e obelischi dedicati a questi criminali potrebbero anche essere rimossi: non crediamo che la cosa sarebbe vista male: anzi.
L’articolo 2 è intitolato “Costituzione della Commissione di verifica dei nominativi”. Nel comma 1 si legge che “E’ istituita, presso l’assessorato regionale degli Enti Locali, la Commissione di verifica dei nominativi, con il precipuo scopo di individuare, tra gli Ufficiali delle truppe garibaldine presenti in Sicilia tra gli anni 1860 e 1870, coloro che si sono macchiati di efferati massacri nei confronti della popolazione civile siciliana”. Al comma 2 leggiamo che “L’Assessore regionale degli Enti Locali, con proprio Decreto, da pubblicare entro 60 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, indicherà le modalità e le procedure per la costituzione della succitata Commissione”. Nel comma 3 leggiamo che “La Commissione di verifica dei nominativi dovrà altresì stilare l’elenco delle vittime dei massacri. Tale elenco sarà pubblicato su una apposita pagina nel sito internet dell’Assessorato regionale degli Enti Locali”. Nell’articolo 3 si dice che la legge, una volta approvata, verrà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana ed entrerà “in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione”.
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