di Luigi Savoca
Arrivanu li Navi/ Quanti Navi a Palermu/ Li Pirati sbarcanu/ cu li facci d’infernu/ N’arrubbanu lu suli lu suli/ Arristammu a lu scuru/ che scuru/ Sicilia chianci! Le parole di “Pirati a Palermo”, la canzone cantata dall’indimenticabile Rosa Balistreri, rivivono una drammatica attualità ai giorni nostri. Ancora una volta un peschereccio di Mazara del Vallo è stato attaccato da navi turche, in acque internazionali, per impedire la pesca dell’oro del mare, il gambero rosso. Meno male che siamo in Europa, la grande madre che ci “protegge” assistendo indifferente alla progressiva marginalizzazione del nostro Paese nell’area mediterranea, dove i libici, i turchi e persino gli algerini reclamano la propria esclusiva sovranità su aree sempre più estese del Mare Nostrum. Eppure quando l’Italia era “sola”, cioè libera e sovrana, quindi in grado di proteggere efficacemente i nostri interessi nazionali, erano i nostri governi della tanto vituperata Prima Repubblica a gestire con accortezza diplomatica e la necessaria fermezza le multiformi tensioni di quest’area strategica. Ma tant’è: se un tempo i nostri Ministri degli Esteri erano statisti come Andreotti ed oggi sono… come Di Maio un motivo ci sarà, e chi ha un minimo di onestà intellettuale non può fare finta di ignorare che la nostra cialtronesca classe politica, prostrata agli interessi della grande finanza, rappresenta lo specchio del nostro vergognoso servilismo verso potenze straniere.
Nel frattempo il Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, blatera parole al vento per salvare la faccia e coprire anni di vergognosa sottomissione alla Roma ministeriale, suggellati dal recente accordo con cui ha svenduto la legittima rivendicazione di risorse finanziarie cui avremmo avuto diritto in base al nostro inattuato Statuto Speciale. La verità, ed i siciliani lo sanno, è che i partiti locali, di centrodestra e centrosinistra, hanno sempre svenduto gli interessi della nostra terra in cambio di prebende per i soliti poltronari ed un piatto di lenticchie scotte per i siciliani. I pirati a Palermu non vengono solo dal mare, abitano in casa nostra.
Foto tratta da Il Messaggero